Concetti Chiave
- La scena rappresenta la Vergine e quattro angeli che appaiono a San Bernardo, intento a scrivere un inno dedicato alla Vergine stessa.
- Simboli come il gufo e il diavolo incatenato alludono alla liberazione dell'uomo dal peccato e dal male.
- Il donatore è raffigurato in un abisso, partecipando alla visione ma rimanendo in uno spazio separato.
- Dettagli come il paesaggio e le grafie mostrano un'attenzione di stampo fiammingo, con una spazialità complessa.
- L'equilibrio tipico del primo Rinascimento si frantuma in una pittura più dinamica e disarmonica.
Apparizione della Vergine a san Bernardo
In una natura composta da rocce stratificate e scheggiate, la Vergine e quattro angeli appaiono a san Bernardo, intento a scrivere su un leggio improvvisato: sta componendo un inno dedicato proprio alla Vergine, che libera l'uomo dal peccato e dal male. A questo, dunque, alludono sia il gufo e il diavolo, nascosto in un anfratto del terreno che morde rabbioso le sue catene, sia le numerose scritte, su libri e cartigli che compaiono nella scena. In basso, "sprofondato in un abisso", secondo la fortunata definizione dello storico dell'arte André Chastel, sta il donatore che, vicini alle figure sacre, partecipa assorto alla visione ma insieme vive in uno spazio separato.
Dettagli e spazialità nella scena
Ogni dettaglio, dal paesaggio complesso alle eleganti grafie, fino ai monaci sullo sfondo, è trattato con una cura e attenzione di stampo fiammingo. La scena è costruita con una spazialità profonda, eppure qualcosa della visione quattrocentesca del mondo sembra vacillare: il santo è una posizione precaria, seduto, ma quasi in procinto di alzarsi tra le rocce così scheggiate da poterlo ferire. L'equilibrio e la salda chiarezza compositiva dell'arte fiorentina del primo Rinascimento sembrano frantumarsi e andare in crisi e la pittura si fa più dinamica, sincopata e disarmonica.