L'arte contemporanea e il sublime: tra attrazione e terrore

La foto di Thomas Hoepker

Una delle più celebri foto scattate subito dopo l’attacco alle Twin Tower l’11 settembre 2001 dal fotografo Thomas Hoepker, mostra un gruppo di persone intente ad osservare da un punto di vista sufficientemente distante la scena di distruzione e di orrore dell’attentato terroristico: le pose dei soggetti, la qualità della luce e dello stile del fotografo traducono nel nostro secolo la stessa idea del sublime: quel misto di paura e attrazione verso eventi catastrofici dai quale tuttavia non riusciamo a distogliere lo sguardo, provando al tempo stesso terrore e attrazione.

L'arte contemporanea e il sublime

L’arte contemporanea con i suoi dispositivi artistici pratica alla perfezione questa distanza tra l’oggetto, l’idea manifestata, il suo contenuto, possibilmente pericoloso o spaventoso, e il visitatore che all’interno delle regole della rappresentazione sa che quell’evento, per quanto non piacevole, non rassicurante o minaccioso, sarà contenuto nella sua virulenza.

Installazioni artistiche monumentali

Installazioni gigantesche, che fuoriescono da ogni tradizionale idea di arte come oggetto collezionabile, installazioni che inghiottono lo spettatore come le opere di Anish Kapoor, o lo portano ad assistere a scenari naturali profondamente modificati come nelle opere di land artisti quali Michael Heizer, o le riproduzioni su scala monumentale di eventi atmosferici ricreate da Olafur Eliasson. E ancora, le gigantesche pareti di acciaio realizzate nelle più diverse forme da Richard Serra che con il loro peso immenso ma perfettamente in equilibrio sembrano quasi schiacciare lo sguardo del visitatore.