Concetti Chiave
- La legge Casati del 1859 mirava a ridurre l'analfabetismo in Italia, introducendo l'obbligatorietà e gratuità della scuola nazionale, con istruzione suddivisa in vari livelli.
- Nonostante l'obbligatorietà scolastica, la mancanza di fondi e di sanzioni efficaci ridusse l'impatto della legge, specialmente nel sud Italia.
- La legge Coppino del 1887 rafforzò l'obbligo scolastico estendendolo a 9 anni e introducendo sanzioni per mancata frequenza, rendendola più efficace.
- La legge Coppino segnò un passo verso la laicizzazione dell'istruzione, eliminando implicitamente la religione dalle materie scolastiche.
- Le riforme scolastiche contribuirono non solo alla riduzione dell'analfabetismo, ma anche a una maggiore consapevolezza civica tra i cittadini italiani.
Indice
La necessità di una riforma scolastica
“Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani!” disse Massimo D’Azeglio, ed è qui racchiusa l’essenza della necessità di una riforma scolastica: basti pensare che nella seconda metà dell’800 si stima che l’analfabetismo in Italia fosse diffuso per il 75% negli uomini e per l’85% nelle donne; insomma, numeri spaventosi.
È per questo motivo che si sente il bisogno di un cambiamento, qualcosa che porti gli italiani a sapersi esprimere in una lingua comune e di essere quindi più uniti, a differenza dei numerosi dialetti che venivano parlati in diverse zone d’Italia. È il ministro della pubblica istruzione del Regno di Sardegna ad intervenire, Gabrio Casati, a presentare il regio legislativo che prenderà poi il nome di “legge Casati”, legge che verrà imposta a tutt’Italia, una legge che mirava al cambiamento, al fine di istruire il popolo italiano.La legge Casati e la sua struttura
La legge emanata nel 1859 garantiva l’obbligatorietà e la gratuità della “scuola nazionale” che si divideva in diversi livelli d’istruzione: scuola elementare, quella che noi oggi chiamiamo scuola superiore ed università. La prima si articolava in due bienni tra cui il primo obbligatorio e un secondo presente solo nei comuni che ospitavano più di 4000 abitanti. Successivamente l’istruzione secondaria era anch’essa spartita in due diverse tipologie: quella classica, che concedeva l’accesso alle facoltà universitarie ed era strutturata in ginnasio e liceo, e quella tecnica che non permetteva la partecipazione all’università ed era suddivisa in scuola tecnica ed istituto tecnico. Riguardo la formazione dei maestri elementari, questi venivano istruiti nelle cosiddette scuole normali.
I limiti della riforma e la legge Coppino
Ma quali furono i risultati di questa riforma? Il problema principale risiedeva nei fondi, insufficienti per il sud che non riuscì a combattere, se non in minima parte, il diffuso fenomeno dell’analfabetismo; i comuni avevano il compito di occuparsi dell’istruzione, ma con i minimi finanziamenti la riuscita della riforma fu molto difficoltosa. Sempre per questo motivo, la scelta dei maestri da impiegare nell’insegnamento non era accurata, finendo per avere un’istruzione pressoché mediocre. Inoltre, nonostante fosse presente l’obbligatorietà di partecipazione al primo biennio di scuola elementare, non c’erano leggi che parlassero di sanzioni particolari a riguardo, di conseguenza nella maggior parte dei casi i genitori preferivano avere i figli con sé in modo che fornissero manodopera, considerando che nel 1871 circa il 70% della popolazione si occupava di agricoltura. Per avere concretezza nelle sanzioni imposte riguardo la non frequentazione scolastica, dobbiamo aspettare la legge Coppino del 1887 che, oltre a questo, prolungava l’obbligatorietà scolastica fino a 9 anni, trasformando il primo biennio elementare in triennio. La novità di questa legge però sta nel taglio laico che questa prevede: anche se non esplicitamente, la religione non compariva più nelle materie scolastiche, mirando ad una sempre più progressiva esclusione della chiesa dall’ambito dell’istruzione. Sicuramente la legge Coppino, data l’imposizione di sanzioni, risultava effettivamente più efficace rispetto alla precedente ma continua a presentare alcuni difetti: le spese per il mantenimento degli edifici scolastici, essendo ancora a carico dei singoli comuni, non furono in grado di essere sostenute da tutti questi quindi questa seconda riforma non viene applicata pienamente. C’è da dire però che non ebbe come unico risultato la diminuzione del tasso di analfabetismo, ma anche una maggior diffusione di consapevolezza tra i cittadini; la materia religiosa fu infatti sostituita da quella che noi oggi chiameremmo “educazione civica” al fine di integrare i giovani nella società.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale della legge Casati del 1859?
- Quali erano i principali problemi riscontrati nell'applicazione della legge Casati?
- In che modo la legge Coppino del 1887 migliorò la situazione scolastica rispetto alla legge Casati?
- Qual era la novità principale della legge Coppino riguardo all'insegnamento delle materie scolastiche?
- Quali furono i limiti della legge Coppino nonostante i suoi miglioramenti?
L'obiettivo principale della legge Casati era di ridurre l'analfabetismo e unificare linguisticamente gli italiani attraverso un sistema scolastico nazionale obbligatorio e gratuito.
I principali problemi erano la mancanza di fondi, soprattutto nel sud Italia, e la scarsa qualità dell'istruzione dovuta alla selezione non accurata dei maestri.
La legge Coppino introdusse sanzioni per la non frequentazione scolastica e prolungò l'obbligatorietà fino a 9 anni, rendendo l'istruzione più efficace.
La novità principale era l'esclusione progressiva della religione dalle materie scolastiche, sostituendola con l'educazione civica.
I limiti includevano la difficoltà dei comuni nel sostenere le spese per il mantenimento degli edifici scolastici, impedendo un'applicazione completa della riforma.