Concetti Chiave
- La dittatura di Cesare portò a riforme politiche significative, tra cui l'aumento del numero di questori e pretori per un migliore controllo politico.
- Cesare migliorò l'amministrazione provinciale e concesse la cittadinanza a nuove province, consolidando il dominio romano.
- Riforme sociali includevano l'espansione del Senato a 900 membri e la riduzione della disoccupazione tramite lavori pubblici.
- Nonostante le riforme, la sfiducia crebbe tra il Senato e i repubblicani, portando a tensioni politiche.
- Cesare fu assassinato il 15 Marzo 44 a.C., un evento che accelerò il declino della repubblica romana.
Indice
Riforme politiche di Cesare
Con la sua dittatura, Cesare provocò un svolta irreversibile in politica, andando ad effettuare varie riforme:
-aumentò il numero di questori e pretori, così da poter avere un maggiore controllo politico sul territorio romano;
-rese più equa l'amministrazione delle province, controllando periodicamente l'operato dei magistrati;
-estese il diritto di cittadinanza ad altre province;
-colonizzò anche fuori l'Italia per offrire terre ai veterani.
Cambiamenti nella classe dirigente
Tutto ciò permise un consolidamento del dominio romano sul mediterraneo, ma internamente, vi erano ancora dei problemi nella classe dirigente.
Cesare apportò così dei cambiamenti:
-aumentò il numero di senatori da 600 a 900;
-selezionò i senatori tra ufficiali, cavalieri, aristocrazia, così da aprire il Senato anche a nuovi ceti;
-diminuì la distribuzione di grano, per poterne diminuire il prezzo;
-diminuì di molto la disoccupazione grazie ai lavori pubblici.
La congiura e l'assassinio di Cesare
Nonostante i favorevoli cambiamenti, le utili riforme, il rifiuto del diadema regale da parte di Marco Antonio, vi fu un periodo in cui cominciò a diffondersi una certa sfiducia verso Cesare, partita soprattutto dal Senato, dai nobili e dai repubblicani.
Il 15 Marzo del 44 a.C., le cosiddette "Idi di Marzo" dal calendario romano, Cesare venne accoltellato da una congiura mentre raggiungeva il Senato. Di questa congiura faceva parte anche Marco Giunio Bruto, che pensava di uccidere Cesare per salvare le repubblica. Voleva inoltre onorare il suo parente, Lucio Giunio Bruto, che nel 509 a.C., aveva difeso la città di Roma.
Questo assassinio non salvò la repubblica, anzi, ne affrettò la fine.