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Sintesi

Introduzione Tesina su Claude Debussy



La tesina di maturità descrive la figura del compositiore musicale Claude Debussy, effetuando dei collegamenti disciplinari con l'impressionismo in Storia dell'arte e con il simbolismo in Italiano.
“Come la poesia moderna ha le radici in certi poemi di Baudelaire, così si può dire con fondatezza che la musica moderna si sveglia nell'Après-midi d'un faune”, una delle più celebri opere di Debussy. Questo sostiene il grande direttore d'orchestra e compositore Pierre Boulez e non è l'unico a considerare Claude Debussy come il “padre della musica
moderna”.
Debussy compone per pianoforte, orchestra e balletto, utilizzando un suo stile particolarmente vario e fantasioso, seguendo le emozioni. La sua arte si sforza di cogliere sensazioni preziose ed evanescenti, ebbrezze sottili e instabili momenti della natura, ed è per questo che, sin dai primi anni del Conservatorio, egli rifiuta ogni schematismo e ogni
obbligo di modulare. Le rigide regole della musica classica dell'epoca gli vanno decisamente strette, così come le numerose ed artificiose complicazioni, la ricercatezza forzata delle composizioni e tutta la musica scolastica troppo chiusa e calcolatrice. Per questo suo porsi al di là di ogni schema Debussy frequenta raramente gli ambienti accademici del Conservatorio parigino e si trova più a suo agio fra i pittori e i letterati dell'epoca. Frequentando i caffè e i luoghi in cui questi artisti si riuniscono Debussy entra in contatto con numerosi poeti simbolisti e pittori impressionisti ed è impossibile negare l'influenza che questi ebbero nelle sue composizioni. Fin dai primi anni della sua carriera egli si rese conto che aveva da imparare più da loro che dai musicisti del suo tempo ossessionati dalla carriera, tanto che arrivò ad affermare: “Voi (giovani compositori) non progredite, poiché voi conoscete solo la musica e obbedite a leggi barbare”.
Ma, nonostante poesia e arte siano per lui importanti, Debussy afferma che il primato dell'arte appartiene alla musica: “I pittori e gli scultori possono darci della bellezza dell'universo soltanto un'interpretazione piuttosto libera e sempre frammentaria. Essi colgono e fissano soltanto uno dei suoi aspetti, uno soltanto dei suoi istanti; solo i musicisti, hanno il privilegio di captare tutta la poesia della notte e del giorno, della terra e del cielo, di ricostruirne l'atmosfera e di ritmarne l'immensa palpitazione.” Poco importa, quindi, a Debussy di seguire le regole accademiche della musica del suo
tempo, l'unico suo interesse è quello di ricostruire l'atmosfera della natura. Per questo suo porsi al di là di ogni schema Debussy viene spesso associato al movimento impressionista. In sintesi la tesina mostra la figura di Debussy attraverso l'arte e la letteratura.


Collegamenti


Tesina su Claude Debussy



Storia dell'arte - L'impressionismo.
Italiano - Il simbolismo.
Estratto del documento

CLAUDE DEBUSSY

FRA IMPRESSIONISMO

E SIMBOLISMO

Liceo scientifico

Maturità 2012-2013

INDICE

1. Debussy, grande innovatore

1.1 Il rifiuto di ogni schematismo

2. Debussy e l'impressionismo

2.1 Impressionismo in arte

2.2 Caratteristiche impressioniste di Debussy

3. Debussy e il simbolismo

3.1 Corrispondenze

3.2 Le innovazioni simboliste

“Come la poesia moderna ha le radici in certi poemi di Baudelaire, così si può dire con

fondatezza che la musica moderna si sveglia nell'Après-midi d'un faune”, una delle più

celebri opere di Debussy. Questo sostiene il grande direttore d'orchestra e compositore

Pierre Boulez e non è l'unico a considerare Claude Debussy come il “padre della musica

moderna”.

Debussy compone per pianoforte, orchestra e balletto, utilizzando un suo stile

particolarmente vario e fantasioso, seguendo le emozioni. La sua arte si sforza di cogliere

sensazioni preziose ed evanescenti, ebbrezze sottili e instabili momenti della natura, ed è

per questo che, sin dai primi anni del Conservatorio, egli rifiuta ogni schematismo e ogni

obbligo di modulare. Le rigide regole della musica classica dell'epoca gli vanno

decisamente strette, così come le numerose ed artificiose complicazioni, la ricercatezza

forzata delle composizioni e tutta la musica scolastica troppo chiusa e calcolatrice.

