Concetti Chiave
- Il dipinto fu commissionato da Taddeo Contarini, desideroso di un'opera che unisse bellezza e complessità allegorica, influenzata dalla sua conoscenza di astronomia e alchimia.
- La scena raffigura tre uomini di diversa origine culturale, immersi in un paesaggio naturale, suggerendo un dialogo tra culture e una riflessione filosofica sul sapere.
- L'opera è avvolta in un enigma: le figure potrebbero rappresentare allegorie di età, correnti filosofiche o periodi storici, ponendo l'accento sulla ricerca del sapere umano.
- Giorgione utilizza una tecnica pittorica unica per il Rinascimento, dove i personaggi non dominano la natura ma ne sono parte, con colori vivaci e contrasti tra ombra e luce.
- La tela esplora il tema del passaggio dall'ignoranza alla conoscenza, con riferimenti a Platone e simboli che suggeriscono il rinnovamento culturale e spirituale.
Indice
Il committente e il significato
Il committente del dipinto fu Taddeo Contarini, un uomo molto ricco e colto; egli voleva un’opera che si distinguesse per due caratteri: la bellezza e la complessità allegorica. Era molto esperto di astronomia e di alchimia; questa informazione ci potrebbe aiutare a capire meglio il significato occulto della tela.
L’opera, realizzata tra il 1507 e il 1510, è esposta al Kunsthistoriche Museum di Vienna
Descrizione dei personaggi
Sulla destra, vediamo tre uomini:
• un vecchio dalla lunga barba bianca e ebreo secondo le connotazioni
dell’epoca
• un arabo, in piedi, che occupa la parte centrale
• un giovane, vestito con abito secondo la moda greca.
Essi sono riuniti davanti ad un paesaggio, sovrastato dal lato sinistro, da una roccia ricca di cavità e di grotte. Sullo sfondo, si intravede una vallata con un villaggio ed in lontananza delle colline che si stagliano su di un cielo sereno, illuminato dalla luce del sole che sorge. Il giovane seduto su delle pietre che formano degli scalini osserva i primi raggi del sole ed è tutto preso nei suoi calcoli, con l’aiuto di un compasso. La sua posizione ha fatto pensare ad un triangolo rettangolo e quindi al Teorema di Pitagora. L’uomo in piedi con il capo avvolto in un turbante sta meditando, mentre l’altro mostra un documento con riportati dei calcoli e dei segni propri dell’astronomia. Uno dei due uomini in piedi porta un turbante ed ha un aspetto meditabondo. L’altro mostra un documento con dei segni o dei calcoli astronomici. Essi sono rappresentanti in tre posizioni diverse: di profilo, di faccia e di tre quarti.
Interpretazioni e simbolismi
La loro identità è stata spesso oggetto di dibattitto: potrebbero essere l’allegoria delle tre età dell’uomo (la giovinezza, l’età matura e la vecchiaia) oppure un rimando alla filosofia (rinascimentale, medioevale e classica). Per alcuni critici, i tre uomini sarebbero Evandro, Pallante ed Enea (tre personaggi legati alla fondazione di Roma, secondo l’Eneide di Virgilio) oppure tre matematici o i tre Re Magi, in attesa dell’arrivo della stella cometa che indichi loro il giusto cammino. La tela è stata sottoposta ad una radiografia e il risultato sembrerebbe propendere per i Re Magi. Infatti, la radiografia ha rivelato alcuni elementi che nella versione definitiva sono scomparsi: il vecchio porta una corona ed aveva un’espressione diversa; il giovane, invece portava una sorta di tiara; quello di centro aveva un carnato più scuro rispetto agli altri due. Gli studiosi hanno però anche notato che i sedicenti Magi non avevano né l’oro, né l’incenso, né la mirra e nemmeno compariva la stella cometa. È innegabile che si tratta di pensatori, uno dei quali orientale (o forse veneziano) per far capire che il pensiero rinascimentale è il frutto di una lunga elaborazione con apporti culturali diversi. Tuttavia, è importante aggiungere che ne Rinascimento il termine “mago” non aveva alcun significato religioso poiché esso si associava al sapiente che sapeva leggere gli astri gli astri ed è attraverso la lettura dei corpi celeste era in grado di conoscere ed interpretare tutti i misteri dell’universo. Esiste anche un’altra interpretazione: si tratterebbe del mito della grotta, di cui parla Platone, in cui gli uomini, essendo incatenati, percepiscono soltanto le ombre e possono accedere alla conoscenza esclusivamente tramite l’osservazione. Pertanto, il giovane filosofo seduto con la squadra e il compasso in mano, che si sta dedicando all’osservazione, da vero umanista, potrebbe essere visto come l’erede della scienza antica. Il vecchio saggio a destra potrebbe essere Tolomeo, la cui opera è frutto del metodo aristotelico, fondato sull’osservazione, sul calcolo e sulla misura. Accanto a lui, il personaggio col turbante sarebbe colui che ha trasmesso il pensiero filosofico di Aristotele a Venezia. Fra la grotta e il giovane filosofo, un alberello primaverile e il sole sorgente simboleggerebbero il rinnovamento della civiltà occidentale, pronta a dominare il mondo.
