Concetti Chiave
- Le basiliche e le terme erano edifici fondamentali nella civiltà romana, usate rispettivamente per attività giuridiche e politiche, e come complessi termali con sale centrali e spazi per il tempo libero.
- L'architettura romana si caratterizzava per l'uso innovativo dello spazio interno ed esterno, con coperture a volta basate sulla struttura dell'arco, definendo un'architettura spaziale e funzionale.
- Gli acquedotti romani dimostravano l'abilità ingegneristica, alcuni estendendosi fino a 70 km, progettati senza l'uso di carte topografiche, attraversando vallate e montagne.
- I materiali da costruzione romani includevano tufo, travertino e diverse tecniche murarie come opus caementicium e opus reticulatum, adattando le pietre ad utilizzi strutturali e decorativi.
- Le tecniche stradali romane, sviluppate per supportare l'espansione dell'Impero, consistevano nella creazione di reti stradali estese, ponti e sistemi fognari efficienti.
Indice
La fondazione di Roma
Una leggenda narra che la città di Roma sia stata fondata da Romolo ella metà del VIII secolo a.C. sul colle Palatino.
L’architettura romana si sviluppò a partire dal II secolo a.C. (nel 146 a.C.) con la conquista della Grecia.
Tra la conquista della Grecia e l’età di Adriano (nel II secolo a.C.) l’architettura romana raggiunse il grado di massimo sviluppo, e venne elaborata una concezione originale dello spazio architettonico. I romani concentrarono la loro attenzione sugli aspetti pratici e funzionali dell’architettura, essi ritenevano infatti che un’eccessiva raffinatezza artistica fosse segno di degrado morale.
Opere pubbliche e acquedotti
In questo periodo vennero realizzate anche opere destinate ad uso pubblico, come: acquedotti, ponti, strade, teatri, basiliche, terme.
Le costruzioni che meglio attestano l’abilità dei costruttori romani sono gli acquedotti. Alcuni di essi erano lunghi anche 70 chilometri e il loro percorso veniva tracciato senza carte topografiche, i costruttori avevano solo la grama e la livella. Per mantenere la superficie su cui far scorrere l’acqua, in lieve ma costante e graduale pendio, era necessario che l’acqua attraversasse vallate e montagne.
L’edilizia romana voleva esprimere la concretezza e la praticità organizzativa cui era ispirata la politica espansionistica dell’impero.
Urbanistica e città romane
I romani fondavano le città nel luogo in cui sorgevano i loro accampamenti militari (la castra). Una caratteristica fondamentale della città romana è la presenza di due vie principali: il cardo maximus (da nord a sud) e il manus maximus (da est a ovest).
Le terre destinate all’uso agricolo venivano suddivise in base al metodo della centuriazione (l’area coltivabile veniva ripartita in lotti quadrati della dimensione di circa 50 ettari chiamati CENTURIE).
Basiliche e terme
Le basiliche e le terme sono tra gli edifici urbani più rappresentativi della civiltà romana.
Le basiliche venivano costruite nei fori, qui veniva amministrata la giustizia, si svolgevano affari commerciali e politici; esse erano a pianta rettangolare.
Le terme erano dei grandiosi bagni, molto frequentati nell’epoca della Roma imperiale. Le zone principali in un complesso termale erano: l’interno dominato da una grande sala centrale; un ampio spazio aperto organizzato a parco per gli esercizi fisici; e un cerchio esterno di locali più piccoli, che ospitavano sale per conferenze e biblioteche.
Innovazioni architettoniche romane
Una caratteristica dell’architettura romana fu l’uso esteso dello spazio interno e dello spazio ”ottico” esterno, infatti essa era un’architettura spaziale. Fondamentale era la copertura a volta che si basava sulla struttura dell’arco.
L’arco a tutto sesto e le strutture che derivano da esso (la volta a botte e la cupola semisferica) costituiscono la grande “innovazione architettonica”. Non fu più necessario avvicinare i piedritti per evitare la rottura dell’architrave, ne uscì un’architettura curvilinea; i Romani quindi inventarono lo spazio architettonico.
Il funzionamento statico dell’arco è diverso da quello del sistema TRILITICO; infatti in un arco i singoli conci cuneiformi sono sollecitati solo a compressione e trasmettono sui piedritti una spinta obliqua, dotata di una componente orizzontale. Se le luci possono diventare molto più ampie, i piedritti tendono ad essere rovesciati dalle spinte all’imposta dell’arco; l’uso di sequenza di archi fa si che le spinte laterali si annullano.
Materiali e tecniche costruttive
Gli edifici romani più antichi erano costruiti con pietra da taglio. I materiali più usati erano il tufo e il travertino, la superficie porosa di questi tipi di pietra poteva essere decorato con elementi in stucco o altro materiale plastico.
Le murature in pietra omogenee costituite da un unico materiale, vennero usate durante l’epoca repubblicana, venivano classificate in base alla forma data ai blocchi di pietra e al modo di posarli.
I principali tipi erano:
•Opus siliceum: usato per realizzare mura di difesa, consisteva nell’utilizzo di blocchi di pietra di forma irregolare disposti ad incastro senza leganti;
•Opus quadratum: struttura muraria realizzata con grossi massi squadrati a forma di parallelepipedo di dimensioni uguali e disposti ad uguale altezza, e a volte tenuti insieme da grappe metalliche;
•Opus africanum: tecnica muraria nella quale la parete era costruita da catene verticali di blocchi di pietra verticali e orizzontali.
