Concetti Chiave
- Carlo Carrà ha rappresentato il Giudizio Universale in un affresco nel Palazzo di giustizia a Milano, un'opera rara per il Novecento.
- Il tema è interpretato attraverso personaggi simbolici, con un approccio laico e generale.
- Gesù è al centro della scena, indicando il cielo, mentre i defunti risorgono ai suoi piedi, esprimendo emozioni di devozione o colpa.
- L'affresco trasmette un senso di pietà e consolazione, nonostante il cielo plumbeo e minaccioso.
- Gesù scende dal trono di giudice celeste tra i risorti, simboleggiando l'unione tra giustizia divina e umana.
Nell'arte nel Novecento non è frequente la rappresentazione del Giudizio Universale. Il tema è talvolta espresso attraverso personaggi simbolici, interpretati in senso laico e più generale. Il Giudizio Universale di Carlo Carrà affrescato in una delle sale del Palazzo di giustizia a Milano, è uno dei rari casi in cui un celebre artista del Novecento abbia rappresentato questo soggetto in un luogo pubblico. Al centro della composizione Gesù indica con la mano destra il cielo; ai suoi piedi i defunti risorgono dalle tombe, in vari atteggiamenti che ne svelano sentimenti di devozione o di colpa, benchè il cielo sia plumbeo e minaccioso e la montagna dell'eden si stagli all'orizzonte come malinconico rimpianto, prevale un senso di pietà e di consolazione, espresso dall'atteggiamento paterno di Cristo, che per la prima volta dal trono di giudice celeste scende in mezzo ai risorti, simbolo di giustizia divina e giustizia umana.