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Con Le ninfee si intende un ciclo di circa 250 dipinti, compiuto dal pittore impressionista francese Claude Monet. Le opere descrivono artisticamente il giardino dell'autore, situato a Giverny, e occuparono sostanzialmente gli ultimi trent'anni della produzione dell'artista. Molti di questi dipinti furono creati nonostante Monet fosse stato colpito da cataratta.
Monet trasferisce dal suo giardino alla sua arte, i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, le rose e gli iris che lo popolano. Questi lavori nascono , appunto, nel giardino di Giverny, acquistato da Monet nel 1890 che fino ad allora aveva condotto un'esistenza da nomade, alla ricerca dei mutamenti della luce, dalla Normandia all'Italia, dall'Inghilterra alla Norvegia. In questa casa, accanto al giardino francese, con i fiori che ha piantato in un primo tempo, costruì quello
giapponese e in uno stagno circondato da salici fiorirono le più diverse specie di ninfee.
Quest'angolo del giardino divenne per Monet un vero e proprio rifugio, Anche dopo la malattia agli occhi, Monet continuò a lavorare alle tele delle ninfee nel suo atelier di Giverny, attrezzato per realizzare contemporaneamente più quadri.
La serie delle Ninfee non sarà mai terminata perchè l'artista morì nel 1926. Le ninfee risultano quasi un’ossessione, con il loro fluttuare sull’acqua, i loro colori brillanti, i loro sprazzi di luce, da catturare e riportare al meglio sulla tela. Monet non si stanca mai di ritrarlo, nonostante la malattia agli occhi lo renda negli ultimi anni quasi cieco, di farne il frutto supremo delle sue ricerche sulla luce e sul colore. Le sue pennellate diventano più morbide, i colori più
mescolati, i contorni delle forme quasi cancellati. Il Monet di questo periodo sembra persino andare oltre l’impressionismo, sfiorare i confini dell’astrazione.
Nelle ninfee blu Monet concentra il punto di vista su una
piccola zona dello stagno percepita come una parte di natura
quasi in primo piano. Non c'è un punto particolare che attiri
di più l'attenzione rispetto ad un altro e, l'impressione
dominante, è quella di una superficie informe. Il formato
quadrato della tela, rafforza la nozione di neutralità che
traspare dalla composizione. La mancanza di un punto di
riferimento conferisce al frammento le qualità dell'infinito,
dell'illimitato. Mai la pennellata del pittore è stata così
libera
di esprimersi, così distaccata dalla descrizione delle forme.
Se guardiamo la tela da vicino, possiamo avvertire il Ninfee blu, 1916-1919 circa. Olio su tela 204x200
sentimento di una totale astrazione.Lo spettatore deve fare cm museo d'Orsay Parigi
un costante sforzo visivo e cerebrale per dare forma al
paesaggio evocato.
L'incompiutezza dei bordi che non sono stati dipinti, mette ulteriormente l'accento sulla pittura
concepita come una superficie riempita di colori.
Oltre a tele di piccole dimensioni Monet dipinge anche una quarantina di grandi dimensioni, come
quelle presenti all’Orangerie.
Monet Ninfee dell'Orangerie a Parigi
opere a grande scala culminano con il ciclo delle Ninfee dell’ Orangerie; é
Queste quaranta
fortissimo il contrasto tra queste e il giardino che l’artista stesso aveva costruito, che con il tempo si
trasformò, in un vero e proprio laboratorio di ricerca estetica. E questo luogo che ancora oggi può
essere « confuso » con un dipinto, ha la capacità di poter cambiare d’aspetto secondo le ore della
giornata e secondo le stagioni.
Ed é proprio qui che le caratteristiche della pittura di Monet possono essere ritrovate: il gusto per
l’illimitatezza, il tempo che passa e fugge nonchè la perfetta e naturale fusione tra oggetti e soggetti,
che dalla realtà si fondono sulla tela. Il tutto avviene grazie a un forte ed efficace trait d’union: la
luce sottoforma di bagliori, di ombre non più nere, ma leggermente colorate, di nuvole e riflessi. Un