Per questo suo porsi al di là di ogni schema Debussy frequenta raramente gli ambienti

accademici del Conservatorio parigino e si trova più a suo agio fra i pittori e i letterati

dell'epoca. Frequentando i caffè e i luoghi in cui questi artisti si riuniscono Debussy entra

in contatto con numerosi poeti simbolisti e pittori impressionisti ed è impossibile negare

l'influenza che questi ebbero nelle sue composizioni. Fin dai primi anni della sua carriera

egli si rese conto che aveva da imparare più da loro che dai musicisti del suo tempo

ossessionati dalla carriera, tanto che arrivò ad affermare: “Voi (giovani compositori) non

progredite, poiché voi conoscete solo la musica e obbedite a leggi barbare”.

Ma, nonostante poesia e arte siano per lui importanti, Debussy afferma che il primato

dell'arte appartiene alla musica: “I pittori e gli scultori possono darci della bellezza

dell'universo soltanto un'interpretazione piuttosto libera e sempre frammentaria. Essi

colgono e fissano soltanto uno dei suoi aspetti, uno soltanto dei suoi istanti; solo i

musicisti, hanno il privilegio di captare tutta la poesia della notte e del giorno, della terra

e del cielo, di ricostruirne l'atmosfera e di ritmarne l'immensa palpitazione.”

Poco importa, quindi, a Debussy di seguire le regole accademiche della musica del suo

tempo, l'unico suo interesse è quello di ricostruire l'atmosfera della natura.

Per questo suo porsi al di là di ogni schema Debussy viene spesso associato al movimento

impressionista. IMPRESSIONISMO IN ARTE

L'impressionismo è un movimento artistico nato in Francia, più precisamente a Parigi,

nella seconda metà dell'Ottocento. Non nasce sulla scorta di teorie, programmi e manifesti

di poetica, ma dalla convergenza d' intenti di un gruppo di giovani artisti che, sdegnati per

i criteri selettivi del Salon di Parigi, fondarono una “Società anonima cooperativa” che

intendeva allestire mostre libere, senza alcun premio o giuria di ammissione. Di questa

associazione facevano parte Claude Monet, Edgar Degas, Paule Cezanne, Pierre-Auguste

Renoir e molti altri. La prima mostra di questo gruppo di artisti venne inaugurata il 15

aprile 1874 a Parigi, nello studio del fotografo Felix Nadar e presentava 165 opere, tutte in

aperto contrasto con i modelli accademici del tempo.

Fra le tante opere vi era anche il celebre dipinto di Claude Monet intitolato Impressione:

Levar del sole, a cui si deve il nome del gruppo. Il termine “impressionisti” fu infatti

utilizzato per la prima volta dal cronista d'arte Louis Leroy sul giornale “Le Charivari” per

ironizzare, in tono dispregiativo, sul titolo e sulla tecnica approssimativa del dipinto. Ma

nonostante l'accezione negativa con cui la critica utilizzò tale termine, gli impressionisti

esposero con questo nome fino al 1886.

Gli impressionisti non elaborarono nessuna teoria dell'arte e non scrissero alcun manifesto

di poetica, ma, nonostante ciò, possiamo considerare il dipinto Impressione: Levar del

sole, come il manifesto del movimento artistico, non solo perchè gli diede il nome, ma

anche perchè contiene molte delle caratteristiche comuni ai vari pittori impressionisti.

La tela, realizzata da Claude Monet, rappresenta il porto francese di Le Havres, situato sul

litorale della Manica, all'alba e immerso in una foschia azzurra in cui si distinguono a fatica

le navi attraccate lungo la costa e le barche dei pescatori. Le pennellate sono libere e

guizzanti e sono più attente ai mutamenti atmosferici e luminosi che ai valori prospettici

tradizionali. La scelta dei pittori impressionisti, di rappresentare la realtà cogliendone le

impressioni istantanee portò questo stile ad esaltare su tutto la sensazione dell’attimo

fuggente.

Secondo i pittori impressionisti la realtà muta continuamente di aspetto. La luce varia ad

ogni istante, le cose si muovono spostandosi nello spazio: la visione di un momento è già

diversa nel momento successivo. Tutto scorre. Nella pittura impressionista le immagini

trasmettono sempre una sensazione di mobilità. L’attimo fuggente della pittura

impressionista ha analogie evidenti con la fotografia. Anche la fotografia, infatti, coglie una

immagine della realtà in una frazione di secondo. E dalla fotografia gli impressionisti non

solo prendono la velocità della sensazione, ma anche i particolari tagli di inquadratura che

danno alle loro immagini particolare sapore di modernità.

CARATTERISTICHE IMPRESSIONISTE DI DEBUSSY

Il termine “impressionismo” fu applicato per la prima volta alla musica di Debussy nel

1887 in riferimento a Printemps, suite in due parti per voci femminili ed orchestra.

L'Accademia di Belle Arti esprimeva questo giudizio:

“Il signor Debussy non pecca sicuramente né di piattezza né di banalità. Proprio al

contrario, ha una tendenza spiccata, anzi troppo spiccata, alla ricerca della stranezza. Si

riconosce in lui un senso del colore musicale la cui esagerazione gli fa facilmente

dimenticare l'importanza della precisione del disegno e della forma. Sarebbe molto

auspicabile che egli stesse in guardia contro questo vago “impressionismo”, che è uno dei

più pericolosi nemici della verità delle opere d'arte.”

