Concetti Chiave
- L'Arte Povera è un movimento artistico europeo, prevalentemente italiano, che utilizza materiali comuni e "poveri" come legno e stoffa per sfidare le convenzioni artistiche tradizionali.
- Il movimento è nato nel 1967 a Torino e ha visto la partecipazione di artisti come Mario Merz e Alighiero Boetti; ha influenze dalla Land Art e dall'Arte Concettuale.
- L'obiettivo dell'Arte Povera è superare l'arte degli anni '60 e allontanare l'opera d'arte dalle logiche di consumo, privilegiando opere effimere o difficili da recuperare.
- Le opere di Arte Povera spesso combinano materiali naturali con elementi tecnologici, creando tensioni tra il naturale e l'artificiale, come nei "Trucioli" di Mario Merz.
- Il movimento esplora l'uso di tecnologia avanzata come l'elettronica, utilizzata per espandere i confini dell'arte, come dimostrato alla Biennale di Bologna con circuiti televisivi a circuito chiuso.
Indice
Origini e materiali dell'arte povera
Mentre la maggior parte delle correnti artistiche dell’età contemporanea nascono negli Stati Uniti, “l’arte povera” è, invece, prevalentemente europea e soprattutto italiana. Si chiama così perché essa utilizza materiali poveri, come brandelli di stoffa, gesso, paglia, pezzi di legno per raggiungere la negazione della forma che nonostante tante polemiche, è pur sempre presente in tutte le opere frutto dell’avanguardia.
Poiché gli aderenti a questa corrente negano il termine “arte” come inteso tradizionalmente, ad essi non si adatta più la qualifica di “artista”, bensì quello di “operatore artistico”. Con questo termine vanno indicati anche tutti coloro che utilizzano altri mezzi espressivi come il film.Diffusione e influenze internazionali
L’ Arte povera nasce nel 1967 e in Italia ha Torino come centro propulsore. Gli artisti che vi aderiscono sono Mario Merz, Giovanni Anselmo, Luciano Fabro, Gilberto Zorio, Alighiero Boetti. Si diffonde anche a Roma, soprattutto con Pino Pasquali e Gianni Kounellis. A livello internazionale, l’Arte povera riprende la Land Art, l'"Antiform" e l'Arte Concettuale. La Land Art, di origine statunitense, utilizza materiali presi dalla natura, come pietre, terra, rocce, sabbia; molto spesso sono collocate esternamente e quindi sotto azione distruttiva dei fenomeni atmosferici ed è per questo che di tali opere, in molti casi, ci restano soltanto delle fotografie. La definizione teorica del movimento si fa via via più chiara grazie agli articoli di alcuni critici e soprattutto grazie agli scritti di Germano Celant, difensore del movimento. Ma la ricerca dell'Arte povera fu divulgata soprattutto da una serie di mostre, che furono altrettanti chiarimenti di una tendenza difficilmente classificabile: la III Biennale di Bologna del 1970, Arte povera, Arte concettuale, Land Art alla G.A.M. di Torino dello stesso anno.
Oltre la pop-art e l'op'art
L’arte povera intende andare ben oltre l'arte degli anni '60, andare oltre la Pop-art e l'Op'Art in particolare, e relazionarsi con alcune componenti culturali degli anni precedenti, e più precisamente con le tendenze neo-dadaiste. e il lavoro di Alberto Burri e di Piero Manzoni in Italia.
Rispetto al quadro-oggetto dell'Op'Art, ovvero all'utilizzo di modalità pubblicitarie Pop, il rifiuto dell'opera d'arte come “prodotto” porta al tentativo di allontanare la creazione artistica dalla cultura. La via per togliere l'opera dalla categoria dei beni di consumo va cercata nella realizzazione di opere di durata effimera o legate a materiali difficilmente “recuperabili”. L'elementarità di alcuni materiali, scelti proprio per la loro "povertà" e l'attività artigianale esercitata dall'artista nella realizzazione delle sue "composizioni", sono una delle soluzioni alle esigenze fondamentali dell'Arte Povera.
