Concetti Chiave
- Nel XIX secolo, Firenze e la Toscana erano centri di ritrovo per intellettuali e artisti attratti dall'apertura del governo granducale.
- Il Caffè Michelangelo a Firenze divenne un importante luogo di discussione per pittori che esploravano il Realismo e nuove tecniche pittoriche.
- I Macchiaioli svilupparono uno stile distintivo basato su contrasti di macchie di colore, semplificando forme e dettagli.
- I temi principali dei Macchiaioli includevano la natura toscana, la vita quotidiana e il ruolo dei militari, simili al Realismo francese.
- Giovanni Fattori, caposcuola del movimento, rappresentava la vita quotidiana e la realtà, focalizzandosi su contadini e soldati.
Indice
Firenze e il caffè Michelangelo
Nella prima metà dell’Ottocento, Firenze e la Toscana erano frequentate da intellettuali e artisti che apprezzavano il governo aperto e illuminato del granduca Leopoldo.
In particolare a Firenze, al Caffè Michelangelo, i pittori discutevano delle più recenti esperienze parigine: il rifiuto dei soggetti tradizionali, il Realismo.
Il linguaggio dei macchiaioli
Si formò un linguaggio pittorico basato sull’accostamento di macchie di colore fortemente contrastate fra loro: chiaro e scuro,pallido e vivace. I Macchiaioli tendevano a semplificare al massimo le forme e i dettagli definendo i loro soggetti col colore. I temi erano comuni a quelli del Realismo francese: la natura, che assumeva le caratteristiche della campagna toscana, la vita quotidiana in casa e nelle strade, i militari.
Giovanni Fattori e la vita quotidiana
Il caposcuola del movimento dei Macchiaioli fu il livornese Giovanni Fattori. Nei suoi dipinti è rappresentata la vita di tutti i giorni e la realtà così come essa si manifesta: contadini che lavorano, soldati visti non più come eroi ma come persone impegnate nei loro compiti quotidiani.