Concetti Chiave
- Gustav Klimt è un esponente chiave del movimento della Secessione viennese, che cercava di fondere arte e artigianato per creare opere d'arte totali.
- Il lavoro di Klimt è caratterizzato da un uso intensivo del simbolismo, unendo tradizione e innovazione attraverso elementi figurativi e decorativi.
- La Giuditta di Klimt rappresenta la complessità psicologica e l'ambivalenza emozionale, simboleggiando il potere di seduzione femminile e il potenziale distruttivo.
- Klimt utilizza oro e colori ricchi per creare un'atmosfera sacra e malinconica, ispirando un connubio tra realismo e simbolismo nelle sue opere.
- L'interpretazione freudiana di Giuditta evidenzia il contrasto tra eros e thanatos, illustrato attraverso dettagli come labbra rosse e sguardi ammalianti.
Nessun movimento artistico si è mai dichiaratamente definito decadente. Tuttavia, esistono correnti (nate in prevalenza alla fine del XIX secolo) che possono essere ideologicamente accostate al movimento letterario succitato. Nel 1903, a Vienna, un gruppo di artisti si allontana dall' Accademia di Belle Arti e apre laboratori attrezzati tecnicamente per realizzare il connubio fra arte e artigianato. Questi artisti, che facevano capo al movimento denominato Secessione viennese>>, mirano alla creazione dell'opera d'arte totale in cui arte figurativa, architettura e decorazione si fondono sulla base di principi teorici: razionalità e semplicità della struttura, preziosità dell'ornamentazione ed esaltazione del dettaglio.
Venne così a concretizzarsi quell'ideali di estetizzazione della quotidianità, concetto tanto caro agli esteti come Wilde in Inghilterra e d'Annunzio in Italia.Indice
Gustav Klimt e la Secessione viennese
Esponente della pittura di questo movimento fu l'austriaco Gustav Klimt. L'Austria di quegli anni, polo artistico europeo, rappresenta l'epicentro della Secessione viennese (nata nel 1897) e Klimt fu protagonista indiscusso della svolta. Il mito della felix Austria continuava, in un paese culla di uno dei più potenti e vasti imperi d'Europa sospeso tra l'orgogliosa eredità del passato e l'amore per la tradizione e l'attitudine a lasciar sbocciare il nuovo, senza soffocarlo ma discutendone con problematicità e criticità. È proprio questo amore per la tradizione che però si apre al nuovo, o evade dalla limitatezza del presente, che può essere considerato un trait d'union tra il decadentismo e la Secessione viennese.
Stile e simbolismo nelle opere di Klimt
Nonostante il forte slancio innovatore che Klimt impresse alla sua pittura, alcuni caratteri si mantengono costanti negli anni: il ricorso, quasi esasperato, al simbolo (così come nelle prose e liriche decadenti); la rivisitazione della tradizione ebraico-cristiana in termini allegorici (nel capitolo XI de “Il ritratto di Dorian Gray”, è descritto l'interesse del ragazzo per gli oggetti della Chiesa); l'indagine del rapporto fra éros e thánatos nella cultura occidentale, incentrato sulla figura femminile; l'interpretazione del ritratto come chiave di lettura psicanalitica dell'io. Alcun di questi caratteri possono essere interpretati come traslazione pittorica di temi e concetti che Oscar Wilde, nel suo più celebre romanzo, mette per iscritto. Lo stile di Klimt predilige una linea morbida, elegante, sinuosa: alterna, o abbina, una resa quasi fotografica e realistica delle figure ad elaborazioni bidimensionali incrostate di colori ed oro; la definizione dei soggetti è in genere preziosa e calligrafica e recupera in chiave simbolica lo sfolgorio dei mosaici romano-cristiani, bizantini. Il connubio, dunque, tra tradizione e innovazione, realismo e simbolismo, resa oggettiva delle figure e studio della psicologia degli stessi, circonda le opere di Klimt di un'aura malinconica e al contempo elegante, resa quasi sacra dall'uso preponderante dell'oro che rimanda alle atmosfere ricreate ne "Il ritratto di Dorian Gray" da Oscar Wilde.
