Concetti Chiave
- Il dipinto "Il quarto stato" di Pellizza da Volpedo rappresenta le lotte sociali e i primi scioperi, ambientato principalmente a Milano.
- L'opera è il risultato di uno studio approfondito, con numerosi disegni preparatori, ed è stata realizzata a Volpedo, città natale dell'artista.
- Amici, conoscenti e la moglie Teresa sono stati utilizzati come modelli, con Pellizza che ha ottenuto riconoscimento solo dopo la sua morte.
- Le figure nel dipinto camminano insieme verso la luce, simbolizzando la lotta per un futuro migliore, con uomini e donne fianco a fianco.
- Il divisionismo utilizzato nel dipinto conferisce un'impressione di immobilità, mentre la composizione richiama la "Scuola di Atene".
Il dipinto e la sua creazione
È un dipinto che parla delle lotte sociali da parte del sindacato e dei primi scioperi. Questo avviene soprattutto a Milano. Il dipinto non è fatto d’impeto, ma è molto studiato. Ci sono diversi disegni preparatori che sfociano in questa grande opera. Questa viene realizzata non a Milano ma a Volpedo, la città natale dell’artista. Vengono usati amici e conoscenti come modelli, anche la moglie Teresa. Pellizza avrà successo solo diverso tempo dopo la sua morte. Questo dipinto diverrà un simbolo di Milano.
Simbolismo e composizione
Le figure camminano tutte insieme manifestando per far valere i loro diritti. Camminano dal buio verso la luce; questo rappresenta la lotta verso un futuro migliore. Le persone sono umili, tuttavia hanno vestiti dignitosi, senza toppe, in quanto ci si veste meglio per manifestare. Le donne vengono poste affiancate agli uomini. Le persone davanti formano una piramide visiva rispetto agli altri. C’è anche una donna con un bambino in braccio. Questo riprende un po’ la madonna col bambino e viene posta come la lotta anche per i propri figli. Il fatto che il bambino sia nudo ha diverse interpretazioni: se le persone non marciano insieme agli altri, il futuro del figlio sarà spoglio; vedendo il dipinto da lontano, sembra che ci siano contorni definiti, ma avvicinandosi ci si accorge che non è così. Si vuole cogliere il movimento, ma in realtà le figure sono statiche (il divisionismo dà impressione d’immobilità). La composizione geometrica dell’opera la fa somigliare alla scuola di Atene (la folla, i principali che parlano tra di loro e sono al centro della prospettiva; tutto ciò è rovesciato).