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Concetti Chiave

  • Gli Etruschi, conosciuti anche come Tirreni o Rasenna, sono un popolo dell'antica Italia con origini incerte, tra ipotesi di migrazione dall'Asia Minore e origini autoctone.
  • La civiltà etrusca si sviluppò in Etruria, espandendosi fino a dominare l'Italia centrale e parte del Mediterraneo, ma decadde rapidamente a causa della mancanza di un'unità politica forte.
  • La loro economia era prospera grazie all'agricoltura avanzata e al controllo delle risorse minerarie, come ferro e argento, che alimentavano un fiorente commercio e artigianato di lusso.
  • La società etrusca era caratterizzata da una classe dirigente ricca e amante del lusso, con i mercanti che acquisivano sempre più potere rispetto agli aristocratici terrieri.
  • Le donne etrusche godevano di una considerazione sociale superiore rispetto alle culture greca e romana, partecipando attivamente ai banchetti e avendo il loro nome spesso riportato accanto a quello del padre nelle iscrizioni.

Indice

  1. Origini e misteri degli Etruschi
  2. Espansione e dominio etrusco
  3. Società e ricchezze etrusche
  4. Religione e cultura etrusca
  5. Ruolo delle donne nella società etrusca

Origini e misteri degli Etruschi

A partire dal IX secolo a.C. si formò la prima grande civiltà italica: quella degli Etruschi, come li chiamavano i Romani, o Tirreni, com'erano detti dai Greci, o Rasenna, come loro stessi si definivano.

Gli Etruschi sono sempre stati considerati un popolo misterioso: in primo luogo per la loro lingua, che gli studiosi hanno decifrato, ma non ancora compreso pienamente, soprattutto a causa della scarsezza di documenti scritti a nostra disposizione; poi, per il problema della loro origine.

Lo storico greco Erodoto verso la metà del V secolo a.C. sosteneva che gli Etruschi provenivano dalla Lidia, in Asia Minore: a suo avviso, avevano abbandonato quella regione verso il XIII-XII secolo a.C. a causa di una carestia. Secondo Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.), invece, gli Etruschi erano indigeni cioè originari dei luoghi che abitavano. Una cosa comunque è certa: non erano una popolazione indoeuropea in quanto la loro lingua non appartiene a questa famiglia linguistica.

Gli storici contemporanei considerano il problema dell'origine di questo popolo una questione di minore rilevanza: se pure vi fu una migrazione dall'Oriente, dovette trattarsi di un fenomeno lento, non del trasferimento in blocco di un popolo e di una civiltà. L'attenzione viene, invece, posta sulla questione della formazione di questa civiltà, in quanto processo che avviene e si compie integralmente in Italia.

Espansione e dominio etrusco

Gli Etruschi occuparono il vasto territorio posto fra il mare e i fiumi Arno e Tevere, dove fondarono numerose città. Alcune di queste sono scomparse, come Veio, Cerveteri e Vetulonia; altre esistono ancora, come Tarquinia, Arezzo, Perugia e Volterra.

Da questa regione, detta Etruria, si espansero imponendosi facilmente sulle popolazioni italiche più arretrate. Tra il VII e il VI secolo a.C. gli Etruschi arrivarono a controllare tutta l'area compresa tra la pianura padana e la Campania: la stessa Roma, in questo periodo, fu sottoposta al loro dominio. Contemporaneamente le flotte etrusche assunsero il controllo delle principali rotte del Mar Tirreno, in concorrenza con Cartagine e con le città della Magna Grecia. Il momento di massima espansione si ebbe quando occuparono la Corsica orientale, in seguito alla vittoria contro i Greci nella battaglia di Alalia del 540 a.C.

Gli Etruschi realizzarono una società urbana evoluta, basata su vere e proprie città-stato, come le poleis greche.

Ogni città era governata da un re chiamato lucumone. Le fonti antiche ci descrivono le città etrusche come autonome e indipendenti, legate esclusivamente da vincoli religiosi e di collaborazione politico-economica. Ci parlano, infatti, dell'esistenza di una dodecàpoli (insieme di dodici città, forse le più importanti dell'Etruria) e di una lega, i cui rappresentanti si riunivano annualmente nel santuario di Voltumnia, nei pressi del lago di Bolsena.

