Concetti Chiave
- La "Flagellazione di Cristo" di Piero della Francesca è un'opera complessa e discussa dagli studiosi, con una datazione incerta tra il 1452 e il 1458.
- L'opera rappresenta due scene connesse: una all'aperto con tre uomini in conversazione e l'altra al chiuso con Cristo legato a una colonna.
- L'uso della prospettiva è magistrale, evidenziato dalle linee architettoniche e dai dettagli decorativi, che ampliano lo spazio nonostante le dimensioni ridotte.
- La doppia direzione della luce sottolinea una separazione spaziale o temporale tra le due scene, e i personaggi sono bloccati in un momento d'azione.
- Il significato dell'opera è oggetto di interpretazioni varie, collegandola a eventi storici e figure come il cardinale Bessarione e Buonconte da Montefeltro.
Indice
Discussione sull'opera
La flagellazione e un'opera molto discussa dagli studiosi e non si riesce precisamente a collocare la sua realizzazione nel tempo (1452/ 1458) dal momento che non ci sono dei documenti che ne attestano la commissione.
Vengono rappresentate due diverse scene, ma connesse fra loro, quella a destra che si svolge all'aperto, mentre l'altra che si svolge in un interno.
Dettagli architettonici
La tavola ha dimensioni ridotte (circa 60x80 cm), ma, nonostante ciò, mostra grandi spazi grazie all’applicazione perfetta della prospettiva. Le fasce bianche, la pavimentazione, gli architravi, le linee di gronda degli edifici, mostrano tutti l'unicità del punto di fuga (quindi la proiezione del punto di vista sul quadro prospettico).
L'edificio è costituito da un portico di marmo bianco, con colonne composite dal fusto scanalato che reggono una trabeazione. Per ampliare la monumentalità e la spazialità dell'ambiente, all'interno non ci sono colonne intermedie e agli incroci degli architravi a tre fasce ci sono dei pendentif (ornamenti architettonici pendenti). La griglia strutturale forma campate quadrate coperte da superfici piane cassettonate e con rosoni. Sulla parete di fondo, che viene messa in risalto da due grandi specchiature di marmo rosso e di verde, ci sono due porte: quella a destra è chiusa, mentre quella a sinistra è aperto e lascia intravedere delle scale che portano a un piano superiore.
Il disegno che determina il pavimento delle tre campate che vediamo è piuttosto complesso: nella prima e nella terza (che sono rispettivamente la più vicina è la più lontana), una stella centrale in marmo bianco è circondata dall' alternarsi di marmo e porfido rosso (un materiale di colore rosso porpora); nella campata in mezzo invece, c'è un grande cerchio verde con angoli in marmo rosa. Al centro del cerchio spunta una colonna ionica che sostiene un idolo d'oro: a questa colonna è legato Gesù, e di fianco a lui è seduto Ponzio Pilato. Gli ambienti esterni invece, hanno dei pavimenti di di un caldo cotto rosso, inquadrato da fasce di marmo bianco.
Illuminazione e simbolismo
La parte destra del dipinto è illuminata da sinistra, mentre la parte sinistra è illuminata dalla parte opposta. All'interno del portico è evidente la presenza di un'altra fonte di luce che illumina i cassettoni della campata centrale. Molto probabilmente con questa doppia direzione della luce, Piero voleva suggerire una sorta di separazione fisica o temporale fra le due scene.
Una cosa molto comune dei dipinti di Piero è l'immobilita dei personaggi, che sono bloccati in un momento dell'azione. I flagellatori sono irrigiditi con le braccia alzate con lo scopo di colpire Gesù, che ha un corpo perlaceo, simbolo della sua purezza. Inoltre, la mano sinistra dell'uomo con il turbante, quindi quello a destra, non ricade lungo il fianco ma rimane piegata. Seduto alla destra di Gesù c'è Pilato, che guarda davanti a sé, come se fosse una divinità arcaica. Il discorso dei tre personaggi a destra è bloccato, proprio come il linguaggio muto dei vari gesti delle loro mani. Anche qui, la luce costruisce i volumi e definisce i contorni, disegna il turbante dell'uomo e i margini delle pieghe dell'abito dell'uomo che si vede di spalle, come i profili delle mensole del tetto dell'edificio rosa che si trova all'estrema destra, illumina i rossi e fa brillare il damasco azzurro e oro che indossa l'uomo a destra. Non è un caso che il blu del manto di Pilato e il blu tempestato d'oro dell'uomo a destra bilanciano per colorazione i due episodi, collocati alle estremità di una diagonale immaginaria che attraversa il dipinto in profondità.