Materiali e composizioni innovative
È da qui che nascono composizioni come i "Trucioli", di Mario Merz, una realizzazione che unisce paglia, assemblata in un fascio, in cui è piantata una luce al neon che diffonde luce blu; questa disposizione materializza la tensione e il fragile equilibrio tra il naturale e l'artificiale. Inoltre, l’associazione di materiali e oggetti naturali e/o insignificanti derivanti da una tecnologia come l'elettricità provoca l'incontro tra elementi non correlati o talvolta contraddittorio.
Abbiamo anche l'uso di materiali che si modificano o si trasformano spontaneamente, senza intervento dell'artista, per le loro qualità fisiche o chimiche intrinseche: il calore sviluppato dai tubi al neon inseriti nella cera o nelle materie plastiche, o la spugna che muta al variare dell'atmosfera, come con Giovanni Anselmo, o il solfato di rame e l'acido cloridrico con Gilberto Zorio.
Carattere irrecuperabile e tecnologia
Con altri artisti, il carattere irrecuperabile dell'opera e la scelta della sua collocazione al di fuori dei canoni tradizionali (anche dal punto di vista del suo rapporto con il luogo privilegiato che è il museo o la galleria) si ottengono attraverso una reinterpretazione del prodotto artistico come gioco libero o come pura assurdità, derivato direttamente dal dadaismo come in in P.Pasquali, o anche nella proposta di un'arte come concetto o puro progetto, al di là dell'oggetto artistico tradizionalmente disegnato. Questi progetti possono nascere in uno spazio naturale (nel paesaggio, come ha fatto in particolare la Land Art), ma anche, e soprattutto, utilizzando la tecnologia più avanzata (= l'elettronica), che serve come mezzo di comunicazione in grado di andare oltre l'oggetto stesso, con uso di nastri magnetici registrati, o circuiti televisivi. L'esperimento è stato tentato alla Biennale di Bologna, dove, attraverso un canale televisivo a circuito chiuso installato al centro della mostra, gli artisti potevano intervenire direttamente per presentare le loro opere. Questa è stata definita "tecnologia informale".
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e le caratteristiche principali del movimento dell'Arte Povera?
- Quali sono gli obiettivi dell'Arte Povera rispetto ad altre correnti artistiche degli anni '60?
- Come si manifesta l'uso di materiali nell'Arte Povera?
- In che modo l'Arte Povera si relaziona con il concetto di spazio e collocazione delle opere?
- Qual è stato il ruolo delle mostre e della critica nel definire l'Arte Povera?
L'Arte Povera è un movimento artistico nato in Europa, principalmente in Italia, che utilizza materiali poveri come stoffa, gesso e legno. È emerso nel 1967 con Torino come centro principale e si è diffuso anche a Roma. Gli artisti coinvolti includono Mario Merz e Giovanni Anselmo. Il movimento si collega a correnti come la Land Art e l'Arte Concettuale.
L'Arte Povera mira a superare l'arte degli anni '60, come la Pop-art e l'Op'Art, rifiutando l'opera d'arte come prodotto di consumo. Si concentra su opere effimere e materiali difficilmente recuperabili, cercando di allontanare la creazione artistica dalla cultura di massa.
Gli artisti dell'Arte Povera utilizzano materiali naturali e tecnologici, come paglia e neon, per creare tensioni tra naturale e artificiale. Alcuni materiali si trasformano spontaneamente, come la cera e le spugne, senza intervento dell'artista, evidenziando l'elementarità e la "povertà" dei materiali scelti.
L'Arte Povera spesso colloca le opere al di fuori dei canoni tradizionali, reinterpretando il prodotto artistico come gioco o assurdità. Le opere possono essere situate in spazi naturali o utilizzare tecnologie avanzate, come l'elettronica, per superare l'oggetto artistico tradizionale.
Le mostre, come la III Biennale di Bologna del 1970, e gli scritti di critici come Germano Celant, hanno chiarito e diffuso il movimento dell'Arte Povera. Queste esposizioni hanno contribuito a definire una tendenza artistica difficile da classificare, rendendo più chiari i suoi obiettivi e caratteristiche.