Così come il termine “impressionismo”

era stato utilizzato 13 anni prima con

accezione negativa per indicare lo stile

innovativo e contrapposto alle regole

accademiche dei pittori impressionisti,

così lo stesso termine veniva usato

nuovamente con accezione negativa per

indicare lo stile compositivo di Debussy,

anche questo al di là delle regole

accademiche della musica del tempo.

“Impressionismo” all'epoca poteva essere

quindi considerato il sinonimo di arte

rivoluzionaria, dato che Debussy venne

etichettato con tale aggettivo solo perchè

appariva agli occhi dell'Accademia come

un fenomeno assolutamente innovativo

rispetto alla musica dell'epoca.

Ma, nonostante ciò, l'associazione di

Debussy al movimento impressionista è

diventata via via sempre più frequente,

non solo perchè molti dei titoli delle sue opere, come Arabesques, Images, Estampes,

risultavano “pittoreschi”, ma anche perchè le sue innovazioni compositive ricordavano le

innovazioni stilistiche dei pittori impressionisti. Come questi avevano elaborato nuove

teorie sulla luce e sul colore, così Debussy elaborò nuove teorie sulla luce e il colore in

musica. Il loro linguaggio pittorico si adatta perfettamente alle sue musiche e al suo modo

di comporre per cui si parla spesso di “macchie sonore”, rese soprattutto dalla tecnica di

giustapposizione di accordi e dalla mancanza di una chiara linea di disegno musicale. Nella

sua musica non c'è necessariamente un discorso logico che conduce il brano, proprio come

nella pittura impressionista mancano le linee marcate e ben definite. Inoltre la ricerca del

suono puro attuata da Debussy ricorda l'uso dei soli colori puri degli impressionisti.

Ma se gli impressionisti miravano a riprodurre il più fedelmente possibile la natura, con i

suoi movimenti e i suoi cambiamenti atmosferici, Debussy, invece, vuole rivelare le

corrispondenze che si possono stabilire fra Natura e Immaginazione. Egli infatti afferma:

“La musica è proprio l'arte più vicina alla natura […]. Malgrado le loro pretese di

traduttori giurati, i pittori e gli scultori possono darci della bellezza dell'universo solo

un'interpretazione abbastanza libera e sempre frammentaria. Essi colgono e fissano uno

solo dei momenti: solo i musicisti hanno il privilegio di captare tutta la poesia della notte

e del giorno, della terra e del cielo, di ricostruirne l'atmosfera e di ritmarne il palpito

immenso. La musica non è limitata ad una riproduzione più o meno esatta della natura,

ma alle corrispondenze misteriose fra la Natura e l'Immaginazione.”

E' inevitabile a questo punto il collegamento con la poesia Corrispondenze di Baudelaire.

CORRISPONDENZE

La Natura è un tempio dove pilastri vivi

mormorano a tratti indistinte parole;

l'uomo passa, lì, tra foreste di simboli

che l'osservano con sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano

tendono a una profonda, tenebrosa unità,

grande come le tenebre o la luce,

i profumi, i colori e i suoni si rispondono.

Profumi freschi come la carne d'un bambino,

dolci come l'oboe, verdi come i prati

- e altri d'una corrotta, trionfante ricchezza,

con tutta l'espansione delle cose infinite:

l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino,

che cantano i trasporti della mente e dei sensi.

Questo sonetto è uno dei più celebri della raccolta I fiori del male e racchiude, in sintesi, la

poetica del simbolismo, poiché Baudelaire vi esprime la propria concezione di poesia e del

reale. Per Baudelaire la Natura, ovvero la realtà concreta e visibile ad ognuno di noi,

nasconde una fitta rete segreta di legami e rapporti fra le cose e il poeta è colui che, grazie a

una sensibilità particolare e raffinata, riesce ad intuire e riconoscere la foresta di simboli

che si cela dietro il reale e si incarica di rivelarla agli uomini.

Da questa concezione discende l'uso di un linguaggio particolare, evocativo, musicale,

simbolico, completamente nuovo rispetto a quello della tradizione poetica precedente,

adatto ad illustrare le corrispondenze segrete tra i piani del reale; un linguaggio capace di

seguire ed esprimere adeguatamente i percorsi dell'intuizione del poeta e di renderla

comprensibile. Baudelaire ricorre quindi spesso all'uso della sinestesia, figura retorica che

attribuisce ad un senso ciò che normalmente si percepisce con un altro. Con questo

meccanismo egli porta alla luce le corrispondenze fra i vari piani sensoriali e le riunisce in

quella “tenebrosa unità” di cui egli parla nella seconda strofa della poesia.

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