Concetti Chiave
- La trasfigurazione di Cristo di Bellini si ispira a Mantegna ma mantiene una continuità con la sua esperienza pittorica precedente.
- Bellini inserisce Cristo tra Elia e Mosè, mentre Mantegna rappresenta gli apostoli addormentati, mostrando differenze significative nel soggetto.
- Il paesaggio belliniano è di ispirazione fiamminga, privo di riferimenti alla Roma antica, a differenza delle opere di Mantegna.
- Bellini adotta il dettaglio della capigliatura a boccoli di Mantegna, segnalando un dialogo stilistico tra i due artisti.
- Ne "L'Orazione nell'orto", Bellini modernizza il paesaggio veneto e propone una visione dove gli angeli sono apparizioni, a differenza della visione più realistica di Mantegna.
Influenze di Mantegna su Bellini
La trasfigurazione di Cristo mostra chiaramente dei riferimenti alla pittura di Mantegna, ma allo stesso tempo vi è continuità rispetto all’esperienza pittorica precedente. Innanzitutto è chiaro che Bellini ha visto un’opera di Mantegna che lo ispira, che potrebbe essere l’Orazione nell’orto (figura 64).
Differenze nei paesaggi
Bellini rappresenta Cristo in alto fra Elia e Mosè, mentre nell’opera di Mantegna vi sono gli apostoli addormentati. Tipico paesaggio belliniano, dove non c’è l’architettura classica, oppure un richiamo alla città di Roma. Il paesaggio di Bellini è fondamentalmente fiammingo, con particolari curati, ma manca clamorosamente qualsiasi riferimento alla storia antica o al passato mitico di Roma. Mantegna, al contrario, in tutte le raffigurazioni fa comparire un riferimento a Roma.
Confronto tra Bellini e Mantegna
Bellini riprende da Mantegna l’uso della capigliatura a boccoli: Cristo, uno degli Apostoli hanno una capigliatura solcata da dei bellissimi riccioli, che ci fanno capire l’esistenza di un confronto fra i due autori. Questa tema ritornerà anche in altre opere di Bellini.
Giovanni Bellini raffigura lo stesso tema dell’opera di Mantegna. La differenza fondamentale la fa il paesaggio. In Mantegna si vede la città di Roma, mentre Bellini rappresenta il paesaggio veneto, ma in chiave moderna. Cristo prega di fronte ad un angelo. Per Mantegna tutto è reale, compresi gli angeli, mentre per Bellini è tutto reale fuorchè gli angeli, che sono un’apparizione improvvisa. In Bellini i soldati stanno giungendo per catturare cristo, ma sono meno definiti, quasi trasparenti, come se si trattasse di una scena secondaria. In entrambi i dipinti c’è un albero, in Mantegna è in primo piano a destra, mentre in Bellini è in secondo piano e a sinistra. Questa diversa posizione determina anche significati diversi: in Mantegna ha un significato escatologico, mentre in Bellini il significato non è diretto, ci si può ragionare. Bellini prende spunto, non imita Mantegna, e traduce tutto nella propria concezione artistica.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali differenze tra le opere di Bellini e Mantegna nella rappresentazione della Trasfigurazione di Cristo?
- Come differisce l'interpretazione del paesaggio nell'Orazione nell'orto tra Bellini e Mantegna?
- In che modo Bellini e Mantegna trattano il tema degli alberi nelle loro opere?
Bellini si ispira a Mantegna ma introduce un paesaggio fiammingo senza riferimenti a Roma, mentre Mantegna include sempre elementi romani. Bellini adotta anche la capigliatura a boccoli da Mantegna.
Mantegna rappresenta un paesaggio con la città di Roma, mentre Bellini opta per un paesaggio veneto moderno. Inoltre, Bellini rende gli angeli come apparizioni improvvise, a differenza di Mantegna che li rappresenta come reali.
In Mantegna, l'albero è in primo piano a destra con un significato escatologico, mentre in Bellini è in secondo piano a sinistra, con un significato meno diretto e più aperto all'interpretazione.