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Concetti Chiave

  • Carlo Magno veniva rappresentato nell'arte come un sovrano idealizzato, con barba e capelli lunghi, abiti sontuosi e simboli di potere cristiano, più che per il suo aspetto reale descritto da Eginardo.
  • L'arte carolingia ha un'importante testimonianza nel monastero di San Giovanni a Müstair, dove gli affreschi rappresentano uno dei primi esempi di questo stile.
  • Aquisgrana divenne la capitale del regno di Carlo Magno, con edifici in stile romano e il monumento equestre di Carlo Magno, simbolo della continuità con l'impero romano.
  • Carlo Magno utilizzò l'arte come strumento di propaganda religiosa, commissionando pitture con il Papa Gregorio Magno per rafforzare la fedeltà alla cristianità.
  • Carlo Magno era profondamente legato alla religione cristiana, vedendo la diffusione del cristianesimo come uno dei suoi principali compiti imperiali, anche attraverso mezzi violenti.

Indice

  1. Rappresentazione di Carlo Magno
  2. Arte carolingia e monastero di Müstair
  3. Aquisgrana e l'influenza romana
  4. Strategie religiose di Carlo Magno
  5. Canti gregoriani e la loro influenza
  6. Carlo Magno e la diffusione del cristianesimo

Rappresentazione di Carlo Magno

Nei dipinti dell’epoca, Carlo Magno era rappresentato come un uomo anziano con barba e capelli lunghi e brizzolati. Vestito in abiti vistosi prevalentemente rossi e violacei, decorati da galloni dorati. La corona sempre tempestata di gemme e pietre preziose. Solitamente è rappresentato con in mano una spada e il globo crucigero. Quest’ultimo è una sfera sulla cui cima è posta una croce. Esso cataloga il potere regale come un potere cristiano e indica la supremazia della religione sull’impero. Questo stile di rappresentazione però deriva soprattutto dal desiderio del tempo di idealizzare la persona raffigurata. Più che il vero aspetto fisico di Carlo, i quadri evidenziano quello che si voleva vedere di lui e sottolineano il suo aspetto nella società. Il vero aspetto di Carlo è descritto in un libro dell’814 intitolato: “Vita di Carlo Magno”, scritto da Eginardo. Quest’ultimo è uno storico dell’epoca che aveva il desiderio di far conoscere Carlo al popolo. Nel libro il sovrano è descritto come un uomo alto e corpulento con due grandi occhi vivaci.

Arte carolingia e monastero di Müstair

La prima testimonianza di quella che sarà poi definita come “arte carolingia” si trova nel monastero di San Giovanni a Müstair. Müstair è un paese dell’omonima valle svizzera. È il paese più a est dello Stato e la valle confina con l’alto Adige. Una leggenda narra che Carlo Magno, essendo uscito illeso da una tempesta di neve in valle, fece costruire un monastero a San Giovanni. L’interno di questo monastero è interamente affrescato.

Aquisgrana e l'influenza romana

Carlo Magno fece di Aquisgrana la capitale del suo regno e la fornì di palazzi di rappresentanza. Affascinato dallo stile romano, decise di far costruire i palazzi in quello stile. La sua residenza è stata soprannominato palazzo “Laterano” perché ricorda molto quello pontificio di Roma o la Basilica di San Giovanni in Laterano. Nei pressi di questa basilica, nella città Eterna, si trova il monumento equestre di Marco Antonio e, per accentuare la somiglianza tra le città, Carlo Magno fece collocare la statua equestre di re Teodorico. La scultura più significativa per somiglianza allo stile romano è il cosiddetto Monumento equestre di Carlo Magno. È il primo monumento equestre in miniatura e con questo Carlo si poneva come erede naturale di Costantino, primo imperatore cristiano.

Oltre che ad Aquisgrana, un’importante testimonianza Carolingia si trova nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano: l’altare d’oro.

