Concetti Chiave
- La lingua etrusca utilizza un alfabeto derivato dal greco euboico, ed è leggibile senza difficoltà significative.
- Gli Etruschi possedevano un alfabeto di 26 lettere, ma alcune lettere non erano utilizzate, e un segno specifico per il suono "f" fu introdotto nel VI secolo a.C.
- Il vero enigma è di tipo linguistico, ovvero la comprensione del significato dei testi, piuttosto che la decifrazione delle iscrizioni.
- La maggior parte delle iscrizioni etrusche sono funerarie e offrono informazioni principalmente sui nomi e dati anagrafici.
- Nuovi approcci come il 'bilinguismo' e lo 'strutturalismo' stanno contribuendo a delineare una comprensione generale della lingua etrusca.
Indice
La Lingua Etrusca Decifrata
Contrariamente a quanto molti ancora suppongono, i documenti della lingua etrusca sono tutt’altro che ‘indecifrati’ o ‘indecifrabili’: scritti con un alfabeto di derivazione greca, di tipo euboico (‘rosso’, cioè occidentale, secondo la divisione stabilita da A. Kirchhoff delle scritture dei Greci), fin dal secolo scorso si leggono senza nessuna particolare difficoltà; ma anche in precedenza, salvo qualche dubbio relativo a singoli segni, l’epigrafia aveva rappresentato il capitolo forse più solido nell’intero panorama dell’etruscologia.
L'Alfabeto Etrusco
Sappiamo dunque che già nel tardo VIII secolo a.C.
gli Etruschi erano certamente in possesso d’un alfabeto, introdotto in Italia centrale da coloni euboici dell’isola d’Ischia e comprendente ventisei lettere, come si desume da una tavoletta d’avorio, dalla finalità evidentemente scolastica, ritrovata a Marsiliana d’Albegna (Grosseto). Ma quattro lettere non sono effettivamente impiegate (la b, la d, la s sonora e la o, che si confondeva col suono u), mentre per il suono f dal VI secolo a.C. è introdotto un segno apposito. La scrittura procede normalmente da destra verso sinistra; assai più raramente, da sinistra a destra ovvero con andamento bustrofèdico, cioè alternato riga per riga. In epigrafi meno antiche si possono incontrare puntini di separazione tra le parole.
Problemi di Interpretazione
In realtà il problema è un altro ed è un problema d’interpretazione linguistica, non di decifrazione epigrafica: quello d’intendere il significato dei testi, redatti in una lingua che non sembra imparentata con nessun ‘altra delle antiche o moderne proposte alla comparazione, e di elaborare, possibilmente, una descrizione grammaticale, morfologica e sintattica, di questa lingua, che è poi la condizione stessa della sua conoscenza effettiva. E, da tale punto di vista, bisogna ammettere che, nonostante lo sforzo grandioso di molte generazioni di studiosi, i risultati sicuri permangono pochi e settoriali; e ciò non per insufficienza d’impegno o per inadeguatezza dei metodi adottati, ma per la qualità medesima dei documenti disponibili. Infatti le iscrizioni etrusche, anche se numerose (circa 10 000), vengono in grandissima parte da necropoli; sono perciò di carattere funerario e generalmente molto brevi. Esse ci danno perciò soprattutto, se non soltanto, nomi di persona e indicazioni anagrafiche elementari, pur essendo in gran parte abbastanza facilmente (ma talvolta approssimativamente) traducibili. I pochissimi testi etruschi più complessi — un rituale scritto su un rotolo di tela poi utilizzato per avvolgere una mummia, ora al Museo di Zagabria; una tegola iscritta, proveniente da Capua, a Berlino; il Cippo di Perugia — suscitano invece gravi difficoltà nell’interpretazione, anche perché non si conoscono per il momento ampi documenti bilingui a carattere di traduzione letterale (del tipo della Stele di Rosetta).
Metodi di Studio Moderni
Ciononostante la pazienza degli indagatori conduce pian piano a singole acquisizioni che, pur nei limiti quasi invalicabili imposti dalla quantità e dalla qualità dei documenti (ai testi epigrafici bisogna aggiungere le parole etrusche riportate dagli scrittori antichi), possono organizzarsi in un disegno generale abbastanza ben definito. Dopo l’esperienza dei metodi ‘etimologico’ (che presupponeva la parentela dell’etrusco con altre lingue conosciute) e ‘combinatorio’ (rivolto ad analizzare solo per via interna la ‘combinazione’ degli elementi costitutivi del testo), in anni recenti hanno trovato sviluppo due nuovi modi d’accostare il problema linguistico: il cosiddetto ‘bilinguismo’, promosso specialmente da Massimo Pallottino, che integra l’analisi combinatoria con l’uso di fonti interpretative esterne (per esempio, il confronto con formule di dedica latine e greche); e lo ‘strutturalismo’ di Helmut Rix, che reputa sufficiente una descrizione della ‘struttura’ dei testi a chiarirne anche il significato. Della grammatica dell’etrusco non è qui il caso di parlare diffusamente, perché c’introdurrebbe in un terreno di ardua e complicata spiegazione. Preferiamo dare al lettore l’esempio di una declinazione di sostantivo ormai sufficientemente accertata (secondo gli schemi di lingue più note, come il greco e il latino e quello di un ‘epigrafe funeraria abbastanza traducibile.
Esempi di Declinazione e Epigrafi
Ecco il modello di declinazione del sostantivo methlum (che significa ‘nome’): methlumes (‘del nome’); methlumth (‘nel mome’, con valore locativo); methlumeri (‘al nome’). Ed ecco invece l’esempio di epigrafe funeraria (si tratta dell’iscrizione incisa su un sarcofago da Norchia e riportata sia nel Corpus Inscriptionum Italicarum di A. Fabretti, N. 2070, sia nel nuovo Corpus Inscriptionum Etruscarum, N. 5874):
Arnth Churcles [Arnth Churcle], Larthal [di Larth] clan [figlio] Ramthas Nevtnial [(e) di Ramtha Nevtni], zilc parchis [pretore] amce [fu] marunuch [appartenente al collegio dei ‘maroni’] spurana [urbano] cepen [sacerdote] tenu [ha esercitato], avils [di anni] machs [cinque] semphalchls [(e) settanta] lupu [è morto].
Domande da interrogazione
- Qual è la principale difficoltà nell'interpretazione della lingua etrusca?
- Quali sono le caratteristiche principali dell'alfabeto etrusco?
- Quali metodi moderni sono utilizzati per studiare la lingua etrusca?
- Quali sono le principali fonti di documenti etruschi?
- Qual è un esempio di declinazione di un sostantivo etrusco?
La principale difficoltà è l'interpretazione linguistica, non la decifrazione epigrafica, poiché la lingua etrusca non sembra imparentata con altre lingue conosciute, rendendo difficile comprendere il significato dei testi.
L'alfabeto etrusco, introdotto nel tardo VIII secolo a.C., comprende ventisei lettere, ma quattro non sono effettivamente impiegate. La scrittura procede normalmente da destra verso sinistra.
I metodi moderni includono il 'bilinguismo', che integra l'analisi combinatoria con fonti esterne, e lo 'strutturalismo', che si concentra sulla descrizione della struttura dei testi.
Le principali fonti sono le iscrizioni funerarie, che forniscono soprattutto nomi di persona e indicazioni anagrafiche, e alcuni testi più complessi come il rituale su un rotolo di tela e la tegola iscritta.
Un esempio di declinazione è il sostantivo "methlum" (nome), con forme come "methlumes" (del nome), "methlumth" (nel nome), e "methlumeri" (al nome).