Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Dracone promulgò il primo Codice penale della storia nel 621 a.C., stabilendo leggi scritte severe per ridurre le rivalità tra le classi aristocratiche ateniesi.
  • Le leggi di Dracone miravano a sostituire la giustizia privata con una giustizia pubblica basata sul diritto, rendendo ufficiali pratiche esistenti e adattandole alla società ateniese.
  • Il termine "draconiano" deriva dalla severità delle pene previste nel codice, che cercava di controllare le ostilità tra clan rivali.
  • Dracone era probabilmente un aristocratico, essendo stato arconte eponimo, una posizione riservata ai nobili che amministravano la giustizia.
  • Sebbene innovativo, il codice di Dracone non costituì un passo verso la democrazia, poiché serviva principalmente gli interessi della classe nobiliare ateniese.

Indice

  1. Il primo codice penale
  2. L'arconte eponimo Dracone
  3. Le leggi di Dracone
  4. L'impatto sociale del codice
  5. L'insufficienza delle leggi draconiane

Il primo codice penale

Dieci anni dopo il tentativo del colpo di stato da parte di Cilone, nel 621 si ebbe in primo tentativo di una certa rilevanza di sedare le rivalità molto accese tra le classi aristocratiche ateniesi, non con la forza, bensì con delle leggi severe e valide per tutti e soprattutto messe per scritto. Nasce così il primo Codice penale della storia. Infatti, il legislatore Dracone promulgò il primo codice di leggi della città con lo scopo di eliminare l’arbitrarietà violenta della giustizia fino ad allora amministrata dalle grandi famiglie che erano abituate ad interpretare la tradizione giuridica orale, secondo la propria volontà e quindi secondo i propri interessi. La severità delle sue leggi fu tale che fu coniato l’aggettivo “draconiano” con significato di duro, inflessibile. Sostanzialmente, Dracone antepose la giustizia pubblica a quella privata, creando così una società basata sul diritto. Non redasse partendo da zero queste leggi poiché molte di esse esistevano già e venivano trasmesse oralmente; si limitò a sancire ufficialmente le pratiche che riteneva più giuste e corrette e a renderne alcune più attuali in modo da poterle adattare ai cambiamenti che si erano verificati nella società ateniese negli ultimi secoli. Il codice prevedeva delle pene molto severe a coloro che infrangevano le leggi, con l’obiettivo di controllare gli attriti o le ostilità trai diversi clan rivali.

L'arconte eponimo Dracone

È molto probabile che lo stesso Dracone appartenesse ad uno di questi clan aristocratici, dato che fu eletto come arconte eponimo. L’arconte era uno dei nove magistrati, ridotti poi a tre che, scelti fra gli aristocratici, amministravano la giustizia ad Atene con un incarico, in origine, di dieci anni, ridotto poi ad uno. Il termine “eponimo” " significa che esso dava il suo nome all'anno in cui occupava la carica, in modo simile alla datazione dei Romani per anni consolari.

Le leggi di Dracone

Una parte consistente del corpo delle leggi era dedicato a regolamentare i crimini di omicidio, determinando non soltanto i divieti relativi e le pene conseguenti ma anche le possibili attenuanti. Il testo non ci è giunto nella sua interezza, tuttavia il fatto che Aristotele lo cita e che Plutarco lo evidenzi nei suoi scritti sta a significare la rilevanza di questa riforma giuridica.

L'impatto sociale del codice

È innegabile che il codice costituisse uno strumento altamente innovativo per la vita sociale e politica della poleis e che fosse un modo molto chiaro per difendere le classi meno abbienti, tuttavia, non si può considerarlo come un primo stadio verso la democrazia. Infatti, le leggi sono norme aristocratiche redatte da e a vantaggio della classe nobiliare che cercava così di contenere le forti tensioni tra i diversi lignaggi e soprattutto fra gli eupatridi (cioè i nobili di nascita) e le nuove classi emergenti. Pertanto, si può affermare che nella redazione del suo codice, Dracone ha pensato soprattutto alla classe sociale di appartenenza e alla stabilità di Atene.

L'insufficienza delle leggi draconiane

Tuttavia, le nuove leggi risultarono insufficienti e gli scontri fra i clan nobiliari continuarono anche in modo più violento, a cui si aggiunse l’incremento della disuguaglianza sociali agli inizi del secolo successivo. È per questo motivo che a Dracone subentrerà Solone, il più grande legislatore della storia di Atene.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'obiettivo principale della riforma di Dracone?
  2. L'obiettivo principale della riforma di Dracone era sedare le rivalità tra le classi aristocratiche ateniesi attraverso leggi severe e scritte, eliminando l'arbitrarietà violenta della giustizia amministrata dalle grandi famiglie.

  3. In che modo Dracone ha contribuito alla giustizia pubblica?
  4. Dracone ha contribuito alla giustizia pubblica anteponendola a quella privata, creando una società basata sul diritto e sancendo ufficialmente pratiche giuridiche già esistenti, adattandole ai cambiamenti sociali.

  5. Qual era la natura delle leggi promulgate da Dracone?
  6. Le leggi promulgate da Dracone erano molto severe, tanto che l'aggettivo "draconiano" è diventato sinonimo di durezza e inflessibilità, e miravano a controllare gli attriti tra i clan rivali.

  7. Quali erano le limitazioni del codice di Dracone?
  8. Il codice di Dracone, pur essendo innovativo, non rappresentava un passo verso la democrazia, poiché le leggi erano aristocratiche e redatte a vantaggio della classe nobiliare, risultando insufficienti a prevenire ulteriori scontri e disuguaglianze sociali.

  9. Chi ha succeduto Dracone e perché?
  10. Solone ha succeduto Dracone come legislatore, poiché le leggi di Dracone si sono rivelate insufficienti a fermare i conflitti tra i clan nobiliari e a gestire l'aumento delle disuguaglianze sociali.

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