Concetti Chiave
- La seconda guerra persiana inizia con l'ascesa al trono di Serse nel 486 a.C., che pianifica l'invasione della Grecia per vendicarsi di Atene.
- Due fazioni si formano ad Atene: una guidata da Temistocle, favorevole alla difesa navale, e un'altra che preferisce un accordo diplomatico.
- Serse invade la Grecia, ma la coalizione delle città-stato greche, inclusa la Lega di Corinto, resiste e infligge una sconfitta decisiva a Salamina.
- La guerra si conclude con la battaglia di Platea, dove gli spartani, guidati da Pausania, sconfiggono definitivamente i persiani.
- Le guerre persiane rappresentano uno scontro tra due culture: le poleis greche con il loro senso di partecipazione civica e l'Impero persiano autoritario.
Indice
L'inizio della seconda guerra persiana
La seconda guerra persiana si apre con la morte di dell’Imperatore Dario, nel 486 a.C. Al suo posto, governò il figlio e come prima cosa, decise di vendicarsi dell’offesa subita da parte di Atene: iniziò a progettare come invadere nuovamente la Grecai, sia via mare che via terra; l’obiettivo questa volta, era la conquista di tutta la Grecia.
Strategie e alleanze greche
Anche in Grecia, gli ateniesi discutevano su come affrontare il nemico; si distinsero due fazioni principali: la prima, capeggiata da Temistocle, sosteneva che la scelta migliore fosse stata quella di affrontare i persiani via mare, mentre la seconda fazione riteneva più opportuno un accordo diplomatico.
Prevalse la posizione di Temistocle che riuscì a fare costruire anche dei nuovi triremi 8delle particolari navi da guerra molto veloci).
Serse invase la Grecia con un poderoso esercito e nel frattempo Atene, Sparta e altre 31 poleis formarono la Lega di Corinto, una coalizione creta per fronteggiare il nemico.
La battaglia di Salamina e le sue conseguenze
Dopo aver travolto gli spartani, che resistettero fino al passo delle Termopili, i persiani invasero l’Attica: gli ateniesi si rifugiarono presso l’isola di Salamina e qui riuscirono a sconfiggere il nemico.
Serse, deluso per i risultati della guerra, tornò in patria, mentre il suo esercito rimase per un anno in Grecia, nell’attesa della ripresa della guerra o di un accordo diplomatico.
La battaglia di Platea e la fine delle guerre
La battaglia decisiva fu la battaglia di Platea dove il sovrano spartano, Pausania, riuscì a sconfiggere definitivamente l’esercito persiano.
Con la conclusione delle guerre persiane, finalmente centinaia di poleis della Ionia e del mar Egeo, furono libere e molte di essere si unirono in una Lega Navale, capeggiata da Atene.
Differenze culturali tra greci e persiani
Le guerre persiane in genarle, vede opporsi due popoli completamente diversi: da un lato le poleis greche, abituate a un concetto di Stato, in cui il cittadino partecipa alla vita politica; dall’altro l’Impero persiano, in cui la legge rappresenta il volere in un re e i cittadini sono i suoi sudditi.
Quindi, le guerre persiane non sono stati dei conflitti solo tra popoli diversi, ma anche tra culture diverse.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la causa principale della seconda guerra persiana?
- Quali furono le strategie discusse dagli ateniesi per affrontare i persiani?
- Qual è stata la battaglia decisiva che ha concluso le guerre persiane?
La seconda guerra persiana è iniziata con il desiderio di vendetta del figlio di Dario contro Atene, progettando di invadere nuovamente la Grecia per conquistarla interamente.
Gli ateniesi discussero due strategie principali: una, guidata da Temistocle, proponeva di affrontare i persiani via mare, mentre l'altra suggeriva un accordo diplomatico.
La battaglia decisiva è stata la battaglia di Platea, dove il sovrano spartano Pausania ha sconfitto definitivamente l'esercito persiano.