Concetti Chiave
- Marino Marini si ispirò al "Cavaliere di Bamberga" durante un viaggio in Germania nel 1934.
- Il "Cavaliere dei Musei Vaticani" del 1953 è una variante originale dell'opera equestre classica.
- L'opera di Marini è realizzata in gesso e caratterizzata da segni di colore scuro, esprimendo un messaggio opposto alla retorica tradizionale.
- Il cavaliere di Marini rappresenta la "ricerca" piuttosto che il "potere", cercando equilibrio con il cavallo.
- Marini traduce il soggetto classico in uno stile moderno, con tensione e torsione enfatizzate dai segni neri.
Marini e il duomo di Bamberga
Nel 1934, durante un viaggio in Germania, Marini visitò il Duomo di Bamberga, restando impressionato in particolare dal celebre monumento equestre noto come "Cavaliere di Bamberga". Il Cavaliere dei Musei Vaticani, del 1953, ne rappresenta una variante di notevole originalità. Molto stilizzata, realizzata in gesso e caratterizzata dalla presenza di segni di colore scuro, l'opera è in esatta antitesi rispetto al retorico messaggio tipico del monumento equestre, ostentazione dell'eroe fiero che, montando con forza a cavallo, mostra di avere il dominio sulla natura e sugli uomini.
Stile e tecnica moderni
Quello di Marini non è un cavaliere di "potere", ma un cavaliere di "ricerca": in bilico sul dorso del cavallo, si allunga per cercare un punto di equilibrio che gli permetta di armonizzarsi on l'animale. Sia il cavallo sia il cavaliere sono in tensione, entrambi con testa e membra spinte verso l'alto, la torsione dei loro corpi viene sottolineata dal colore, steso in spessi segni neri. Questa opere spicca per la capacità che l'artista dimostra di tradurre il soggetto classico in spirito e tecnica moderni.