Concetti Chiave
- Il concetto di "città ideale" nel Quattrocento si basa su una pianta urbana geometrica e un ordine razionale che riflette un ideale di convivenza umana.
- Importanti figure come Leon Battista Alberti e Luciano Laurana hanno esplorato questo tema attraverso trattati e opere architettoniche, come il Palazzo Ducale di Urbino.
- La "città ideale" è stata anche un soggetto pittorico per sperimentare la prospettiva senza la presenza di figure umane.
- L'utopia delle "città ideali" era collegata a progetti reali per migliorare la vita sociale e immaginare un futuro sostenibile.
- Enea Silvio Piccolomini, noto come Papa Pio II, realizzò un esempio concreto di "città ideale" con la costruzione della città di Pienza.
Indice
Il concetto di città ideale
In molti trattati del Quattrocento, in talune realizzazioni figurative e persino in qualche concreta messa in opera si affaccia il tema della “città ideale”: un modello di razionalizzazione urbana fondato sulla definizione di una pianta cittadina rigorosamente geometrica e concepita sulla base di un preciso ordine razionale.
Nella concezione di un modello urbanistico ideale si riflette un ideale umano fondato sulla convivenza: all’ordine dello spazio corrisponde l’ordine della società.Contributi di architetti e artisti
Il tema è affrontato dai maggiori trattatisti, architetti e pittori dell’epoca: da Leon Battista Alberti, all’architetto Luciano Laurana (1420- 79), che a Urbino lavorò alla trasformazione del Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro. Significativamente, sulle tarsie stesse di una porta del Palazzo Ducale di Urbino si trova rappresentato uno scorcio di “città ideale”. Inoltre la rappresentazione della “città ideale” divenne, in ambito pittorico, anche un campo di sperimentazione della prospettiva in assenza di figure viventi.
Utopia e realizzazione concreta
È importante ricordare che l’utopia delle “città ideali” non era svincolata da un reale progetto per la vita concreta delle società umane e dalla visione in prospettiva di un futuro possibile. Un esperimento di realizzazione di questo progetto, precorrendo il pensiero urbanistico rinascimentale, venne tentato dall’umanista senese Enea Silvio Piccolomini (1405-64), divenuto papa nel 1458 con il nome di Pio II. Tra i suoi maggiori contributi alla cultura del tempo va certamente annoverata la progettazione ed edificazione ex novo della città di Pienza: un modello di città ideale.