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Concetti Chiave

  • Nel periodo arcaico, le statue greche presentano influenze egizie con pose rigide e statiche, come la Kòre e il Koùros.
  • Il periodo severo introduce un maggiore realismo nelle sculture, con un'attenzione particolare al movimento e all'uso del bronzo, come nel "Zeus di Capo di Artemisio".
  • Durante il periodo classico, la statuaria greca raggiunge l'apice della perfezione, con proporzioni armoniose e pose naturali, esemplificate dal "Doriforo" di Policleto.
  • Nel periodo tardo classico, l'equilibrio delle statue è compromesso, riflettendo le turbolenze del tempo, con scene di vita quotidiana e opere come "Ermes con Dionisio bambino".
  • Il periodo ellenistico, influenzato da Alessandro Magno, si caratterizza per un'espressione artistica ricca di pàthos, con opere come il "Galata morente" che enfatizzano l'emozione e il dramma.

Indice

  1. Stile arcaico e statue rigide
  2. Transizione al periodo severo
  3. Apice della statuaria classica
  4. Squilibrio nel tardo classico
  5. Espansione ellenistica e pathos

Stile arcaico e statue rigide

Nel periodo arcaico, le statue ricordano lo stile egizio.

I soggetti rappresentati hanno sempre un atteggiamento rigido e sono in posizioni statiche, come nel caso della Kòre, o “Dama di Auxerre”. La donna è rappresentata a piedi uniti, abbigliata con un peplo, i capelli sono ricci “a lumachelle” e il volto è piatto e triangolare.

La simmetria nella statua è rotta dal braccio destro che si piega poggiando la mano sul petto.

Un altro esempio è quello del Koùros, completamente nudo, al contrario della Kòre, in cui le braccia sono entrambe distese lungo il corpo ma i piedi sono uno davanti all’altro.

Un elemento che caratterizza la statuaria di questo periodo è il sorriso arcaico, un incurvamento delle labbra che dava un senso di beatitudine. Inoltre, si pensa che gli artisti dell’epoca non fossero in grado di ricreare delle vere e proprie labbra.

Transizione al periodo severo

Con il periodo severo le statue cominciano ad avere un aspetto più realistico, infatti, dietro alle opere c’era uno studio del movimento più accurato. La muscolatura non è più solo incisa ma rappresentata con volumi tondeggianti.

Durante questo periodo si comincia ad utilizzare un nuovo materiale, il bronzo. Un’importante statua in bronzo risalente al periodo severo è quella di “Zeus di Capo di Artemisio”, che rappresenta un’azione molto complessa, generata dalla torsione del busto, della testa e dalla gamba sinistra.

Apice della statuaria classica

Con il periodo classico, la statuaria greca raggiunge l’apice della perfezione: la misura della testa diventa un modulo base per la rappresentazione dei soggetti. Le pose sono naturali e seguono una composizione a “chiasmo”, che distribuisce i pesi dando equilibrio alla statua.

Un esempio di scultura classica è il “Doriforo”, realizzato da Policleto, anche se quella che ammiriamo oggi è una copia romana.

In greco “Doriforo” è “colui che porta la lancia”.

Il suo corpo misura otto volte la testa. Il ritmo incrociato degli arti determina il movimento del bacino e delle spalle.

Squilibrio nel tardo classico

Con il periodo seguente, il periodo tardo classico, le statue non sono più in equilibrio, a causa del momento di guerra che sta affrontando la Grecia, e che sta influenzando gli artisti, che sono alla ricerca di un nuovo ideale di bellezza.

Tutte le statue hanno bisogno di un sostegno, e alcune statue che mostrano questo squilibrio sono “Ermes con Dionisio bambino”, poggiato su un drappo, e “Apollo Sauroctono”, poggiato su un tronco.

Qui vengono rappresentate scene di intimità della vita quotidiana.

Altre importanti statue risalenti a questo periodo sono le statue danzanti, quali la menade e il satiro, praticanti riti dionisiaci.

Lo scopo era quello di portare la danza allo stato di ebbrezza.

Espansione ellenistica e pathos

Nel periodo ellenistico, con Alessandro Magno, la cultura greca viene esportata diventando universale.

Vi è un nuovo interesse per il sapere che trasforma radicalmente il linguaggio artistico, e i soggetti vengono resi coinvolgenti in quanto ricchi di pàthos.

Alcuni esempi di sculture ellenistiche sono i Galati, per celebrare la vittoria sui Galati, in particolare il “Galata morente” e il “Galata suicida”.

Di grande impatto emotivo è la scelta di rappresentare non i vincitori ma gli sconfitti.

Il “Galata morente” presenta folti capelli divisi in ciocche, e al collo ha il tòrques, simbolo d’onore.

Nel “Galata suicida” un uomo sta conficcandosi la spada nel petto, mentre con l’altro braccio sostiene la compagna uccisa poco prima.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali delle statue del periodo arcaico?
  2. Le statue del periodo arcaico presentano un atteggiamento rigido e posizioni statiche, come la Kòre e il Koùros. Un elemento distintivo è il sorriso arcaico, un incurvamento delle labbra che dava un senso di beatitudine.

  3. Come si evolve la statuaria greca nel periodo severo?
  4. Nel periodo severo, le statue diventano più realistiche grazie a uno studio più accurato del movimento. La muscolatura è rappresentata con volumi tondeggianti e si inizia a utilizzare il bronzo, come nella statua di “Zeus di Capo di Artemisio”.

  5. Qual è l'importanza del “Doriforo” nel periodo classico?
  6. Il “Doriforo”, realizzato da Policleto, rappresenta l'apice della perfezione nella statuaria greca classica. La misura della testa diventa un modulo base e le pose seguono una composizione a “chiasmo” per dare equilibrio alla statua.

  7. In che modo il periodo tardo classico riflette il contesto storico della Grecia?
  8. Nel periodo tardo classico, le statue perdono equilibrio a causa del momento di guerra che la Grecia sta affrontando. Gli artisti cercano un nuovo ideale di bellezza, e le statue necessitano di sostegni, come “Ermes con Dionisio bambino” e “Apollo Sauroctono”.

  9. Quali sono le caratteristiche distintive delle sculture ellenistiche?
  10. Le sculture ellenistiche, influenzate da Alessandro Magno, sono ricche di pàthos e coinvolgenti. Rappresentano spesso gli sconfitti, come nel “Galata morente” e il “Galata suicida”, e mostrano un nuovo interesse per il sapere e l'espressione emotiva.

Domande e risposte