Concetti Chiave
- Il tempio era il cuore di ogni città sumera, simbolo della manifestazione divina nella vita quotidiana.
- Gli dei sumeri erano associati a territori specifici e la forza di una città era legata alla potenza del suo dio.
- I sumeri credevano che gli dei non fossero interessati al destino umano, avendo creato gli uomini per svolgere lavori pesanti.
- Il destino era visto come il vero padrone della vita, con gli dei considerati signori dai disegni imperscrutabili.
- Dopo la morte, i sumeri credevano che le anime fossero condannate a un'esistenza miserabile nel regno delle tenebre.
Il tempio e la sua importanza
Nel cuore di ogni città si trova il tempio. I sumeri infatti, come tutti i popoli antichi, vedevano nel mondo e nei suoi avvenimenti la manifestazione di una realtà misteriosa, potente, che stava all'origine di tutto; la lingua sumera la indica con diversi vocaboli, tutti legati all'idea di luce, splendore.
La relazione tra dei e uomini
Lo splendore divino prende poi forma nelle figure di diversi dei, ciascuno legato a un territorio: la forza della città dipende dalla potenza del suo dio, e per garantirsi la sua benevolenza occorre rendergli continuamente omaggio e offrirgli regolarmente i sacrifici previsti. Ma questo può non bastare, perché gli_ dei non sono interessati al destino degli uomini’ che hanno creato solo perché svolgessero per loro i lavori pesanti. "Il fedele degli dei mesopotamici", ha scritto un importante storico delle religioni, "sa che il destino è il vero padrone della sua vita e che gli dei sono signori dai disegni impenetrabili. All'uomo non resta che inchinarsi, sottomettersi e accettare la sua condizione". Così sono numerosi i testi in cui si lamenta la triste condizione umana, in balia di un destino incomprensibile. E neppure la morte è una via d’uscita, perché i defunti non sono che ombre condannate a un’esistenza miserevole nel paese delle tenebre.