Concetti Chiave
- Diocleziano trasforma l'Imperatore da primo magistrato a monarca con potere legislativo assoluto e facoltà di nomina dei funzionari.
- L'esercito viene riformato con la divisione in truppe di frontiera e truppe da combattimento, aumentando il numero di legioni ma riducendo i soldati per legione.
- La riforma delle istituzioni introduce la tetrarchia, con due Augusti e due Cesari che governano da quattro capitali diverse, rendendo il governo collegiale.
- La riforma territoriale suddivide l'Impero in dodici diocesi, eliminando i privilegi dell'Italia e uniformandola alle altre province.
- Il nuovo sistema militare aumenta l'efficienza ma grava pesantemente sulle finanze statali, già provate da un regresso demografico ed economico.
Indice
Riforma dello Stato di Diocleziano
Con la sua riforma dello Stato, Diocleziano tenta di rafforzare il potere centrale. Egli intraprende il cammino verso la monarchia e dall’Imperatore egli fa dipendere un esercito molto forte ed un gran numero di funzionari molto fidati. Essa si articola in tre ambiti: ruolo e funzione dell’imperatore, riforma dell’esercito, riforma delle istituzioni e riforma territoriale.
Monarchia e potere dell'imperatore
L’Imperatore non è più primo magistrato, bensì un monarca. Egli detiene il potere legislativo assoluto ed ha la prerogativa di nominare personalmente i funzionari di corte.
Riforma dell'esercito romano
Per quanto riguarda l’esercito, quest’ultimo è diviso in due corpi: le truppe di frontiera e le truppe da combattimento, chiamate rispettivamente limitanei e comitatus. In ogni legione viene diminuito il numero dei soldati, questo per evitare che nessun comandante avesse la possibilità di ricorrere a grandi masse di soldati per tentare un colpo di stato; in cambio, è aumentato il numero delle legioni. Il nuovo sistema dette efficienza all’esercito, ma comportò un peso non indifferente per le finanze dello Stato, ancor più grave se messo in relazione con un’epoca di regresso demografico ed economico.
Tetrarchia e riforma istituzionale
La riforma delle istituzioni prevede la suddivisione del potere fra due”Augusti”, i quali a loro volta nominano i due”Cesari”. I due Augusti e i due Cesari, cioè i quattro tetrarchi (da tetrarchia = governo di quattro), governano, da quattro capitali diverse, le diocesi a loro affidate. In questo modo, il governo diventava collegiale. Le quattro capitali erano Treviri, Milano, Sirmio e Nicomedia, in cui risiedeva lo stesso Diocleziano. A Roma rimase il Senato, praticamente ridotto ad essere soltanto un consiglio comunale della città
Riforma territoriale dell'Impero
La riforma territoriale prevede la suddivisione dell’Impero in dodici diocesi, organizzate, a loro volta, in province. In questo modo, fu abolito qualsiasi privilegio fino ad allora riservato all’Italia in quanto la penisola si trovò equiparata a tutte le altre parti dell’ Impero.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali obiettivi della riforma dello Stato di Diocleziano?
- Come fu riorganizzato l'esercito sotto Diocleziano?
- In che modo la riforma territoriale di Diocleziano influenzò l'Italia?
Diocleziano mirava a rafforzare il potere centrale, trasformando l'imperatore in un monarca con potere legislativo assoluto e riorganizzando l'esercito e le istituzioni.
L'esercito fu diviso in truppe di frontiera (limitanei) e truppe da combattimento (comitatus), con un aumento del numero delle legioni e una riduzione dei soldati per legione per prevenire colpi di stato.
La riforma territoriale abolì i privilegi dell'Italia, equiparandola alle altre parti dell'Impero, suddividendo l'Impero in dodici diocesi organizzate in province.