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Concetti Chiave

  • Gaetano Previati, nato a Ferrara, è un rappresentante del Divisionismo italiano, noto per l'opera "Maternità" che esprime temi simbolisti e divisionisti.
  • Previati esplorò l'amore materno in "Maternità", usando una tecnica innovativa con pennellate lunghe e sottili che suscitò polemiche per la sua modernità.
  • "Paolo e Francesca" di Previati è un'interpretazione simbolista del racconto dantesco, evidenziando un'atmosfera emotiva attraverso pennellate evocative e contrastanti.
  • Giuseppe Pellizza da Volpedo, influenzato da Previati e Segantini, adottò il Divisionismo per rappresentare tematiche sociali, vedendo l'arte come strumento di sensibilizzazione.
  • "Il Quarto Stato" di Pellizza è un capolavoro che celebra il proletariato, utilizzando colori caldi e tecniche divisioniste per rappresentare una marcia pacifica e simbolica.

Indice

  1. Formazione e carriera di Gaetano Previati
  2. L'opera simbolista "Maternità"
  3. Interpretazione simbolista di "Paolo e Francesca"
  4. Giuseppe Pellizza da Volpedo e il Divisionismo
  5. Il capolavoro "Quarto stato"

Formazione e carriera di Gaetano Previati

Gaetano Previati nasce a Ferrara nel 1852, qui studia presso la Scuola Civica d’arte ma poi si trasferisce a Milano dove frequenta l’accademia delle belle arti di Brera, acquisendo una formazione di tipo accademico. Si stabilisce poi definitivamente a Milano dove entra in contatto con gli esponenti intellettuali della corrente della Scapigliatura. Partecipa in seguito alla prima Triennale di Milano, un’istituzione culturale internazionale che corrisponde al “Salon” italiano con l’opera Maternità con cui rende chiara ed esplicita la sua adesione al Divisionismo e alle tematiche Simboliste. Successivamente, si sposta a Venezia dove espone diverse opere alla famosa mostra “Biennale”, a Parigi dove presenterà alcuni quadri al “Salon des peintres divisionistes italiens”. Muore infine nel 1920 nella cittadina ligure di Lavagna.

L'opera simbolista "Maternità"

La sua opera principale è la “Maternità”, che viene esposta nel 1891 alla Triennale di Milano e ha suscitato numerose polemiche. L’opera, oggi conservata a Novara, è un olio su tela che raffigura una donna vestita di azzurro con il capo coperto da un manto bianco. La figura femminile è inserita in un ambiente che ricorda il Paradiso terrestre, circondata da angeli che la venerano e seduta su un prato fiorito di gigli. È poi appoggiata ad un albero da frutta, che simboleggia la vita, mentre allatta sua figlio. Un’interpretazione fa riferimento alla tradizionale iconografia della Madonna che allatta Gesù bambino, inoltre Maria è il segno rappresentativo della maternità. Previati scelse questo tema per celebrare l’intensità dell’amore materno e che la vita è nulla senza la maternità. Le polemiche furono originate a causa della mancata comprensione dell’opera da parte di alcuni visitatori: la tecnica pittorica risultò troppo innovativa. Le figure infatti erano state realizzate attraverso pennellate lunghe e sottili di colori separati, stese con un andamento leggero e incurvato che si sovrappongono tra loro.

Interpretazione simbolista di "Paolo e Francesca"

Un’opera che mi ha particolarmente colpito è “Paolo e Francesca”, un olio su tela conservato al Museo dell’Ottocento a Ferrara e realizzato nel 1909. Di questo soggetto Previati ne realizzò diverse versioni. Si tratta di un’interpretazione in chiave simbolista del racconto narrato nel V canto dell’Inferno da Dante. Paolo e Francesca sono stati collocati da Dante nel cerchio dei lussuriosi in quanto, i due innamorati erano uniti da un legame proibito che si tradusse in adulterio e furono uccisi per la gelosia. In questo dipinto si vedono i protagonisti Paolo e Francesca che si abbracciano avvolti in un telo scuro mentre alcune anime di defunti li trasportano verso l’alto. Solo le figure di Paolo e Francesca emergono dal buio grazie alle pennellate ondulate e chiare che sottolineano il volume. Lo sfondo invece è reso con pennellate oblique che facilitano il movimento in alto a destra. Vi è un contrasto tra i colori chiari e caldi dei corpi degli amanti e quelli freddi e scuri dello sfondo, che in questo modo esalta le figure delle anime e degli innamorati. È visibile come scompare la descrizione delle forme, che sembrano smaterializzarsi e unirsi con lo sfondo, a favore di una vera e propria evocazione atmosferica ed emozionale: le due anime sono “avvinghiate”in un vortice emotivo che sembra espandersi oltre i confini della tela. La scena appare a Dante e a noi osservatori all’interno di uno spazio irreale e immateriale.

