Concetti Chiave
- L'affresco di Leonardo nel refettorio del Convento fu creato su commissione di Ludovico il Moro e realizzato con una tecnica sperimentale di tempera all'uovo su uno stucco levigato.
- Leonardo, noto per la sua insoddisfazione, cercava continuamente di correggere e perfezionare il suo lavoro, anche per piccoli dettagli espressivi.
- Dopo vent'anni, il dipinto iniziò a deteriorarsi, tanto che Vasari lo descrisse come una "macchia abbagliata".
- Le figure degli Apostoli, disposte in gruppi di tre, mostrano emozioni drammatiche in risposta all'annuncio del tradimento di Cristo, in contrasto con la calma ieratica di Gesù.
- Leonardo utilizzò una fusione di prospettiva lineare e giochi di luce e ombra per creare un effetto di unità spaziale e temporale, con figure di dimensioni maggiori per enfatizzare i sentimenti.
Ludovico il Moro e l'affresco
Commissionato da Ludovico il Moro per il refettorio del Convento, posto accanto alla chiesa la cui abside e la cui cupola erano allora in cantiere sotto la guida del Bramante, l'affresco fu eseguito, a testimonianza dello spirito sperimentale del grande maestro, con una tecnica inusuale: tempera all'uovo su un arriccio duro e levigato, come uno stucco in due strati di cui il superiore sottilissimo.
Tecnica e deterioramento
Leonardo vuole ritornare sul già fatto, correggere, mutare; è il primo artista incontentabile che fino all'ultimo vuole avere la possibilità di mutare anche solo una sfumatura espressiva in una figura in rapporto a una nota magari all'estremo opposto del quadro.
Già dopo un ventennio il dipinto cominciò a deteriorarsi, tanto che il Vasari, con costernazione lo definisce una "macchia abbagliata".
Dramma e composizione
Le figure degli Apostoli, scandite a gruppi di tre, sono mosse dallo stupore all'annuncio del tradimento del Cristo. L'espressione drammatica e magistrale che i sentimenti, è al culmine della ricerca leonardesca sui moti corporei e sui tratti fisionomici alterati dalle passioni. In contrasto il Cristo, appare immobile e ieratico, fulcro compositivo e concettuale dell'insieme.
Fa ricorso a una fusione tra convergenza tra prospettiva lineare e prospettiva ottenuta mediante rapporti di luce ed ombra, per giungere ad esprimere una situazione unitaria composta di infiniti fattori dati così nella stessa condizione di spazio, tempo e luce.
Le figure posseggono dimensione maggiore rispetto al vero, condizione necessaria per rendere visibili, nei movimenti del corpo e nelle variazioni fisionomiche, i moti dell'animo.