Il fatto che la scena evangelica sia in secondo piano, ci fa capire che i protagonisti del dipinto siano i due uomini a destra il giovane tra di loro.
Interpretazioni dei personaggi
Ci sono state moltissime interpretazioni del dipinto e ciascuna di queste ha suggerito un’identificazione dei tre personaggi. Una di queste interpretazioni sostiene che i tre uomini fossero, da sinistra verso destra: il cardinale Bessarione, Buonconte da Montefeltro (figlio di Federico, signore di Urbino) e Giovanni Bacci. La flagellazione di Cristo sarebbe l'argomento di cui forse parla Bessarione. Ponzio Pilato viene identificato con l'imperatore d'Oriente, Giovanni 8 Paleòlogo, e ciò rivela il significato del dipinto, dal momento che l'argomento della discussione riguarda l'imperatore, che con la sua politica di tolleranza nei confronti del clero di Costantinopoli aveva fatto sì che la chiesa greca si staccasse nuovamente da quella Latina. Inoltre, egli veniva ritenuto responsabile delle sofferenze provocate dai Turchi ai cristiani d'Oriente, tanto che Piero lo rappresenta come un impassibile Ponzio Pilato che assiste alla tortura di Cristo senza fare nulla. Si pensa che la tavola fosse stata inviata in dono a Federico da Montefeltro, per cercare di convincerlo ad appoggiare la crociata sostenuta da Papa Pio II intorno alla fine degli anni Sessanta del 400, e appoggiata da Bessarione, con lo scopo di liberare Costantinopoli dai turchi. Ciò spiega la presenza di Buonconte da Montefeltro (in mezzo ai due uomini), scalzo e con una rossa tunica. Inoltre, il giovane ha un colore di pelle molto pallido, infatti egli morì di peste nell’autunno dell'anno prima (1458), all'età di soli 17 anni. La sua sofferenza viene quindi paragonata a quella di Cristo flagellato, e quindi a quelle dei cristiani orientali, mentre il dolore di Federico, suo padre, è paragonato a quello della chiesa. Attraverso il giovane si cerca quindi di addolcire il padre Federico in modo che voglia partecipare alla crociata.
Altre interpretazioni
Un'altra interpretazione invece, ritiene che Buonconte sia in realtà Tommaso Paleologo e Giovanni Bacci sia in realtà Nicolò III d’Este. La tavola sarebbe stata donata dall’Este al cardinale con lo scopo di ricordare Il Concilio di Ferrara-Firenze del 1438-1439, sia per lo scopo di Tommaso di salire al trono di Bisanzio. La tunica di Tommaso è rossa perché egli è porfirogènito, cioè concepito nella porpora (era uno dei titoli dell’imperatore d’Oriente) ed è scalzo perché aspetta di indossare le scarpe purpuree, che indossano gli imperatori.
Domande da interrogazione
- Qual è la particolarità della prospettiva nell'opera "Flagellazione di Cristo" di Della Francesca?
- Quali sono le due scene rappresentate nel dipinto e come sono collegate?
- Chi sono i personaggi identificati nella scena a destra del dipinto?
- Qual è il significato simbolico della rappresentazione di Ponzio Pilato nel dipinto?
- Quali sono le interpretazioni alternative riguardo ai personaggi e al significato del dipinto?
L'opera mostra grandi spazi grazie all'applicazione perfetta della prospettiva, con un unico punto di fuga che unifica le linee architettoniche e crea un effetto di profondità.
Il dipinto rappresenta due scene connesse: una all'aperto con tre uomini che conversano e l'altra all'interno, dove Cristo è flagellato. La doppia direzione della luce suggerisce una separazione fisica o temporale tra le due scene.
Una delle interpretazioni suggerisce che i tre uomini siano il cardinale Bessarione, Buonconte da Montefeltro e Giovanni Bacci, con la flagellazione di Cristo come argomento della loro discussione.
Ponzio Pilato è identificato con l'imperatore d'Oriente, Giovanni 8 Paleòlogo, rappresentando la sua politica di tolleranza verso il clero di Costantinopoli e la responsabilità delle sofferenze dei cristiani d'Oriente.
Un'altra interpretazione vede Buonconte come Tommaso Paleologo e Giovanni Bacci come Nicolò III d’Este, con la tavola donata per ricordare il Concilio di Ferrara-Firenze e l'aspirazione di Tommaso al trono di Bisanzio.