L'evoluzione del cristianesimo e dell'arte nell'Impero Romano

Fine delle persecuzioni cristiane

313 d.C.: con l’editto di Costantino si mette fine alle persecuzioni.

380 d.C.: con l’editto di Tessalonica il cristianesimo diventa religione di Stato.

392 d.C.: con Teudosio diventa l’unica religione ammessa nello stato.

A partire da questo momento i cristiani non si devono più nascondere e possono seppellire i morti nelle catacombe (corridoi sotterranei che hanno a lato nei muri dei loculi: buchi a forma di parallelepipedo dove veniva intromesso il corpo e poi murato) alla luce del sole, per le persone più importanti si facevano degli arcosoli. Le catacombe venivano abbellite con immagini molto semplici e schematiche perché non dovevano gratificare la vista ma lo spirito.

Evoluzione dell'arte cristiana e pagana

Anche dopo che la religione cristiana divenne l’unica religione ammessa nello stato, il paganesimo non smise di esistere. I villaggi rimasero per molto tempo restii a ogni mutamento nell’ambito della religione tradizionale e dei suoi riti. Nel corso dei primi secoli dell’ Impero, l’idea di Stato si era evoluta accettando il principio che l’autorità imperiale avesse sempre un’ investitura discendente direttamente dal potere divino, e questo concetto si adattava perfettamente al linguaggio artistico. Gli artisti e gli artigiani a cui venivano commissionate le opere cristiane, erano gli stessi a cui venivano commissionate le opere pagane; quindi, non c’è discontinuità fra arte arte romana e cristiana. Specialmente durante i primi due secoli d.C. l’unica differenza tra arte cristiana e pagana va colta nel diverso significato attribuito alle raffigurazioni: se per un pagano la raffigurazione di un pesce non era altro che la raffigurazione di un pesce, per un cristiano costituita il simbolo stesso di Cristo.

Basilica di Santa Sabina

La basilica si Santa Sabina venne eretta sull’ Aventino tra il 422 e il 432, e per farla vennero utilizzati tantissimi materiali di spoglio. L’interno della basilica si compone di un’ampia navata centrale; 21 delle 24 colonne corinzie sono state riciclate e gli architetti hanno adottato l’arco a tutto sesto al di sopra delle colonne, che vengono decorate in modo schematico.

La porta della basilica presentava 28 riquadri scolpiti, ma al giorno d’oggi ci sono pervenuti solo 18 di quei 28 riquadri. L’opera è stata eseguita da due equipe con linguaggi completamente diversi: una a tendenza plebea che aveva un modo di raffigurare molto schematico e simbolico, prettamente cristiano; e l’altra equipe che realizzava decorazioni più realistiche.

Differenze artistiche nei pannelli

L’autore del pannello della crocefissione di Cristo è di educazione plebea, dove le immagini sono scolpite in modo poco naturalistico con proporzioni gerarchiche, dove le proporzioni dei corpi non ci sono più e la frontalità dei personaggi è schematica. Cristo è raffigurato al centro dell’opera e ai suoi due lati sono raffigurati i due ladroni di dimensioni visibilmente ridotte.

L’autore del pannello con Elia che ascende in un carro di fuoco fa parte della seconda equipe: la composizione pone al centro il profeta Elia che sta salendo al cielo (lo sta tirando sù un angelo), mentre Eliseo (il suo successore) cerca di trattenerlo per terra tramite un lembo del martello. Le figure sono proporzionate, e il rilievo è più delicato.