Concetti Chiave
- L'opera "3 maggio 1808: le fucilazioni alla montagna del principe Pio" di Goya è un esempio di citazionismo artistico, ripreso da Picasso nel 1953 in "Massacro in Corea".
- Goya rappresenta l'esercito francese come un gruppo di automi senza identità, eseguendo ordini meccanicamente durante l'invasione napoleonica della Spagna.
- L'ambientazione dell'opera simboleggia la prigionia degli spagnoli, con la montagna che li intrappola, impedendo loro di fuggire.
- Goya individualizza i sentimenti degli spagnoli, mostrando reazioni diverse all'oppressione, con un personaggio centrale che affronta la morte con dignità.
- Il contrasto tra la fredda esecuzione dei soldati e le emozioni degli spagnoli è accentuato dalla figura in camicia bianca, simbolo di coraggio e luce nella notte.
Fucilazioni alla montagna del principe Pio
Il citazionismo era cosa nota nell’arte fra il 1800 e il 1900. Lo si può evincere anche dal fatto che l’opera
3 maggio 1808: le fucilazioni alla montagna del principe Pio
di Goya sia stata citata da Picasso nel 1953, quando quest’ultimo ha rappresentato il Massacro in corea. Nelle due opere un piccolo esercito di automi si oppone a gente innocente.
Nell’opera di Goya, realizzata nel 1814 (di modo da non provocare l’ira di Napoleone) la Spagna si trovava in piena invasione Napoleonica.
Goya sottolinea il fatto che l’esercito operi in maniera meccanica: è privo di identità ed esegue quanto ordinato da Murat. Gli spagnoli invece reagirono all’episodio con reazioni differenti, viene quindi individualizzato il sentimento. Fra le varie reazioni ne prevale una sulle altre: il personaggio si è arreso ma guarda in faccia gli assassini e quindi muore con dignità. Goya lo ha rappresentato con una camicia bianca come se fosse lui a illuminare la notte, quando in realtà la notte viene illuminata da una lanterna. Questo personaggio è coraggio, altri sono disperati e han paura, altri ancora sono già morti. Tutti questi sentimenti vengono contrapposti all’esecuzione fredda del’esercito.