Concetti Chiave
- Lucrezia, simbolo di virtù romana, incarnava l'ideale femminile di dedizione alla casa e fedeltà al marito.
- Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo, violò Lucrezia, scatenando una catena di eventi cruciali per Roma.
- Dopo aver subito violenza, Lucrezia si tolse la vita, spingendo il padre Bruto a giurare vendetta contro la monarchia.
- La morte di Lucrezia fu il catalizzatore di una rivolta che portò alla cacciata dei Tarquini e alla nascita della Repubblica Romana.
- In Roma antica, la verecondia e la pudicizia erano virtù fondamentali, con l'adulterio visto come una grave colpa sociale.
La leggenda di Lucrezia
Una leggenda legata alla cacciata dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo (509 a. C.), è quella di Lucrezia detta la “casta”.
Il tragico destino di Lucrezia
Lucrezia era una donna romana che rispecchiava in pieno l’ideale femminile romano: si dedicava alla casa ed era molto fedele al marito Tarquinio Collatino. Ma proprio questa sua castità attirò l’attenzione di Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo.
Sesto Tarquinio, durante l’assenza di Collatino, si recò con un pretesto a casa di Lucrezia e le recò violenza minacciandola con le armi.
La vendetta di Bruto
Lucrezia raccontò l’accaduto al padre Bruto e al marito, poi sfilò dalla veste un pugnale e si tolse la vita.
Bruto giurò di vendicare la sua morte abbattendo la monarchia: alimentò quindi una rivolta che cominciò a diffondersi e che finì con la cacciata dei Tarquini e l’instaurazione della repubblica.Le virtù romane
Presso i romani, la verecondia e la pudicizia erano infatti considerate le virtù più importanti che una donna poteva possedere. Di conseguenza l’adulterio era una colpa gravissima, che metteva in crisi l’intera cittadinanza.