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Concetti Chiave

  • Gustave Courbet mescola vita e arte, influenzato da città come Ornans e Parigi, e da personaggi come Baudelaire e Proudhon, creando un'esistenza passionale e narcisista.
  • "Dopocena ad Ornans" rappresenta il realismo crudo della vita quotidiana, allontanandosi dalla spiritualità romantica, con dettagli realistici come guance arrossate dal vino e l'accensione della pipa.
  • "Gli spaccapietre" elegge a protagonisti lavoratori umili, mostrando la meccanicità e la miseria del loro lavoro attraverso dettagli come camicie strappate e scarpe rovinate.
  • "Funerale ad Ornans" non ritrae un personaggio specifico, ma un evento comune, realizzato con un realismo crudo che include dettagli come polvere e povertà, presentando la morte come destino universale.
  • Con "L’atelier dell’artista", Courbet esprime la sua visione dell'arte realistica, suddividendo la scena tra materialisti che non lo supportano e sostenitori dell'arte, con simboli come un bambino e un gatto che rappresentano la comprensione pura dell'arte.

Indice

  1. Differenza tra arte e vita
  2. Fondazione della scuola Courbet
  3. Realismo crudo e dettagliato
  4. Rappresentazione della povertà
  5. Rito funebre a Ornans
  6. Padiglione del Realismo

Differenza tra arte e vita

In lui la differenza tra arte e vita scompare, si descriveva come un narcisista, passionale e terreno. Le città fondamentali della sua vita furono:

- Ornans, villaggio di montagna sul confine con la Svizzera;
- Parigi, frequentò un contesto più vivo rispetto al suo paese natale, più eccentrica e pericolosa dovuta anche all’influenza negativa da parte di Baudelaire, poeta e autore di “Fiori del male” con lui condivide vizi tra cui assenzio e oppio ma anche la fonte creativa. Ma anche da parte di Proudhon, politico che ha teorizzato l'anarchismo in ottica positiva. Probabilmente fu questo stile di vita ad avvicinarlo a vari vizi, tanto che morì all’età di 50 anni;

Fondazione della scuola Courbet

Nel 1860 fondò la propria scuola nominandola “Scuola Courbet” con un regolamento preciso:

1. Non fate quello che faccio io, non bisogna quindi solo copiare senza aggiungere qualcosa di personale;

2. Non fate quello che fanno gli altri, non bisogna omologarsi;

3. Se anche tu facessi quel che fece Raffaello non esisteresti;

4. Fai quello che vedi, che senti e che vuoi;

Realismo crudo e dettagliato

Il soggetto è innovativo, venne ispirato probabilmente dall’abitudine del padre e degli amici che dopo la caccia tornavano a casa cucinando probabilmente le prede, anche l’ambientazione è moderna, è infatti proprio il suo salotto dipinta fornendo un effetto realistico e rustica. Il realismo rappresentato è crudo ed è evidente in piccoli dettagli come le guance arrossate dal vino o l’accensione della pipa, si allontana così dalla spiritualità romantica ispirata da Caravaggio, in particolare il suo quadro “Vocazione di San Matteo”. L’opera venne apprezzata nel Salon, ricevendo anche una medaglia per lo stile ma non per la tematica, i giudici volevano infatti orientarlo verso temi più nobili e socialmente accettati.

Rappresentazione della povertà

Non si allontana dal realismo, e quindi non segue il consiglio dei giudici, il tema infatti è stato ispirato da una scena che vide lui stesso tornando a casa da un’osteria, ossia due spaccapietre che lui elegge a protagonisti. Si nota la meccanicità del loro lavoro, uno spacca le pietre e l’altro le raccoglie, la luce mostra i dettagli della povertà e della miseria:

- Camicia strappata del giovane.

- Scarpe rovinate e dolorose.

- Calze bucate del vecchio.

- Pentolone.

Courbet rimane distaccato, non presceglie questi temi per deriderli, lui vuole solo mostrare la realtà.

Rito funebre a Ornans

Rito funebre nella città natale ma rimane comunque generico, non è infatti il funerale di un personaggio preciso, ma uno dei tanti che però viene presentato nelle dimensioni dei quadri storici [7 x 3 metri]. Non si inventa nulla, ritornato ad Ornans infatti fu proprio lui a chiamare i cittadini a posare per lui, si vedono il parroco con i chierichetti e i becchini, il tutto realizzato con un realismo violento e crudo, che risulta evidente anche in altri elementi:

- Polvere, terra, povertà, ossa.

- Cane, protagonisti.

- Sfondo con montagne con tramonto.

- La morta viene presentata come la fine che tocca a tutti.

Padiglione del Realismo

Courbet si mostra mentre dipinge nel granaio del padre, ma i giudici del Salon non lo accettano, lui apre così una sua mostra chiamata il “Padiglione del Realismo” nella stessa via dell’esposizione. Come se fosse una dichiarazione d’intenti della sua concezione di arte e di lui stesso come artista, la scena risulta spaccata in due con lui al centro:

A sinistra vediamo alcune figure allegoriche che “vivono della morte” come i materialisti che non lo supportano, a destra invece troviamo le figure allegoriche di coloro che “vivono della vita” e godono della vita e dell’arte e sono coloro che invece lo sostengono, come Baudelaire e Proudhon oppure finanziatori. Al centro vediamo un gatto e una donna nuda con un drappeggio che dovrebbe simboleggiar l’arte accademica e infatti si trova alle sue spalle, come se la ignorasse volutamente, davanti troviamo invece un bambino come unico sguardo capace di capire la sua arte non ancora corrotto da valori inculcati dalla società. Dietro la scena dispone un manichino iconograficamente riconducibile a Cristo in croce oppure un San Sebastiano alla colonna, e per la posizione si deduce che il contenuto religioso venga messo in ombra.

Domande da interrogazione

  1. Quali città hanno influenzato maggiormente la vita di Gustave Courbet?
  2. Le città fondamentali nella vita di Courbet furono Ornans, il suo villaggio natale, e Parigi, dove fu influenzato da figure come Baudelaire e Proudhon.

  3. Qual è il messaggio principale della "Scuola Courbet"?
  4. La "Scuola Courbet" promuoveva l'originalità e l'espressione personale, scoraggiando la mera imitazione degli altri o di artisti come Raffaello.

  5. Come viene rappresentato il realismo in "Dopocena ad Ornans"?
  6. "Dopocena ad Ornans" rappresenta il realismo attraverso dettagli crudi e realistici, come le guance arrossate dal vino e l'accensione della pipa, allontanandosi dalla spiritualità romantica.

  7. Qual è il tema centrale de "Gli spaccapietre"?
  8. Il tema centrale de "Gli spaccapietre" è la rappresentazione della povertà e della meccanicità del lavoro, ispirato da una scena reale osservata da Courbet.

  9. Qual è la struttura compositiva de "L’atelier dell’artista"?
  10. "L’atelier dell’artista" è diviso in due parti, con Courbet al centro; a sinistra ci sono figure allegoriche che "vivono della morte" e a destra quelle che "vivono della vita", con un bambino che rappresenta la comprensione pura dell'arte.

Domande e risposte