Giuditta: simbolismo e psicologia
Sintesi di questi elementi tecnici e ideologici può sicuramente essere uno dei più celebri dipinti di Klimt, Giudiita. Nelle due versioni dell’opera (1901-1909) l’artista presenta questa eroina positiva, benché complessa, che rende, nel primo caso in maniera , nel secondo caso quasi crudele (le mani che trattengono la testa di Oloferne divengono artigli rapaci). Soffermiamoci, tuttavia, sulla tela del 1901. Tra i principi ideologici immutati nell’iter artistico di Klimt, abbiamo citato lo studio psicologico dei personaggi che Klimt suggerisce attraverso i suoi ritratti. La vicenda di Giuditta è biblica: questa giovane vedova ebrea decapitò il nemico Oloferne (comandante assiro) dopo averlo sedotto durante un banchetto e permettendo ai Giudei di mettere in fuga gli Assiri. Klimt riprende l’eroina con la testa del nemico, mozzata con la sua stessa spada, tra le mani. La rilettura in chiave freudiana dell’eroina è palese: Giuditta è simbolo del terrificante potere di seduzione che la donna esercita sul’uomo, l’éros rappresentato dalle labbra rosse e lo sguardo ammaliante contrasta con il thánatos (la morte) che può derivarne. La fascinosa vedova ebrea, immersa in una notte in cui le palme brillano d’oro, ha alle sue spalle una fitta distesa di stele funerarie. La donna è coperta da veli semitrasparenti ricamati in oro e favolosi gioielli (collier) ricoprono il suo corpo , pieno di sensualità che è imprigionata nelle sue palpebre socchiuse; la massa corvina di capelli che incombe su tutta la figura e il contrasto con i denti bianchissimi sono segnali della tragedia di cui si fa portatrice l’eroina rappresentata dalla testa, appena visibile in basso a destra, di Oloferne.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e artistico in cui si inserisce Gustav Klimt?
- Quali sono le caratteristiche distintive dello stile pittorico di Klimt?
- Come viene interpretata la figura di Giuditta nelle opere di Klimt?
- Quali elementi tecnici e ideologici si ritrovano nel dipinto "Giuditta I"?
- In che modo Klimt combina tradizione e innovazione nelle sue opere?
Gustav Klimt si inserisce nel contesto della Secessione viennese, un movimento artistico nato nel 1897 a Vienna, che si distacca dall'Accademia di Belle Arti per creare un connubio tra arte e artigianato, fondendo arte figurativa, architettura e decorazione.
Lo stile di Klimt è caratterizzato da una linea morbida, elegante e sinuosa, che alterna una resa quasi fotografica delle figure a elaborazioni bidimensionali ricche di colori e oro, con una definizione preziosa e simbolica che richiama i mosaici romano-cristiani e bizantini.
Nelle opere di Klimt, Giuditta è interpretata come simbolo del potere di seduzione femminile, con un contrasto tra éros e thánatos. La sua rappresentazione è arricchita da elementi freudiani, con labbra rosse e uno sguardo ammaliante che si contrappongono alla morte rappresentata dalla testa di Oloferne.
Nel dipinto "Giuditta I", si ritrovano elementi tecnici come l'uso dell'oro e la resa bidimensionale, e ideologici come lo studio psicologico dei personaggi e la reinterpretazione simbolica della tradizione ebraico-cristiana, con un focus sul potere seduttivo e distruttivo della figura femminile.
Klimt combina tradizione e innovazione attraverso l'uso di simbolismo e realismo, integrando elementi della tradizione artistica con nuove interpretazioni psicologiche e simboliche, creando opere che sono al contempo malinconiche ed eleganti, spesso arricchite dall'uso dell'oro.