Concetti Chiave
- Emilio Vedova, tra il 1956 e il 1963, esplora nuove tecniche e materiali dando vita alla serie dei Plurimi, che combinano pittura e scultura.
- I Plurimi sono composizioni tridimensionali che richiedono una visione da più angolazioni per apprezzarne le diverse sfaccettature.
- Questa serie è una continuazione della ricerca di Vedova sul disegno, evolvendo dal figurativo all'astratto-geometrico e poi all'informale.
- Vedova armonizza la sua arte con temi politico-esistenziali, influenzato dai gruppi Corrente e Fronte nuovo delle arti.
- In Plurimo 1 - Le mani addosso, del 1962, Vedova esplora i limiti del quadro e la possibilità di una pittura plastica, ispirato dall'Action painting.
Emilio Vedova e i Plurimi
Nella sua fase matura, tra il 1956 e il 1963, il pittore veneziano Emilio Vedova, affascinato dalla sperimentazione di nuove tecniche e materiali in corso nell'arte europea e americana, diede vita alla serie dei Plurimi. Si tratta di composizioni in cui la pittura tende a conquistare lo spazio, raggiungendo esiti anche di tipo scultoreo.
Coniugando i colori e il collage e unendo al supporto della tela elementi tridimensionali, Vedova costruì strutture complesse in cui la pittura doveva diventare una sorta di gabbia solida di se stessa e insieme il pretesto per una rappresentazione scenica proiettata in profondità. I Plurimi vanno infatti osservati ruotandovii attorno per coglierne le diverse facce.L'evoluzione artistica di Vedova
Il ciclo rappresenta la prosecuzione logica del lavoro di ricerca sul valore del disegno intrapreso dal maestro già a partire dagli anni trenta, quando la sua pittura era ancora di tipo figurativo. Passando poi dal gruppo di Corrente a quello del Fronte nuovo delle arti, del quale fu anche fra i fondatori, Vedova cercò di armonizzare l'indole astratto-geometrica della propria arte con tematiche politico-esistenziali, molto sentite all'epoca.
La poetica informale e Plurimo 1
Quindi, con l'adesione definitiva alla poetica informale, nei primi anni cinquanta Vedova si lanciò nell'avventura gestuale, di cui divenne il massimo rappresentante italiano con opere caratterizzate, sulla falsariga dell'esperienza dell'Action painting, dalla violenza dei segni sulla tela, dall'energia espressiva, dalle pennellate larghe e dalle tinte forti. In Plurimo 1 - Le mani addosso, dipinto nel 1962, tali caratteri generano una riflessione inedita sui limiti fisici del quadro e su una possibile trasformazione plastica della pittura.