Concetti Chiave
- Poussin, pittore francese del XVII secolo, è noto per il suo contributo al classicismo francese e la sua riflessione filosofica nelle opere.
- L'incontro con artisti e poeti a Roma, come Giambattista Marino, influenza profondamente la sua arte e lo porta a creare capolavori come la Morte di Germanico.
- La sua fase teatrale inizia con opere come la Peste di Asdod, riflettendo lo studio delle passioni umane, e raggiunge notorietà a Parigi grazie al cardinale Richelieu.
- Poussin si immerge nello stoicismo e panteismo, dando maggiore rilievo ai paesaggi nei suoi dipinti, culminando nella serie delle Quattro Stagioni.
- Senza allievi diretti, Poussin influenzerà il neoclassicismo e artisti futuri come Cézanne e Picasso, lasciando un'eredità duratura nell'arte.
Poussin è un pittore francese, vissuto nella prima metà del XVII secolo. Romano d'adozione, portò al culmine il classicismo francese, cercando di raggiungere l'ideale perfezione classica a cui aspirava il XVII secolo. Con una grande ricchezza di ispirazione, dal suo lavoro emerge una forte preoccupazione per la riflessione filosofica.
Indice
Incontri e influenze artistiche
Poussin scopre la sua vocazione artistica a contatto con il pittore manierista Quentin Varin.
Nel 1612, egli arriva a Parigi, dove lavora nello studio di un altro pittore manierista dell'epoca, poi, nel 1622, collabora con Philippe de Champaigne. Incontra anche il poeta italiano Giambattista Marino, che lo introduce al gusto dell'antico.Roma e i primi capolavori
Dopo un soggiorno a Venezia, nel 1624 Poussin si reca a Roma, capitale artistica dell'epoca. Grazie a Marino, vive nell'entourage di potenti collezionisti. Per il cardinale Barberini, nipote di papa Urbano VIII, esegue la Morte di Germanico, il suo primo capolavoro come pittore di storia. Il più importante dei suoi committenti è, però, il segretario del cardinale, Cassiano del Pozzo, al quale avrebbe presto dovuto il titolo di "filosofo pittore" di fama europea.
Opere e temi preferiti
Il Martirio di Sant'Erasmo, destinato alla Basilica di San Pietro a Roma (attualmente esposta nei Musei Vaticani), è l'unica commissione monumentale di Poussin, che invece predilige dipinti da cavalletto, destinati alle abitazioni private. Si tratta o di temi biblici (la Strage degli Innocenti) o mitologici (Eco e Narciso, il Trionfo di Flora), o anche di un'iconografia più personale (i Pastori d'Arcadia, l'Ispirazione del poeta). Troviamo la sua ammirazione per Tiziano nella ricchezza cromatica e nell'intensità lirica.
Vita personale e influenze
A causa di una grave malattia, Poussin sposa nel 1630 colei che si era preso cura di lui, figlia di un cuoco francese insediato a Roma. Da quel momento in poi, assicurerà la formazione artistica del cognato Gaspard, che diventerà un eccellente paesaggista, soprannominato "il Guaspre Poussin".
Con la Peste di Asdod e l'Impero di Flora, Poussin si avvicina a un nuovo modo, più teatrale, basato sullo studio delle passioni dell'uomo.
Fama e ritorno a Roma
La sua fama raggiunge Parigi, dove dipinge diverse opere per il cardinale Richelieu, che lo portò in Francia. In precedenza ha intrapreso la prima serie dei Sette Sacramenti, commissionata da Cassiano dal Pozzo; da questo dipinto emerge una nuova solennità, alla quale lo studio della scultura antica non è estraneo. La seconda serie dei Sette Sacramenti sarà eseguita per Paul Fréart de Chantelou.
Su insistenza di Richelieu, Poussin è nominato primo pittore del re. Ma la sua euforia è di breve durata. Capisce di non essere fatto per ciò che ci si aspettava da lui: grandi dipinti d'altare, vasti dipinti allegorici e, soprattutto, lavori di decorazione per la grande galleria del Louvre, che non fu mai completata e poi distrutta.
Al malcontento di Poussin si aggiungono gli intrighi dei pittori che temevano per la loro posizione. Decide di tornare a Roma nel settembre del 1642. In linea di principio vi avrebbe cercato la moglie, ma in realtà non aveva alcuna intenzione di partire, soprattutto dopo la morte di Richelieu e di Luigi XIII.
Ultimi anni e eredità
Sempre più imbevuto di stoicismo, Poussin illustra Plutarco. Ogni soggetto è trattato adeguatamente al suo valore, secondo una “teoria dei modi” mutuata dalla musica degli antichi greci (Mosè salvato dalle acque; il Giudizio di Salomone).
Nei dipinti di questo periodo, il paesaggio assume un ruolo sempre più importante nella sua opera, lasciando dietro di sé le passioni dell'uomo a favore di un ideale panteistico che esalta il mistero e la potenza della natura (Diogene che lancia la sua ciotola, Paesaggio con Polifemo, Paesaggio con Orione cieco). Mentre una nuova versione dei Pastori d'Arcadia corona l'evoluzione “filosofica” dell'artista, altri dipinti riprendono soggetti religiosi, come nell'Annunciazione e nella Sacra Famiglia, che accostano colori accesi.
La serie delle Quattro Stagioni, dipinta per Richelieu, costituisce una sorta di testamento spirituale oltre che artistico.
Poussin muore senza avere allievi, perché non aveva mai voluto aprire un laboratorio a Roma e vi aveva sempre vissuto in una sorta di isolamento meditativo. D'altra parte, avrà contribuito alla formazione di Charles Le Brun e, all'interno della Reale Accademia di Pittura e Scultura, sarà considerato quasi alla pari di Raffaello. Alla fine del XVIII secolo influirà fortemente sull'emergere del neoclassicismo. Nei prossimi due secoli susciterà il fervore di Delacroix e quello di Ingres, poi sarà un riferimento importante per Cézanne e per Picasso.
Domande da interrogazione
- Chi era Nicolas Poussin e quale era il suo contributo all'arte?
- Quali influenze artistiche ha avuto Poussin durante la sua carriera?
- Come ha influenzato la sua esperienza a Roma il lavoro di Poussin?
- Quali sono le caratteristiche del "linguaggio della teatralità" di Poussin?
- Qual è l'eredità di Poussin nell'arte?
Nicolas Poussin era un pittore francese del XVII secolo, noto per aver portato al culmine il classicismo francese e per la sua riflessione filosofica nell'arte.
Poussin fu influenzato dal manierismo, dal contatto con Quentin Varin e Philippe de Champaigne, e dall'ammirazione per Tiziano, che si riflette nella sua ricchezza cromatica e intensità lirica.
A Roma, Poussin si immerse nell'ambiente dei collezionisti e sviluppò il suo stile classico, eseguendo opere come la Morte di Germanico e il Martirio di Sant'Erasmo, che riflettono la sua ammirazione per l'antico.
Il "linguaggio della teatralità" di Poussin si manifesta in opere come la Peste di Asdod e l'Impero di Flora, dove esplora le passioni umane con un approccio più teatrale e solenne.
Poussin, pur non avendo allievi diretti, influenzò artisti come Charles Le Brun e fu un riferimento per il neoclassicismo, ispirando anche Delacroix, Ingres, Cézanne e Picasso nei secoli successivi.