Concetti Chiave
- La società romana era divisa tra ottimati, aristocratici e ricchi plebei, e popolari, che includevano cavalieri e "uomini nuovi" di umili origini.
- Gaio Mario, un uomo nuovo, divenne console nel 107 a.C., grazie all'opposizione al Senato e alla sua politica a favore dei meno abbienti.
- La riforma militare di Mario trasformò l'esercito in una forza professionale, aprendo le porte ai proletari e rendendo l'arruolamento volontario e retribuito.
- Lucio Cornelio Silla, aristocratico, divenne dittatore dopo aver sconfitto Mario e i suoi seguaci; implementò le liste di proscrizione per eliminare i suoi avversari.
- Silla consolidò il potere dei senatori e ridusse l'influenza dei cavalieri e dei tribuni della plebe, prima di ritirarsi dalla politica nel 79 a.C.
Indice
Divisione della società romana
Alla morte dei Gracchi, la società romana è nettamente divisa in due blocchi: da una parte troviamo gli aristocratici e ricchi plebei e d’altra i popolari.
I primi erano discendenti da alti magistrati, controllavano il Senato ed erano soliti chiamare se stessi “ottimati” cioè i migliori. I secondi comprendevano i cavalieri che sostenevano gli interessi della plebe più povera. Alcuni popolari, pur non avendo origini illustri, erano però riusciti a ricoprire incarichi pubblici importanti e per questo motivo venivano chiamati “uomini nuovi”.
Conflitto con Giugurta
Nel frattempo scoppiò un conflitto contro Giugurta, re della Numidia che dette l’occasione ad un “uomo nuovo” di farsi eleggere console.
Giugurta, che era riuscito a salire sul trono della Nimidia dopo la morte di Massinissa, aveva fatto massacrare molti commercianti italici e romani che esercitavano il loro commercio in quella regione (corrispondente, all’incirca all’Algeria odierna). Per questo motivo, Roma dichiarò guerra a Giugurta, ma la situazione procedeva fra alti e bassi a causa della disponibilità dei generali romani a farsi corrompere a tal punto che alcuni soldati erano arrivati perfino a vendere le armi al nemico.
Ascesa di Gaio Mario
Nel 107 a.C., nonostante l’opposizione del Senato, i popolari riuscirono a far eleggere console Gaio Mario, un uomo nuovo, le cui origini erano umili. Egli prese in mano la situazione e in pochi anni, oltre a sconfiggere Giugurta, sconfisse anche i Teutoni nelle vicinanze di Aix-en Provence (a quel tempo chiamata Aquae Sextiae) e i Cimbri ai Campi Raudii, presso Vercelli. Fu così che Mario diventò sempre più benvoluto dalla folla perché la sua politica aveva l’obiettivo di favorire i meno abbienti, contrastando in questo gli interessi degli ottimati.
Riforma dell'esercito di Mario
La sua riforma più importante fu quella dell’esercito. Fino ad allora per entrare a far parte dell’esercito bisognava essere possidenti e si ricorderà la proposta di riforma agraria di Tiberio Gracco che, con la distribuzione delle terre ai più poveri, avrebbe dato la possibilità a questi ultimi di arruolarsi. Gaio si spinse oltre perché rese l’arruolamento volontario, permanente e retribuito. In questo modo fare il soldato diventava un mestiere e l’esercito sarebbe stato composto da veri professionisti. Inoltre la riforma dell’esercito permetteva anche ai proletari di arruolarsi, dando loro una possibilità di guadagnarsi da vivere.
Conseguenze della riforma militare
Un esercito così composto permise a Mario di riportare molte vittorie; tuttavia, essa ebbe anche un lato negativo. Infatti i nuovi soldati consideravano la guerra come un mezzo per saccheggiare i territori e i comandanti ,per assicurarsi la loro fedeltà, li assecondavano in tutto e li ricompensavano con la distribuzione di terre quando era giunto il momento di ritirarsi dalla vita attiva. Si veniva così a creare un legame molto stretto fra comandanti e i suoi soldati come se quest’ultimi invece di essere a servizio dello Stato fossero a servizio privato di colui che aveva il comando dell’esercito.
Scontro tra Silla e Mario
L’aristocrazia oppose a Mario Lucio Cornelio Silla, di origine nobile. Dopo aver vinto la guerra contro i soci, Silla ottenne il comando dell’esercito per marciare contro Mitridate, re del Ponto, perché aveva fatto uccidere quasi 80.000 italici che abitavano la zona sotto il suo controllo.
Silla era pronto per imbarcarsi alla volta del Ponto, quanto per volontà dei popolari e dei cavalieri, gli fu revocato l’incarico per essere affidato a Mario. Poiché il Ponto era una regione molto ricca, Silla non si dette per vinto, rientrò a Roma con il suo esercito, nonostante il parere contrario del Senato, e affrontò Mario in una guerra civile che fu sconfitto nell’ 87 a.C.
Dittatura di Silla
Terminata la guerra contro Mitridate, Silla rientrò a Roma per garantirsi il potere personale, sconfisse gli ultimi seguaci di Mario (che nel frattempo era morto) e si fece nominare dittatore a tempo indeterminato. Per eliminare i suoi avversari, elaborò le liste di proscrizione: le persone che vi figuravano potevano essere uccise da chiunque e chiunque poteva impossessarsi dei loro beni.
Per restituire ai senatori i vecchi poteri, Silla aumentò il loro numero, tolse ai cavalieri la facoltà di giudicare i governatori accusati di malversione e ridussi i poteri dei tribuni della plebe. Nel 79 a.C, pensando di aver raggiunti gli obiettivi prefissati, Silla si ritirò dalla vita politica.
Domande da interrogazione
- Quali erano le due fazioni principali nella società romana dopo la morte dei Gracchi?
- Chi era Gaio Mario e quale fu il suo contributo principale?
- Quali furono le conseguenze della riforma dell'esercito di Mario?
- Come reagì l'aristocrazia alla crescente influenza di Mario?
- Quali furono le azioni di Silla una volta ottenuto il potere?
La società romana era divisa tra gli "ottimati", aristocratici e ricchi plebei, e i "popolari", che includevano cavalieri e uomini nuovi che sostenevano la plebe più povera.
Gaio Mario era un "uomo nuovo" di origini umili che divenne console e riformò l'esercito, rendendo l'arruolamento volontario, permanente e retribuito, permettendo anche ai proletari di arruolarsi.
La riforma creò un esercito di professionisti, ma portò anche a un legame personale tra soldati e comandanti, con i soldati che vedevano la guerra come un mezzo per saccheggiare e ricevere terre.
L'aristocrazia oppose a Mario Lucio Cornelio Silla, che dopo aver vinto la guerra contro i soci, marciò contro Mitridate e successivamente contro Mario stesso, scatenando una guerra civile.
Silla si fece nominare dittatore, elaborò le liste di proscrizione per eliminare i suoi avversari, aumentò il numero dei senatori e ridusse i poteri dei tribuni della plebe, prima di ritirarsi dalla vita politica nel 79 a.C.