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Sintesi
Il dadaismo nasce in Svizzera nel 1916. Alla parola dadaismo possiamo associare il concetto di rifiuto dell’arte, si hanno opere già fatte e materiali di rifiuto che l’artista organizza, indica una disposizione più oggettiva, impersonale nei confronti dell’espressione. Irrazionalismo e spontaneità della creazione. Rifiuto di ogni concettualizzazione formale o coerenza stilistica, ostentazione della spontaneità. Sono stranieri residenti a Zurigo negli anni della guerra e in seguito si avrà una loro diffusione in Germania e a Parigi. Si ha una mancanza di stile unitario, varietà di linguaggi e proposte. Libertà dell’artista che vuole sorprendere il pubblico con salti creativi, scarti veloci e a volte contraddittori, avanguardia è sinonimo di avanscoperta, esplorazione.
Per comprendere le ragioni di questo movimento è necessario immaginarsi lo stato d’animo di giovani in quella specie di prigione che era la Svizzera nella prima guerra mondiale.
Non aveva ideologia o programmi, si discostava dagli altri movimenti. Dada propone una creatività senza freni, non particolarmente connessa con l’esercizio di tecniche artistiche, infatti alcune opere nascono per caso, alcune sono fatte di materiali poveri e quotidiani (collage), altre non sono neppure eseguite ma scelte cioè il ready-made.
Dada è il simbolo della rivolta e negazione
Estratto del documento

DADAISMO: nasce in Svizzera nel 1916

Alla parola dadaismo possiamo associare il concetto di rifiuto dell’arte, si hanno opere

già fatte e materiali di rifiuto che l’artista organizza, indica una disposizione più

oggettiva, impersonale nei confronti dell’espressione. Irrazionalsimo e spontaneità

della creazione. Rifiuto di ogni concettualizzazione formale o coerenza stilistica,

ostentazione della spontaneità. Sono stranieri residenti a Zurigo negli anni della

guerra e in seguito si avrà una loro diffusione in Germania e a Parigi. Si ha una

mancanza di stile unitario, varietà di linguaggi e proposte. Libertà dell’artista che

vuole sorprendere il pubblico con salti creativi, scarti veloci e a volte contraddittori,

avanguardia è sinonimo di avanscoperta, esplorazione.

Per comprendere le ragioni di questo movimento è necessario immaginarsi lo stato

d’animo di giovani in quella specie di prigione che era la Svizzera nella prima guerra

mondiale.

Non aveva ideologia o programmi, si discostava dagli altri movimenti. Dada propone

una creatività senza freni, non particolarmente connessa con l’esercizio di tecniche

artistiche, infatti alcune opere nascono per caso, alcune sono fatte di materiali poveri

e quotidiani (collage), altre non sono neppure eseguite ma scelte cioè il ready-made.

Dada è il simbolo della rivolta e negazione: più che un movimento politico è un

movimento antisociale, sceglie di distruggere la società che è giunta con la prima

guerra mondiale alle soglie dell’autodistruzione, prendendo come bersaglio il

fondamento stesso della società: il linguaggio. Si ha una negazione non solo della

società ma anche dei suoi costumi e delle sue tradizioni, l’arte che è prodotto della

società è da rinnegare in toto, anche l’artista dada non crede più nell’arte. L’artisticità

viene meno, e si ritira del gesto compiuto dell’artista più che nel modo di eseguire.

Come già citate le tecniche più usate sono: collage, ready-made, assemblage.

Alcune esponenti:

Hans Arpe: uno dei primi a scegliere il collage, ottenuto facendo cadere dei

 ritagli su un foglio e fissandoli così come sono precipitati, e l’assemblage.

Duchamp: proveniva da esperienze cubiste, intraprende esperienze di pitture

 davvero sconcertanti come il ready-made. Artisticità non ha nulla a che fare con

l’abilità esecutiva

College si ottiene una sorta di straniamento dell’immagine, si interrompono i

legami e le relazioni logiche che lo spettatore si aspetta dal quadro, l’immagine

assume un aspetto incongruo ed urtante. Al collage è legato il fotomontaggio,

tecnica sviluppata principalmente dal dadaismo tedesco, basata su un’illusione,

infatti per un attimo si ha l’impressione di vedere un’immagine “reale” ma

successivamente si scopre l’inganno. Hausmann è il primo esponente di ciò seguito

poi da Hearfield. Il fotomontaggio va definito come la combinazione di più

fotografie o negativi tra loro. L’ingresso di questi procedimenti nell’avanguardia

risale agli ultimi anni della prima guerra mondiale e si presenta come

un’estensione del collage. Nel collage gli oggetti sono chiamati a interpretare sé

stessi, nel fotomontaggio sono inseriti oggetti fotografati e assunti come analoghi

al reale.

Il fotomontaggio in primo luogo non cerca l’effetto illusionistico. I fotomontaggi di

Hausmann non fanno nulla per nascondere quello che effettivamente sono cioè

assemblaggi di foto o ritagli di giornale. Hertfield fu il vero artista del

fotomontaggio, egli si servì dei tecnici dell’immagine, la sua immagine era

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