Giuseppe Pellizza da Volpedo e il Divisionismo

Giuseppe Pellizza da Volpedo nacque a Volpedo nel 1868. Frequentò inizialmente una scuola tecnica a Castelnuovo Scrivia dove apprese le prime nozioni sul disegno, si spostò poi a Milano dove entrò all’Accademia delle belle arti di Brera. Terminati gli studi milanesi si recò dapprima a Roma e poi a Villa medici in Francia. Si spostò in seguito a Firenze dove frequentò l’Accademia delle belle arti come allievo di Giovanni Fattori, avvicinandosi così alla pittura verista e allo studio della natura. Viaggiò poi tra Bergamo e Genova tornando sempre però alla città natale. Aderì in seguito alla corrente del Divisionismo adottandone la tecnica pittorica. Fu influenzato maggiormente da Previati e Segantini in ambito artistico, mentre in campo filosofico dalle letture di Engels che lo portarono a sviluppare un interesse e ad approfondire le tematiche sociali. Sosteneva infatti che il pittore, nella società moderna, avesse il ruolo di educatore in grado di sensibilizzare attraverso l’arte la popolazione alle tematiche sociali.

Il capolavoro "Quarto stato"

Il “Quarto stato”, realizzato nel 1901 e conservato oggi a Modena è considerato come il suo capolavoro. Il dipinto è stato ispirato da uno sciopero di lavoratori e celebra l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato. Quest’ultimo, consapevole della propria forza e importanza, rivendica il rispetto dei propri diritti, soprattutto quello della sussistenza. Pellizza ha rappresentato una folla di braccianti che avanza unita in segno di protesta verso lo spettatore, i personaggi sono mostrati in veduta frontale mentre discutono tra loro. Si tratta di una marcia pacifica, lenta e sicura che mostra una sensazione di vittoria. In primo piano sono presenti tre soggetti: tre uomini e una donna con un bambino in braccio. Il trionfo dei protagonisti è mostrato anche dall’illuminazione frontale che fa da contrasto con lo sfondo molto scuro che non lascia trasparire alcuna forma. Sullo sfondo gli altri manifestanti pongono lo sguardo in diverse direzioni e compiono gesti del tutto naturali. Vi è una prevalenza di colori caldi tendenti all’ocra-rosato disposte con pennellate ottenute con lineette e puntini. È visibile l’utilizzo della tecnica divisionista ma si evidenzia anche la resa statuaria delle figure che rimanda alla formazione accademica dell’artista.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Gaetano Previati e quale corrente artistica rappresentava?
  2. Gaetano Previati era un pittore nato a Ferrara nel 1852, rappresentante del Divisionismo italiano e aderente alle tematiche Simboliste. Si formò presso l'Accademia delle belle arti di Brera a Milano e divenne noto per opere come "Maternità".

  3. Qual è l'opera principale di Gaetano Previati e quali tematiche affronta?
  4. L'opera principale di Previati è "Maternità", esposta alla Triennale di Milano nel 1891. Questo dipinto affronta il tema dell'amore materno e della vita, rappresentando una donna che allatta suo figlio in un ambiente paradisiaco, simboleggiando la maternità attraverso l'iconografia della Madonna.

  5. Cosa rappresenta il dipinto "Paolo e Francesca" di Previati e come viene interpretato?
  6. "Paolo e Francesca" è un'interpretazione simbolista del racconto dantesco, dove i due amanti, uniti da un legame proibito, sono rappresentati in un abbraccio avvolti da un telo scuro. Il dipinto evoca un'atmosfera emotiva e immateriale, sottolineando il vortice emotivo che li avvinghia.

  7. Chi era Giuseppe Pellizza da Volpedo e quale movimento artistico seguiva?
  8. Giuseppe Pellizza da Volpedo, nato nel 1868, era un pittore che aderì al Divisionismo, influenzato da artisti come Previati e Segantini e da letture filosofiche di Engels. Si interessò alle tematiche sociali, vedendo nell'arte un mezzo per sensibilizzare la popolazione.

  9. Qual è il significato del dipinto "Il Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo?
  10. "Il Quarto Stato", capolavoro di Pellizza da Volpedo, rappresenta l'affermazione del proletariato e la rivendicazione dei propri diritti. Il dipinto mostra una folla di lavoratori in marcia, simbolo di protesta e unità, con una prevalenza di colori caldi e l'uso della tecnica divisionista.

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