Concetti Chiave
- Le insulae erano grandi complessi abitativi a Roma, con appartamenti dati in locazione, e spesso i piani inferiori ospitavano botteghe o magazzini.
- Gli appartamenti superiori delle insulae erano accessibili tramite strette scale di pietra e spesso ospitavano molte persone in spazi ridotti, con conseguenze negative per igiene e sicurezza.
- Il rischio di crolli e incendi era elevato a causa di materiali scadenti e strutture alte e instabili, mentre l'acqua era scarsa e l'illuminazione insufficiente.
- Le finestre delle insulae erano prive di vetri, e gli inquilini usavano teli o pelli per coprirle, limitando ulteriormente la luce naturale.
- I servizi igienici erano inadeguati, specialmente ai piani superiori, mentre a piano terra erano collegati alla rete fognaria.
Indice
Cataloghi regionari nella Roma antica
Nella Roma antica esistevano i cataloghi regionari. Essi riportavano l’elenco di monumenti suddivisi per regione, il numero dei quartieri, delle abitazioni, dei magazzini, degli stabilimenti termali, degli specchi d'acqua e perfino dei forni.
Struttura delle insulae romane
In base ad una catalogazione di questo tipo risalente al IV secolo d.C., sappiamo che su 50.000 edifici riportati, solo 200 erano domus, cioè abitazioni private. Questo prova come a Roma e nei maggiori centri abitati, le abitazioni erano per lo più costituite da “insulae”, o case popolari, cioè dei grandi ed elevati complessi abitativi costituiti da appartamenti dati in locazione; di essi sono rimaste importanti rovine ad Ostia, una grande porto navale e centro commerciale oltre che nell’Urbe stessa. Per ragioni di spazio, esse prendevano aria e luce dalla strada sui cui si aprivano delle grandi finestre. Gli appartamenti posti più in alto, che erano di tono più elevato, disponevano anche di logge, balconi e terrazze. In genere, il piano terreno era occupato da botteghe o magazzini o tabernae, spesso divise in une piani, uno inferiore ed uno superiore. La taberna vera e propria si trovava al piano inferiore. Alpino superiore, riservato come abitazione per il bottegaio e la sua famiglia o per i garzoni, si accedeva tramite una scala di legno. Nelle insulae di maggior decoro, esistevano anche delle abitazioni di lusso simili alle domus.
Disagi e pericoli delle insulae
Ai piani superiori delle insulae si saliva da un cortile interno, salendo lungo delle scale di pietra strette e ripide che conducevano alle cenacula, cioè a degli appartamenti molto piccoli in cui, a causa dell’elevato costo egli affitti, le persone vivevano in promiscuità con immaginabili conseguenze per l’igiene, la salute e la tranquillità. I disagi erano numerosi e frequenti. Innanzitutto, il pericolo di crolli era all’ordine del giorno a causa della sproporzione esistente tra la base e l’altezza degli edifici e la qualità scadente del materiale utilizzato. Esisteva, poi, il rischio di incendi causati da bracieri, stufe e candele che attaccavano con facilità le travi di legno. Inoltre, l’acqua era scarsa e non è un caso se Augusto costituì uno speciale corpo di vigili del fuoco. L’illuminazione era scarsa; nelle insulae le finestre non avevano né vetri, né lastre di mica come nelle domus delle famiglie più ricche; gli inquilini, per ripararsi dal freddo e dalle intemperie, usavano dei teli, delle pelli o degli sportelloni di legno che, però, non lasciavano passare la luce. Anche il riscaldamento era insufficiente perché si ricorreva a bracieri che, però, affumicavano gli ambienti dato che i Romani non conoscevano il sistema del tiraggio attraverso le canne fumarie. Un altro grande disagio era costituito dalla mancanza di servizi igienici, soprattutto ai piani superiori. Tuttavia, i cittadini potevano servirsi dei bagni e dei gabinetti pubblici, a pagamento. A piano terra i servizi igienici erano invece collegati alla rete fognaria.
Domande da interrogazione
- Qual era la funzione dei cataloghi regionari nella Roma antica?
- Qual era la differenza principale tra le domus e le insulae?
- Quali erano i principali disagi vissuti dagli abitanti delle insulae?
- Come venivano gestiti i rischi di incendio nelle insulae?
I cataloghi regionari elencavano monumenti, quartieri, abitazioni, magazzini, stabilimenti termali, specchi d'acqua e forni, fornendo una dettagliata catalogazione delle strutture urbane.
Le domus erano abitazioni private, mentre le insulae erano grandi complessi abitativi popolari con appartamenti in locazione, spesso con botteghe al piano terra.
Gli abitanti affrontavano pericoli di crolli, incendi, scarsa illuminazione, insufficiente riscaldamento e mancanza di servizi igienici, specialmente ai piani superiori.
Augusto istituì uno speciale corpo di vigili del fuoco per affrontare i frequenti rischi di incendio causati da bracieri, stufe e candele.