Concetti Chiave
- La donna nell'antica Roma era sottomessa all'autorità maschile, passando dal controllo del padre a quello del marito o suocero.
- Nonostante la mancanza di libertà, le donne romane potevano uscire di casa, partecipare a eventi pubblici e educare i figli secondo i valori tradizionali.
- Nel tempo, le donne ottennero diritti economici come la gestione della loro eredità e la possibilità di chiedere il divorzio.
- I matrimoni erano spesso utilizzati per alleanze politiche e sociali, con minore attenzione ai sentimenti personali tra i coniugi.
- Le informazioni disponibili riguardano prevalentemente le famiglie ricche e potenti, mentre si sa poco sulla vita delle donne comuni.
Indice
La condizione della donna romana
Anche se completamente sottomessa all’autorità del paterfamilias, la donna si trovava nell’antica Roma in una condizione leggermente migliore di quella che aveva in Grecia. Ciò non significa, tuttavia, che le fossero riconosciute molte libertà.
Infatti la sua esistenza si svolgeva tutta in funzione della i famiglia e del matrimonio.Il matrimonio e la dote
Molto giovane, sposava un uomo che il padre aveva scelto per lei e al quale l’aveva promessa fin da bambina. Celebrate le nozze (gli sponsalia), passava sotto il potere di un nuovo capofamiglia, che poteva essere il marito o addirittura il suocero, il padre dello sposo, finché era in vita. La sua dote, cioè la parte di beni datale dalla famiglia di origine, entrava a far parte del patrimonio del marito, amministrato da lui. La donna era insomma ritenuta incapace di provvedere giudiziosamente a se stessa a qualsiasi età e passava dall’autorità di un uomo a quella di un altro. Perfino se restava vedova, veniva nominato un tutore che gestiva i suoi beni.
Libertà e doveri della donna romana
Contrariamente alla donna greca, però, la donna romana poteva uscire di casa quando desiderava, assistere agli spettacoli e alle cerimonie, partecipare alle feste. Poteva, anzi doveva, occuparsi dell’educazione dei figli e aveva il compito di insegnare loro i valori tradizionali della società romana.
Evoluzione economica e divorzio
Tutto questo nei primi secoli della repubblica. Successivamente le cose cambiarono, almeno dal punto di vista economico. La donna poté rimanere padrona della sua parte d’eredità, uguale a quella dei fratelli maschi, acquistare beni, ottenere in uso per tutta la vita una parte dei beni del marito defunto pari a quella dei figli.
Queste maggiori possibilità economiche ebbero riflessi anche riguardo al divorzio. Nella Roma più antica era l’uomo che decideva di lasciare la donna, di ripudiarla, soprattutto se lei non poteva avere figli. In seguito si diffuse una forma più semplice di matrimonio e anche la donna poté esprimere la sua volontà, e per esempio chiedere lo scioglimento del legame coniugale.
Considerazioni sui rapporti matrimoniali
Nei rapporti matrimoniali entravano varie considerazioni: le alleanze fra famiglie potenti suggellate dalle nozze; la necessità di procreare figli per continuare la famiglia (soprattutto se patrizia) e conservare il patrimonio; il dovere civico di far crescere la popolazione di uno Stato in espansione come quello romano. Spesso l’amore, l’affetto, la stima reciproca non ebbero importanza, anche se si conoscono casi di Coniugi legati da un sentimento autentico. Un famoso storico fa notare che in sostanza, per la morale romana tradizionale, una moglie contava meno di un buon amico. Tutto questo, almeno, lo si può affermare per le famiglie importanti, per le persone ricche o potenti. Ben poco sappiamo invece della gente comune, perché i documenti non ne parlano.
Domande da interrogazione
- Qual era la condizione della donna nell'antica Roma rispetto alla Grecia?
- Quali erano i diritti economici delle donne romane nei primi secoli della repubblica?
- Come cambiarono i diritti delle donne romane nel tempo?
- Quali erano le considerazioni principali nei matrimoni romani?
La donna nell'antica Roma aveva una condizione leggermente migliore rispetto alla Grecia, ma era comunque sottomessa all'autorità maschile e la sua vita era centrata sulla famiglia e il matrimonio.
Nei primi secoli della repubblica, le donne romane non avevano molti diritti economici, poiché la loro dote era amministrata dal marito e, se vedove, un tutore gestiva i loro beni.
Successivamente, le donne romane ottennero maggiori diritti economici, come mantenere la loro parte d'eredità, acquistare beni e ottenere una parte dei beni del marito defunto, il che influenzò anche la possibilità di chiedere il divorzio.
Nei matrimoni romani, le considerazioni principali erano le alleanze tra famiglie potenti, la procreazione per continuare la famiglia e il dovere civico di far crescere la popolazione, mentre l'amore e l'affetto spesso non erano prioritari.