Strategie religiose di Carlo Magno

Dati i problemi a mantenere la fedeltà dei sudditi alla religione cristiana, Carlo Magno si inventò uno stratagemma. Questo consisteva nel far raffigurare ad un “esercito” di pittori Papa Gregorio Magno nell’atto di scrivere il canto Gregoriano, con l’aiuto di Dio. La didascalia a questi dipinti era: “Non cambiare”. Non tutti capirono il significato di queste parole ma il popolo, intimorito dalla raffigurazione di Dio, non osò controbattere le immagini e rimase fedele alla religione. Queste raffigurazioni sono considerate la prima forma di pubblicità. Carlo Magno prese l’idea di queste immagini proprio da Papa Gregorio Magno che affrontò il suo stesso problema di infedeltà. Il Papa appena eletto si trovò dei fedeli che cantavano un canto diverso per ogni regione. Temendo che le diversità culturali dei canti potessero poi sfociare in una guerra di religione (considerata da sempre la più sanguinaria), il Papa provvide a scrivere lui stesso un nuovo canto da imporre uguale a tutta la chiesa. Con lo stesso principio di portare i fedeli sullo stesso piano culturale, Carlo Magno creò un’immagine che riprendesse lo stesso canto.

La musica nel Medioevo

Canti gregoriani e la loro influenza

I canti Gregoriani si presentano come canti monodici su testi latini tratti dalla Bibbia. I canti sono molto influenzati dallo stile ebraico, orientale, gallicano, ambrosiano, mozarabico e sono confrontati con la chiesa Bizantina. Il canto gregoriano ha avuto una grande importanza nella tradizione musicale europea, influenzando la monodia medievale ed entrando nella polifonia sacra medievale e rinascimentale con il nome di cantus firmus.

I vari canti hanno varie melodie, che si possono dividere in:

 Melodie composte per uno specifico testo;

 Melodie tipo, cioè applicabili a diversi testi, e

 Melodie frutto di un lavoro di centonizzazione, che consiste nel sovrapporre e accostare parti di melodia già presenti in altri testi.

Queste possono avere un carattere sillabico (una nota per ogni sillaba del testo), neumatico (gruppi di più note per ogni sillaba) o melismatico (con molti e lunghi vocalizzi, come nell'Alleluia).

Il Capo della Cristianità

Carlo Magno e la diffusione del cristianesimo

Carlo Magno era molto legato alla religione cristiana tanto che, oltre che a essere rappresentato con il Globo Crucigero, come giorno della sua incoronazione scelse il mattino di Natale. Durante tutta la durata del suo regno, Carlo Magno combatté le guerre in prima linea. Era convinto che il suo compito come imperatore fosse quello di diffondere la religione cristiana nei territoti conquistati. Chi si rifiutava di abbracciare la religione veniva decapitato. Molti furono decapitati dallo stesso Carlo. Il risultato delle guerre era però, oltre alla diffusione della religione, anche quello dei bottini d’oro molto consistenti.

Domande da interrogazione

  1. Come veniva rappresentato Carlo Magno nell'arte dell'epoca?
  2. Carlo Magno era rappresentato come un uomo anziano con barba e capelli lunghi e brizzolati, vestito in abiti vistosi rossi e violacei, con una corona tempestata di gemme, una spada e il globo crucigero, simbolo del potere cristiano.

  3. Qual è la prima testimonianza dell'arte carolingia?
  4. La prima testimonianza dell'arte carolingia si trova nel monastero di San Giovanni a Müstair, in Svizzera, che Carlo Magno fece costruire dopo essere uscito illeso da una tempesta di neve.

  5. Qual era l'obiettivo di Carlo Magno con le raffigurazioni artistiche?
  6. Carlo Magno utilizzò le raffigurazioni artistiche per mantenere la fedeltà dei sudditi alla religione cristiana, facendo dipingere Papa Gregorio Magno nell'atto di scrivere il canto Gregoriano con l'aiuto di Dio, accompagnato dalla didascalia "Non cambiare".

  7. Qual era l'importanza del canto gregoriano nel Medioevo?
  8. Il canto gregoriano, influenzato da vari stili, era fondamentale nella tradizione musicale europea, influenzando la monodia medievale e la polifonia sacra medievale e rinascimentale.

  9. Qual era il legame di Carlo Magno con la religione cristiana?
  10. Carlo Magno era profondamente legato alla religione cristiana, scegliendo il Natale per la sua incoronazione e combattendo per diffondere la religione nei territori conquistati, spesso con metodi violenti.

Domande e risposte