Le opere cementizie principali erano:
•Opus caementicium: era un impasto di calce, sabbia pozzolana, cocci e acqua; esso veniva versato tra due pareti contenitive realizzate con pietra di forma irregolare, in forma squadrata o in sistemi misti con laterizi e blocchetti;
•Opus incertum: muro realizzato con pietre piccole e di forma irregolare;
•Opus reticulatum: muro composto da elementi di pietra piramidali con la punta annegata nel calcestruzzo e le basi quadrate disposte secondo un reticolo inclinato a 45°;
•Opus latericium: opera di laterizi, mattoni cotti, che contenevano un getto di calcestruzzo;
•Opus mixtum: consisteva nel raggruppare nella stessa struttura vari tipi di muratura, tra due muri di opus mixtum veniva gettato l’ opus caementicium;
•Opus vittatum: opera listata, consisteva nel disporre fasce di blocchi lapidei, parallelepipedi e tutti della stessa altezza in filari orizzontali alternati e filari di laterizi; l’interno del muro era riempito con calcestruzzo.
I rivestimenti pavimentali e parietali più diffusi erano:
•Opus signinum: pavimento di tipo battuto, era usato per cortili, cisterne o ambienti umidi perché era impermeabile; era realizzato con frammenti di laterizi mescolati con calce;
•Opus sectile: realizzato con elementi di pietra o marmo, era utilizzato per ottenere disegni;
•Opus tesselatum: simile al mosaico realizzato con tessere di pietra, marmo o laterizio di dimensioni fino a due centimetri di lato;
•Opus musivum: il cosiddetto “mosaico” per decorazioni che prevedevano l’accostamento di tessere di terracotta, marmo o madreperla, fissati tramite un letto di calce, stucco, gesso o cemento;
•Opus scutulatum: costituito da frammenti di marmo irregolari inseriti tra le tessere di un mosaico;
•Opus vermiculatum: consisteva nell’impiegare minutissimi pezzi di pietra colorata disposti secondo linee ondulate.
Strade e infrastrutture romane
La politica espansionistica romana determinò la necessità di organizzare in modo razionale i collegamenti tra la capitale e le regioni conquistate. I Romani svilupparono una raffinata tecnica costruttiva stradale caratterizzata dalla sovrapposizione di diversi strati di materiali lapidei a diversa pezzatura. Crearono così una rete viaria estesa a tutto l’Impero. Crearono anche i ponti per superare i fiumi.
Grazie all’arco sono state costruite le porte urbane lungo le mura di cinta delle città romane e sono state create anche le fognature. Con sequenza di archi sono stati realizzati anche gli acquedotti in modo da portare l’acqua da distanze enormi, e grandi cisterne sotterranee per la conservazione dell’acqua convogliata dagli acquedotti.
Domus e insulae
La domus (casa patrizia) si sviluppava intorno ad un cortile da cui provenivano luce e aria, si apriva intorno ad un atrium con un bacino quadrangolare per raccogliere le acque piovane (impluvium) aperto da quattro falde spioventi verso l’interno (compluvium). Intorno vi erano gli alloggi (i cubicoli). In fondo all’ atrium si trovava il tablinum, luogo principale della casa, da qui si passava all’ hortus, il giardino circondato dalle colonne peristilium. Accanto al tablinum si trovava il triclinium, la sala del pranzo con lettini accostati ai lati del tavolo.
L’ insula era stata realizzata per le classi meno abbienti, un grande fabbricato a più piani dentro il quale alloggiavano diverse famiglie. Essa era aperta verso l’esterno con finestre e balconi, e al piano terreno vi erano botteghe e magazzini. Erano molto rumorose.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli edifici urbani più rappresentativi della civiltà romana?
- Qual è stata l'innovazione architettonica più significativa dei Romani?
- Come venivano costruiti gli acquedotti romani?
- Quali materiali erano comunemente usati nell'architettura romana?
- Qual era la funzione delle strade romane e come venivano costruite?
Le basiliche e le terme sono tra gli edifici urbani più rappresentativi della civiltà romana. Le basiliche erano utilizzate per amministrare la giustizia e svolgere affari commerciali e politici, mentre le terme erano grandiosi bagni pubblici.
L'innovazione architettonica più significativa dei Romani è stata l'uso dell'arco a tutto sesto, che ha permesso la creazione di strutture come la volta a botte e la cupola semisferica, contribuendo a un'architettura curvilinea e spaziale.
Gli acquedotti romani erano costruiti con grande abilità, spesso senza l'uso di carte topografiche, utilizzando strumenti come la grama e la livella per mantenere un pendio costante. Alcuni acquedotti erano lunghi fino a 70 chilometri e attraversavano vallate e montagne.
I materiali comunemente usati nell'architettura romana includevano il tufo e il travertino, oltre a diverse tecniche murarie come l'opus caementicium, l'opus incertum, e l'opus reticulatum, che utilizzavano pietre e calcestruzzo.
Le strade romane erano essenziali per collegare la capitale con le regioni conquistate, costruite con una tecnica raffinata che prevedeva la sovrapposizione di diversi strati di materiali lapidei. Questa rete viaria estesa includeva anche ponti e fognature, facilitando il controllo del territorio.