La mancata formazione di uno Stato forte e politicamente unito è il motivo per cui gli Etruschi, pur avendo sviluppato una fiorente civiltà in grado di primeggiare per secoli in Italia, decaddero rapidamente quando furono attaccati dai Romani. Nel 474 a.C. una flotta di Siracusa distrusse quella etrusca al largo di Cuma: gli Etruschi persero per sempre il controllo del Tirreno. Quindi i Celti li allontanarono dalla pianura padana, e i Sanniti li attaccarono da sud. I Romani, infine, penetrarono nel cuore della stessa Etruria e nel corso del IV e III secolo a.C. ne occuparono l'intero territorio.

Società e ricchezze etrusche

Gli Etruschi seppero sfruttare con abilità le risorse del loro territorio. Per favorire lo sviluppo dell'agricoltura, basata sulla produzione di cereali, vino e oli pregiati, costruirono canali e acquedotti; procedettero anche a vasti disboscamenti per ampliare l'estensione dei campi coltivati e ricavare il legname per la costruzione di case e di navi.

La più importante ricchezza naturale, però, era costituita dalle risorse minerarie: rame, stagno, allume (un minerale usato per la concia delle pelli) e soprattutto il ferro dell'isola d'Elba e l'argento dell'Argentario.

La lavorazione del ferro veniva svolta a Populonia, una località sulla costa, proprio di fronte all'isola d'Elba. Per esportare i metalli anche nei mercati più lontani, gli Etruschi si assicurarono il controllo delle rotte mediterranee e il commercio, soprattutto con i Fenici e i Cartaginesi, divenne il fondamento della loro prosperità: gli Etruschi controllavano in particolare il mare prospiciente alla loro terra, che prende appunto il nome di "Tirreno". I metalli, infine, alimentarono un ricco e raffinato artigianato, sostenuto soprattutto dalla domanda di beni di lusso delle famiglie aristocratiche, in particolare nel campo dell'oreficeria.

La classe dirigente etrusca era composta dai grandi proprietari terrieri e delle miniere. In origine si trattava di aristocratici, ma col tempo la classe dei mercanti divenne sempre più potente. La classe più agiata amava godere dei piaceri della vita come testimoniano molti affreschi e gli oggetti preziosi ritrovati nelle tombe. Fra i piaceri c'erano certamente quelli della buona tavola, ricchi banchetti e feste in cui anche le donne partecipavano a fianco degli uomini.

Gli Etruschi ricchi dunque vivevano in una condizione di lusso che non aveva pari presso gli altri popoli. A questo proposito così osservava lo storico greco Diodoro (I secolo a.C.): «Gli Etruschi godono di un'abbondanza di prodotti agricoli e di floridi commerci che consentono loro di vivere in un lusso perfino eccessivo. Si fanno apparecchiare due volte al giorno tavole sontuose, con tutto ciò che contribuisce a una vita raffinata, con tovaglie ricamate a fiori e molti vasi d'argento. E si fanno servire da un gran numero di schiavi».

Al di sotto delle famiglie degli aristocratici e dei mercanti stavano un gran numero di lavoratori, divisi tra schiavi e uomini liberi, che conducevano una vita decisamente più modesta.

Religione e cultura etrusca

La religione è la prova più evidente dell'influenza esercitata dalla cultura greca sugli Etruschi. Gli Etruschi infatti rappresentavano le loro divinità in forma umana, come facevano i Greci: Tinia, la massima divinità etrusca, prese le sembianze di Zeus; Uni, la moglie di Tinia, quelle di Era; Minerva quelle di Atena. La stessa cosa avvenne per molte altre divinità, il cui culto fu trasmesso dagli Etruschi agli altri popoli italici. Era propria degli Etruschi, invece, la convinzione che gli dei manifestassero il loro volere attraverso segni naturali.

