Concetti Chiave
- L'architettura interna della Basilica di San Lorenzo combina la spazialità classica con elementi delle basiliche paleocristiane, caratterizzata da una pianta a croce latina a tre navate.
- Il design risalta grazie al contrasto tra pietra serena grigia e intonaco bianco, con un impianto longitudinale evidenziato da fasce in pietra e un soffitto a cassettoni.
- L'uso dell'arcata a tutto sesto su colonne crea una scansione visiva ritmica, guidando il visitatore verso l'altare, concepito come punto di fuga prospettico.
- Brunelleschi introduce il "dado brunelleschiano", un elemento tra capitello e arco, con trabeazione classica, innovando rispetto ai pilastri precedenti.
- La struttura simboleggia concetti medievali con elementi come il numero tre per la Trinità e dodici per gli apostoli, riflettendo un significato simbolico profondo.
L'architettura di Brunelleschi
L’architetto creò un interno sontuoso e monumentale, che recupera il senso della spazialità classica e allo stesso tempo si ispira alla forma delle basiliche paleocristiane. La pianta è a croce latina a tre navate, con abside piatta. L’interno appare impostato su linee ortogonali, evidenziate dal contrasto tra il grigio della pietra serena e il bianco dell’intonaco delle pareti: il risultato è un impianto longitudinale e geometrico, sottolineato dalle fasce in pietra che riquadrano il pavimento, dal lungo cornicione orizzontale che corre sopra gli archi e dal soffitto ligneo a cassettoni della navata centrale.
L’elemento caratterizzante di questo spazio è l’arcata a tutto sesto impostata su colonne, che crea ampie campate e nel suo ritmico susseguirsi genera la scansione visiva dell’interno dell’edificio dall’ingresso fino all’abside, accompagnando l’occhio del visitatore ed esaltando così l’impressione di longitudinalità.Elementi strutturali e simbolici
In questo modo Brunelleschi sottolinea visivamente il lungo e simbolico percorso che il fedele deve compiere verso l’altare (il luogo dei sacramenti). E un’interpretazione prospettica dello spazio reale e l’altare viene concepito come una sorta di punto di fuga. Anche il recupero della colonna con capitello corinzio è una novità rispetto all’utilizzo dei pilastri nei secoli precedenti; in più, Brunelleschi interpone fra il capitello e l’imposta dell’arco un elemento che per la sua forma verrà chiamato “dado brunelleschiano” caratterizzato sui quattro lati da una porzione di trabeazione classica con architrave, fregio e cornice.
Il corpo longitudinale della basilica venne portato a termine nel 1461, dopo la morte dell’architetto, dal suo allievo Antonio Manetti, mentre la facciata non fu mai compiutamente realizzata.
Simbolismo e numerologia
Alla proporzione matematica e alla purezza dei volumi si aggiunge il loro significato simbolico di derivazione ancora medievale: da uno spazio cubico, simbolo della terra e dell’umanità, si passa a uno spazio semicircolare, simbolo del cielo; il numero tre, che richiama la Trinità, si ritrova nella suddivisione interna dell’alzato, nella spartizione del lato absidale e nel numero delle finestre sui rimanenti lati; quattro, come gli elementi terrestri e gli evangelisti, sono i clipei al centro delle lunette e nei pennacchi, mentre dodici, come gli apostoli, sono gli spicchi e gli oculi della cupola principale; il lanternino alla sua sommità, infine, è simbolo della divinità.
Domande da interrogazione
- Qual è l'elemento caratterizzante dell'interno della Basilica di San Lorenzo?
- Quali simbolismi sono presenti nella struttura della Basilica di San Lorenzo?
- Chi completò il corpo longitudinale della basilica e quale parte non fu mai realizzata?
L'elemento caratterizzante è l'arcata a tutto sesto impostata su colonne, che crea ampie campate e genera una scansione visiva dell'interno dall'ingresso fino all'abside, esaltando l'impressione di longitudinalità.
La basilica incorpora simbolismi medievali, come il passaggio da uno spazio cubico a uno semicircolare, il numero tre che richiama la Trinità, e il lanternino che simboleggia la divinità.
Il corpo longitudinale fu completato da Antonio Manetti nel 1461, mentre la facciata non fu mai compiutamente realizzata.