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Concetti Chiave

  • Tiziano fu il ritrattista ufficiale di Carlo V, creando ritratti che evidenziano l'umanità e la personalità dell'imperatore.
  • Oltre ai ritratti ufficiali, Tiziano inventò il genere del ritratto equestre, con significati allegorici legati alla fede.
  • Nel ritratto di Carlo V, l'imperatore è raffigurato come un miles christianus, simbolo di difesa della fede.
  • La scena è collocata in un paesaggio verdeggiante all'alba, con un uso sapiente della tonalità per enfatizzare Carlo V.
  • Tiziano evitò figure allegoriche suggerite da Pietro Arentino, preferendo rispettare il carattere schivo di Carlo V.

Indice

  1. Tiziano e il ritratto equestre
  2. Iconografia allegorica e significato
  3. Carlo V e la battaglia
  4. Paesaggio e rappresentazione del volto
  5. Suggerimenti di Pietro Arentino

Tiziano e il ritratto equestre

Tiziano fu il ritrattista ufficiale di Carlo V e grazie alla sua abilità l'immagine e la personalità dell'imperatore ci appaiono vive e umane. Oltre ai ritratti ufficiali secondo il canone del ritratto di stato a figura intera, l'artista inventò un nuovo genere di immagine ufficiale del principe: il ritratto equestre.

Iconografia allegorica e significato

In questo ritratto l'iconografia viene ad assumere anche un significato allegorico: Tiziano ritrasse durante la dieta di Augusta Carlo V rievocando la recente vittoria delle forze cattoliche sui principi protestanti della lega di Smalcalda a Muhlberg.

Carlo V e la battaglia

L'imperatore è raffigurato mentre si reca in battaglia, con armatura e lancia, assimilato al miles christianus che lotta per la difesa della fede e alla figura del santo cavaliere Giorgio, vittorioso sul drago-demonio. Carlo stesso aveva voluto portare la lancia proprio con questo significato, mentre in battaglia i re erano soliti impugnare la spada o il bastone di comando.

Paesaggio e rappresentazione del volto

La scena è ambientata entro un paesaggio arioso e verdeggiante, nei bagliori dorati dell'alba che sono resi con morbidezza tonale, mentre acquistano maggior forza sul protagonista.

Il volto di Carlo non è idealizzato e l'imperatore, pur pallido e già malato, appare concentrato e deciso, senza espressioni trionfali.

Suggerimenti di Pietro Arentino

L'umanista e amico di Tiziano Pietro Arentino suggerì di inserire delle figure allegoriche della religione e della fama, ma Tiziano le ritenne un'allusione troppo enfatica e scontata, e inoltre poco adatta al carattere schivo e taciturno del committente, che si ritirerà in monastero dopo aver abdicato.

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