Enigmi e ipotesi
Resta comunque il fatto che il quadro, nel suo insieme, mantiene sempre un significato enigmatico che gli studiosi non sono mai riusciti a decifrare. Forse Giorgione voleva rappresentare le tre età della vita (cioè la giovinezza, l’età adulta e la vecchiaia)? O forse voleva richiamare le tre religioni monoteiste (ebraica, mussulmana e cristiana). Non è tuttavia escluso che egli avesse voluto dipingere le tre razze diverse; alcuni studiosi pensano ai tre periodi della civiltà umana: l’Antichità, il Medioevo e il Rinascimento, Tutte queste ipotesi avrebbero un senso comune: la ricerca universale dell’uomo finalizzata alla sua realizzazione. Ecco perché, la tela potrebbe essere una rappresentazione del mito della grotta di Platone, riguardante il passaggio dall’ignoranza verso il sapere, come nella grotta si passa dall’oscurità alla luce e Archimede (matematico e ingegnere), Averroè (filosofo arabo e conoscitore del diritto) e Pitagora (anticipatore del pensiero presocratico e scienziato) ne costituirebbero la guida necessaria all’uomo per raggiungere tale obiettivo. Inoltre la presenza di un albero di fico, sul bordo della grotta, potrebbe essere il simbolo della caduta di Adamo e Eva o anche quello della croce.
Natura e colori nel dipinto
I personaggi sono collocati in mezzo alla natura, come spesso succede nelle opere dell’epoca rinascimentale: gli alberi sono imponenti e ricchi di fronde. Tuttavia, Giorgione introduce una novità: per l’artista veneziano l’uomo è immerso nella natura, ma non la domina come invece fa Leonardo. Capiamo questo concetto dal fatto che i personaggi sono appartati, vicino ad alcuni alberi che non sono dipinti nella loro interezza e quindi non risultano essere collocati interamente nello spazio visivo dei protagonisti.
Per quanto riguarda i colori, non troviamo nella tela le sfumature cromatiche di Leonardo, che poi portano allo sfumato, causate dalla velatura dell’aria; con Giorgione, i colori sono freddi del fondo si oppongono ai colori caldi presenti nel primo piano. Il contrasto fra zone d’ombra e zone illuminate ha l’effetto di modulare la profondità dello spazio. La tavolozza dei colori comunica un senso di vivacità e di allegria e soprattutto sono molto luminosi: in primo piano, abbiamo il verde e il bianco per il giovane seduto, il viola e il rosso per l’adulto e il giallo dorato e il colore terra di Siena per il vecchio con la barba. Il sole che si sta alzando (o forse si sta coricando) diffonde con la sua luce delle tinte calde e sullo sfondo la montagna diventa azzurrognola per effetto della prospettiva atmosferica e della nebbia, una tecnica pittorica tanto cara ai pittori rinascimentali. Nell’insieme, le tonalità creano una composizione che infonde serenità ed equilibrio.
Domande da interrogazione
- Chi è il committente del dipinto?
- Dove è esposta l'opera?
- Quali sono i tre uomini raffigurati nella tela?
- Quali sono le possibili interpretazioni dell'identità dei tre uomini?
- Quali sono le caratteristiche della tecnica pittorica utilizzata da Giorgione?
Il committente del dipinto è Taddeo Contarini, un uomo molto ricco e colto.
L'opera è esposta al Kunsthistoriche Museum di Vienna.
I tre uomini raffigurati nella tela sono un vecchio dalla lunga barba bianca e ebreo, un arabo e un giovane vestito secondo la moda greca.
Le possibili interpretazioni dell'identità dei tre uomini sono che rappresentino le tre età dell'uomo, i tre Re Magi o i tre periodi della civiltà umana.
Le caratteristiche della tecnica pittorica utilizzata da Giorgione sono l'uso di colori vivaci e luminosi, il contrasto tra zone d'ombra e zone illuminate e l'uso della prospettiva atmosferica.