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Concetti Chiave

  • Il paesaggio è una visione ampia e panoramica, mentre il luogo ha un'identità specifica e sacrale, percepita come invisibile.
  • Nel mondo antico, l'esperienza umana era più legata ai luoghi che ai paesaggi, con i luoghi visti come spazi qualificati.
  • Il romanzo manzoniano utilizza una descrizione paesaggistica che manca nella narrativa dell'antica Grecia, dove la natura non è vista come teatro estetico.
  • Il mosaico di Palestrina, descritto come un "paesaggio brulicante", è in realtà un inventario topografico della Valle del Nilo, non un vero paesaggio.
  • Un paesaggio, per essere tale, deve essere empirico e percettivo, altrimenti non può essere considerato come tale.

Indice

  1. Contrapposizione fra paesaggio e luogo
  2. «Quel ramo del lago di Como […]»
  3. Mosaico Nitolico

Contrapposizione fra paesaggio e luogo

Se il paesaggio è una veduta d’insieme, ampia, panoramica (o che tende al panorama), che si offre allo sguardo di un osservatore (ossia essenzialmente un’immagine visiva), allora quello del Fedro non è un paesaggio. L’esperienza dell’uomo antico non si rapporta a paesaggi, ma a luoghi: il luogo (il locus latino, la chora greca) non è una semplice porzione di spazio, ma uno spazio qualificato o pregnante, uno spazio con una sua precisa identità (che viene percepita come sacrale nella misura in cui è invisibile).

Questa identità «demoniaca» del luogo non dipende da noi (possiamo coglierla, ma non istituirla), mentre il paesaggio prende forma nell’occhio di chi lo osserva se si pone alla distanza giusta, se lo ‘inquadra’ a dovere ed è un’esperienza essenzialmente visiva, che le suggestioni non visive rischiano di sommergere o di turbare. È proprio lo sfumare di questa identità «locale» a creare i presupposti del paesaggio, e al limite del panorama.

«Quel ramo del lago di Como […]»

Nello scenario della Grecia classica non riusciamo a ritrovare una descrizione paesaggistica paragonabile a quella che costituisce l’incipit del famoso romanzo manzoniano. Per gli antichi, la natura non si compone mai scenograficamente o prospetticamente davanti allo sguardo dello spettatore come un puro teatro estetico.

Mosaico Nitolico

In un recente libro di Simon Schama questo mosaico di Palestrina (80 a.C.) viene descritto come un «paesaggio brulicante» (di ippopotami, coccodrilli, palme, etc.). In realtà, questo «paesaggio» nitolico non è affatto un paesaggio, ma un accurato inventario topografico ed enciclopedico della Valle del Nilo. E non è un paesaggio per una ragione molto semplice: che nessuno sguardo è in grado di abbracciare l’intera Valle del Nilo. E il paesaggio o è empirico, percettivo, o non è.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra paesaggio e luogo secondo il testo?
  2. Il testo distingue tra paesaggio e luogo, affermando che il paesaggio è una veduta panoramica offerta all'osservatore, mentre il luogo è uno spazio con una precisa identità percepita come sacrale e non dipendente dall'osservatore.

  3. Come viene descritta la natura nella Grecia classica rispetto al romanzo manzoniano?
  4. Nella Grecia classica, la natura non si presenta mai come un teatro estetico scenografico o prospettico, a differenza della descrizione paesaggistica dell'incipit del romanzo manzoniano.

  5. Perché il mosaico di Palestrina non è considerato un paesaggio?
  6. Il mosaico di Palestrina non è considerato un paesaggio perché è un inventario topografico ed enciclopedico della Valle del Nilo, e non può essere abbracciato interamente da uno sguardo, rendendolo non empirico o percettivo.

Domande e risposte