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Concetti Chiave

  • Goya fu raccomandato alla corte spagnola grazie ai legami familiari della moglie con pittori di corte.
  • Lavorò per i re Carlo III e IV di Borbone, creando dipinti preparatori per arazzi destinati alla manifattura di Santa Barbara.
  • Il dipinto "Parasole" è un esempio dello stile di Goya, con una tecnica veloce e sommaria, priva di sfumature dettagliate.
  • La "Maya vestida e desnuda" fu commissionata da un politico spagnolo, con la particolarità di essere due dipinti sovrapposti.
  • La "Maya desnuda" si distingue per l'assenza di idealizzazione, rappresentando un contrasto con lo stile neoclassico.

Indice

  1. Goya e la corte spagnola
  2. Tecnica e stile di Goya
  3. Le opere private di Goya

Goya e la corte spagnola

Goya ha vissuto i cambiamenti del suo paese, che, in parte lo misero anche a disagio. Entrò poi a far parte della corte spagnola grazie alla moglie che aveva dei fratelli che erano pittori di corte, i quali lo raccomandarono. Ha quindi lavorato per la corte di Carlo III e IV di Borbone, i quali gli chiesero di realizzare soprattutto dipinti preparatori per arazzi. La corte presentava difatti un’arazzeria, quella di Santa Barbara, che realizzava arazzi per tutta Europa.

Tecnica e stile di Goya

In questi disegni preparatori raccontava scene della vita di corte, anche in forma idealizzata. Ne è un esempio il

Parasole

in cui un uomo copre una maja dal sole con un ombrello. Utilizza una tecnica veloce, compendiaria, sommaria. Lo si può evincere dal segno della pennellata e dalla mancanza delle sfumature. Fu questa tecnica la sua cifra stilistica.

Maya vestida e desnuda

Le opere private di Goya

Nel periodo giovanile ricevette anche delle commissioni private: un politico spagnolo a titolo personale chiedette quest’opera da mettere in ufficio. Richiedette due dipinti da mettere uno sopra l’altro:

• la maya vestida, che rappresenta probabilmente la duchessa d’alba e che non è idealizza;

• la maya desnuda. Quindi togliendo quella vestida, la si vede nuda. Non vi è più il filtro dell’idealizzazione neoclassica.

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