Concetti Chiave
- Simone Martini fu chiamato a Napoli nel 1317 per creare la Pala di San Ludovico da Tolosa, su commissione di Roberto d'Angiò.
- La tavola rappresenta San Ludovico, che rinunciò al trono napoletano per il fratello Roberto, raffigurato inginocchiato.
- Roberto d'Angiò è ritratto in un raro profilo fisionomico, ricevendo la corona dal fratello, evidenziando la legittimità del suo regno.
- I gigli di Francia e l'uso abbondante dell'oro decorano l'opera, dimostrando la maestria di Simone nel lavorare con i punzoni.
- La predella della pala narra le storie del santo, una caratteristica comune nelle opere d'arte sacra dell'epoca.
Simone Martini e la corte di Napoli
Simone Martini nel 1317 circa fu chiamato a Napoli alla corte di Roberto d'Angiò, che gli commissionò la Pala di San Ludovico da Tolosa per la chiesa di San Lorenzo Maggiore. La tavola raffigura il santo francescano vescovo di Tolosa, che aveva rinunciato al trono napoletano in favore del fratello Roberto. Roberto voleva ribadire la santità di Ludovico, vestito in abiti regali sopra il saio e incoronato dagli angeli, sia la legittimità del proprio regno, facendosi ritrarre inginocchiato davanti al fratello che lo incorona, mentre i segni del suo casato, i gigli di Francia, incorniciano la composizione.
Dettagli artistici e simbolici
Sulla predella sono rappresentate le storie del santo, come spesso avviene in pale e polittici. La solennità dei personaggi è evidenziata dalla profusione dell'oro, lavorato con abilità tramite i punzoni di cui Simone fu uno dei primi a più bravi creatori, e dal'eleganza del tappeto e delle vesti. Mentre il santo è un'icona impassibile, Roberto d'Angiò, inginocchiato a destra, che riceve dal fratello la corona del regno di Napoli, costituisce uno dei primi ritratti fisionomici di profilo.