Concetti Chiave
- Nerone, salito al trono a diciassette anni, inizialmente governò sotto l'influenza della madre Agrippina, Afranio Burro e Seneca, ma presto si liberò di loro per consolidare il suo potere.
- Da sovrano assoluto, adottò uno stile di governo simile a quello orientale, suscitando un conflitto culturale con le tradizioni aristocratiche romane.
- Nerone indirizzò la sua politica militare verso Oriente, ottenendo successi significativi contro i Parti e imponendo il protettorato romano sull'Armenia.
- Il grande incendio di Roma nel 64 d.C. fu attribuito da Nerone ai cristiani, ma molti sospettavano fosse un suo stratagemma per costruire la Domus Aurea.
- L'ultimo periodo del suo regno fu caratterizzato da repressioni violente contro gli aristocratici, culminando nella sua caduta e nel suicidio forzato nel 68 d.C.
Indice
L'ascesa di Nerone
Nerone aveva appena diciassette anni, quando salì al trono. Allora egli subiva ancora l’influenza di sua madre Agrippina, ma soprattutto quella di due autorevoli esponenti della nobiltà senatoria, il prefetto del pretorio Afranio Burro e il filosofo Seneca.
Seneca, in particolare, era il più prestigioso intellettuale dell’epoca: era stato dapprima esiliato all’epoca di Claudio, ma successivamente richiamato a corte come precettore di Nerone. Nelle personalità di Afranio Burro e Seneca anche il Senato vedeva una garanzia contro i rischi di un governo dispotico e per questo motivo favorì l’ascesa, all’impero del giovane.Il consolidamento del potere
Ben presto però la situazione cambiò radicalmente; Nerone si emancipò da ogni tutela, liberandosi anzitutto della madre, che non esitò a far assassinare, istigato proprio da Afranio e Seneca; poco dopo mandò a morte anche la moglie Ottavia, mentre del fratellastro Britannio si era sbarazzato già in precedenza. Seneca poi fu congedato e si ritirò a vita privata: sarebbe infine morto suicida a seguito della congiura dei Pisoni.
Il regno assoluto di Nerone
Alla morte di Afranio dunque Nerone restò circondato solo da cortigiani fidati (tra i quali il prefetto del pretorio Tigellino, fedele esecutore dei suoi ordini criminali) e a questo punto prese anch’egli ad assumere, come già Caligola, atteggiamenti da sovrano assoluto. Questo comportamento, del resto, non era del tutto privo di fondamento: all’interno dei confini dell’Impero esistevano milioni di persone, specialmente nelle regioni orientali, le quali, per lunga tradizione, erano abituate a essere governate da un monarca assoluto, da venerare come un dio. Nel contrasto tra questa mentalità e la tradizione romana, si incarnava, dunque, il conflitto profondo tra quelle che potremmo definire le due anime dell’Impero romano.
Politica estera e successi militari
Sul piano militare, Nerone trascurò l’Occidente e indirizzò la sua politica verso Oriente, dove conseguì un successo di prestigio contro i Parti, grazie all’azione del suo generale Corbulone; sempre in Oriente, inoltre, riuscì a imporre il protettorato di Roma sull’Armenia, regione strategicamente importante.
L'incendio di Roma e la Domus aurea
Nel corso del regno di Nerone si verificò il celebre e violentissimo incendio di Roma che semidistrusse la città (64 d.C.). Nerone tentò di far ricadere la colpa del misfatto sulla comunità cristiana, dando vita però a una dura repressione che causò la morte degli apostoli Pietro e Paolo. La voce popolare, avendo intuito il disegno dell’imperatore, sosteneva però che l’incendio fosse stato appiccato proprio per disposizione dello stesso Nerone: l’imperatore, infatti, approfittò della nuova situazione per innalzare nel centro della città una regia fastosa, estesa dal colle Palatino fino al Celio, con la quale si proponeva di celebrare e sottolineare il proprio ruolo di monarca assoluto. Si trattava della Domus aurea, “casa d’oro”.
Esibizioni e cultura greca
Altri atteggiamenti anticonformisti di Nerone, in spregio alle antiche tradizioni aristocratiche, furono le sue esibizioni come auriga ai giochi olimpici e come attore e cantore: queste insolite performances, disprezzate dall’aristocrazia romana, esprimevano l’interesse per la cultura greca, di cui egli fu un ardente ammiratore; per questo motivo egli compì anche un lungo viaggio a scopo propagandistico in Grecia, alla quale concesse il beneficio di larghe esenzioni fiscali.
Repressione e congiura dei Pisoni
Durante l’ultimo periodo del suo regno, Nerone inasprì la repressione degli aristocratici che si opponevano al suo regime. Fu ordita, in particolare, una vasta congiura che faceva capo alla potente famiglia dei Pisoni; quando però il complotto fu scoperto, la reazione di Nerone diede luogo a un vero e proprio sterminio: tra le vittime vi furono personalità assai significative del mondo culturale, come il poeta Lucano, lo scrittore Petronio (arbiter elegantiarum, “principe di eleganza”) e lo stesso Seneca, costretti al suicidio (65 d.C.). Infine, facendo uccidere il più abile sospettato di essergli avverso, Nerone si inimicò anche i militari.
La caduta di Nerone
Nel 68 d.C., all’apice di questa situazione di malcontento, le legioni spagnole, comandate dall’anziano senatore Galba, si ammutinarono e proclamarono imperatore il loro comandante. La sommossa si estese a Roma e Nerone, ormai completamento isolato, dovette suicidarsi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le influenze principali su Nerone all'inizio del suo regno?
- Come cambiò il comportamento di Nerone dopo essersi liberato delle influenze iniziali?
- Quali furono le conseguenze dell'incendio di Roma durante il regno di Nerone?
- In che modo Nerone manifestò il suo interesse per la cultura greca?
- Quali eventi portarono alla fine del regno di Nerone?
All'inizio del suo regno, Nerone fu influenzato principalmente da sua madre Agrippina, dal prefetto del pretorio Afranio Burro e dal filosofo Seneca.
Dopo essersi liberato delle influenze iniziali, Nerone assunse atteggiamenti da sovrano assoluto, simili a quelli di Caligola, circondandosi di cortigiani fidati e adottando una politica di repressione.
L'incendio di Roma portò a una dura repressione contro i cristiani, accusati da Nerone del misfatto, e alla costruzione della Domus Aurea, una reggia fastosa per celebrare il suo ruolo di monarca assoluto.
Nerone manifestò il suo interesse per la cultura greca esibendosi come auriga e attore, e compiendo un viaggio propagandistico in Grecia, concedendo esenzioni fiscali.
La fine del regno di Nerone fu causata da una vasta congiura aristocratica, la repressione violenta che ne seguì, e infine l'ammutinamento delle legioni spagnole che proclamarono imperatore Galba, portando Nerone al suicidio.