Il filosofo romano Seneca (I secolo d.C.) così descriveva le differenze fra la mentalità etrusca e quella romana: «Noi Romani diciamo che un fulmine è scoccato perché delle nubi si sono scontrate. Gli Etruschi invece credono che le nubi siano fatte scontrare perché ne possa nascere un fulmine. Essi attribuiscono ogni fenomeno naturale alla volontà degli dei, e pensano che una cosa avvenga non perché una causa l'ha prodotta, ma perché un dio l'ha provocata per esprimere la sua volontà».

Attraverso l'osservazione delle viscere degli animali, il volo degli uccelli o il tempo atmosferico, secondo gli Etruschi si poteva conoscere il futuro. L'interpretazione di questi segni era detta divinazione o aruspicina ed era affidata agli aruspici. Secondo la leggenda, era stato un fanciullo divino di nome Tagete a rivelare agli uomini l'arte della divinazione.

La maggioranza dei documenti del civiltà etrusca proviene dalle necròpoli cioè dalle “città dei morti”. Gli Etruschi, come molti popoli antichi, ritenenevano che la vita dell'anima proseguisse oltre l'esistenza terrena. Per questo le tombe, considerate le abitazioni dei defunti, erano elaborate opere architettoniche costruite nel sottosuolo a imitazione delle case dei vivi. Per allietare la vita nell'aldilà, le pareti venivano dipinte con scene di banchetti, feste e danze. I numerosi templi etruschi sono invece andati tutti perduti, perché erano costruiti con mattoni crudi e legno, cioè materiali poveri e facilmente deperibili. Sappiamo però che contenevano numerose sculture in terracotta dipinta.

Ruolo delle donne nella società etrusca

Esiste in questa cultura un aspetto che la differenzia profondamente da quella greca e da quella romana, ed è l'importanza che essa riservava alle donne.

Un primo significativo indizio al riguardo è dato dal fatto che, nelle iscrizioni etrusche, accanto al nome del padre è indicato molto spesso anche quello della madre: dunque, diversamente da quanto accadeva in Grecia e a Roma, alla parentela del ramo materno era attribuito un valore analogo a quello riconosciuto alla discendenza dal ramo paterno.

Inoltre, le tombe mostrano chiaramente che le donne erano ammesse ai banchetti al pari degli uomini e che potevano bere vino, consuetudini queste che, come vedremo, la cultura romana vietava invece drasticamente, almeno nella sua fase più antica.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali ipotesi sull'origine degli Etruschi?
  2. Gli Etruschi sono considerati un popolo misterioso per la loro lingua e origine. Erodoto sosteneva che provenissero dalla Lidia, mentre Dionigi di Alicarnasso li considerava indigeni. Gli storici moderni ritengono che la loro origine sia meno rilevante rispetto alla formazione della loro civiltà in Italia.

  3. Come si sviluppò e declinò la civiltà etrusca?
  4. Gli Etruschi fondarono città in Etruria e si espansero tra la pianura padana e la Campania. La loro civiltà urbana evoluta declinò rapidamente a causa della mancanza di uno Stato unito e delle sconfitte subite da Siracusa, Celti, Sanniti e Romani.

  5. Quali erano le principali risorse economiche degli Etruschi?
  6. Gli Etruschi sfruttarono risorse agricole e minerarie, come il ferro dell'isola d'Elba e l'argento dell'Argentario. Controllavano le rotte mediterranee e il commercio con Fenici e Cartaginesi, alimentando un ricco artigianato.

  7. Qual era la struttura sociale degli Etruschi?
  8. La società etrusca era dominata da aristocratici e mercanti, che vivevano nel lusso. Al di sotto c'erano lavoratori, schiavi e uomini liberi. Le donne partecipavano ai banchetti, un'usanza diversa rispetto a quella greca e romana.

  9. Quali erano le credenze religiose degli Etruschi?
  10. Gli Etruschi rappresentavano le divinità in forma umana, influenzati dai Greci. Credevano che gli dei manifestassero la loro volontà attraverso segni naturali, interpretati dagli aruspici. La divinazione era un aspetto centrale della loro religione.

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