Concetti Chiave
- La dinastia Giulio-Claudia fu caratterizzata da imperatori che cercarono di perpetuare il potere di Augusto, ma si scontrarono con l'impossibilità di mantenere la sua politica e finirono per ricorrere a metodi repressivi.
- Tiberio governò inizialmente in continuità con Augusto, ma il suo carattere sospettoso e l'influenza negativa di Elio Seiano portarono a una repressione poliziesca contro gli oppositori.
- Caligola, noto per il suo metodo dispotico e filo-orientale, si alienò l'oligarchia senatoria e fu assassinato in una congiura per i suoi atteggiamenti e spese sconsiderate.
- Claudio, nonostante la fama di uomo impacciato, riuscì a ripristinare le finanze e ampliò l'impero, ma la sua vita fu segnata da intrighi di corte e morì probabilmente avvelenato dalla moglie.
- Nerone iniziò il suo regno con moderazione, ma divenne un tiranno seguendo le orme di Caligola, causando impoverimento economico e repressioni fino al suo suicidio dopo essere stato abbandonato dai sostenitori.
Indice
Il principato di Augusto
Tutto il principato di Augusto era retto sull'idea che il princeps fosse una figura straordinaria, eccezionale, voluta dagli dei: tutte le sue azioni (politiche, militari, in difesa della pace) e tutti i suoi sforzi a preservare le tradizioni religiose e morali romane erano stati propagandati come unico antidoto allo sfacelo causato dalle guerre civili. Augusto sapeva quanto sarebbe stato difficile per chiunque succedergli ed era anche consapevole che sarebbe stato impossibile un ritorno alle istituzioni repubblicane perché erano ormai inadatte alla gestione di un impero così grande.
La successione di Tiberio
Augusto cercò di agevolare questo passaggio di consegne prima associando gradualmente al potere il genero Agrippa; poi, dopo la sua morte, aveva nominato Caesari i nipoti Gaio e Lucio, venuti meno in giovane età. La decisione quasi obbligata fu quella di designare come erede Tiberio, figlio del primo matrimonio della moglie Livia con Tiberio Claudio Nerone. La sua adozione dunque portò all'ingresso di un membro della gens Claudia nella gens Iulia cui lui apparteneva, essendo figlio adottivo di Giulio Cesare. Proprio dal legame delle due nobili casate, sorge la definizione di dinastia "giulio-claudia" che comunemente usiamo per indicare il principato di Tiberio e quello dei suoi immediati successori (Caligola, Claudio e Nerone).
I quattro imperatori che successero Augusto detennero il potere per oltre 50 anni (14-68 d.C.) interpretando in maniera diversa il governo; comune a tutti, però, fu l'impossibilità della continuità con la politica di Augusto, poiché nessuno aveva ottenuto la qualifica costituzionale di "princeps" dato che si basava ancora sull'accumulo di poteri e cariche nella stessa persona. Per questo motivo, essi ricorsero a forme più o meno evidenti di repressione, anche violenta, nei confronti degli oppositori politici o intellettuali scomodi.
Il governo di Tiberio
Il giudizio dei moderni sul governo di Tiberio è sicuramente influenzato da quello dello storico Tacito espresso nella sua opera Annales: egli, salito a 55 anni al potere, dando prova delle sue abilità, si mosse inizialmente in continuità con la politica di Augusto e mostrò anche delle doti adeguate all'amministrazione di finanze pubbliche e della burocrazia statale. Purtroppo, con il passare del tempo, anche a causa del suo carattere sospettoso e scontroso, guastò i rapporti con l'aristocrazia senatoria, soprattutto a causa di Elio Seiano, capo della guardia pretoriana che era a difesa dell'imperatore: per questo motivo Tiberio nel 27 si ritirò a Capri lasciando Roma nelle sue mani; proprio questa disaffezione nei confronti della politica attiva è il motivo del giudizio aspro di Tacito nei suoi confronti. Attraverso accuse di lesa maestà, intanto, Seiano si sbarazzò dei suoi nemici; ma il suo potere divenne talmente grande che Tiberio lo fece assassinare nel 31; tuttavia non abbandonò i metodi del suo funzionario e continuò con la repressione poliziesca di veri o presunti oppositori.
Il regno di Caligola
A Tiberio successe il nipote Gaio che governò dal 37 al 41 d.C., figlio del fratello Germanico, soprannominato "Caligola" per l'uso delle caligae, dei sandali militari, nei campi legionari. Salì al potere con un vasto potere popolare grazie anche alla fama di Germanico presso tutti i ceti popolari, ma si allontanò presto dall'oligarchia senatoria per il suo metodo dispotico, per il quale si era ispirato ad Alessandro Magno, cominciando ad avere atteggiamenti filo-orientali che lo spinsero ad introdurre nell'impero anche i rispettivi culti.
Anche la sua politica estera molto dispendiosa guardò all'oriente, perché il suo intento era riorganizzare il rapporto tra Roma e i monarchi locali che lui considerava suoi sudditi; tuttavia, nel 41 venne assassinato per una congiura da un generale pretoriano.
Claudio e la sua eredità
A lui successe Claudio, figlio di Druso e fratello di Germanico, quindi zio di Caligola, scelto dai pretoriani. Come avvenne per Tiberio, la sua fama è stata viziata dall'opinione negativa di Seneca che scrisse un'opera pesantemente satirica nei suoi confronti, l'Apoteosi della zucca, dopo la sua morte. Nonostante la fama di uomo impacciato e inadatto al potere, succube dei liberti e delle sue quattro mogli tra cui la lussuriosa Messalina e la spietata Agrippina, resse l'impero con dignità riuscendo a ripristinare le finanze pubbliche dissanguate da Caligola, costruì il porto di Ostia e ampliò i confini dell'impero con la conquista della Bretagna. Morì poi nel 54 morì forse avvelenato dalla moglie Agrippina perché era smaniosa di far salire al potere il figlio Nerone avuto da un precedente matrimonio.
L'ascesa e caduta di Nerone
Nerone salì al potere a soli 17 anni ed il suo principato parve iniziare sotto buoni auspici perché inizialmente era sotto l'influenza della madre Agrippina, del prefetto del pretorio Afranio Burro e del filosofo Seneca, il suo precettore. Inizialmente, il giovane princeps mostrò segni di ossequio al Senato, moderazione e clemenza. Questo atteggiamento, però, durò solo cinque anni (quinquennium Neronis), dopo i quali si trasformò in un "mostro": in realtà, venne definito "folle" perché seguì la politica di Caligola, quindi la trasformazione dell'impero in un regno ellenistico (infatti nel giro di poco tempo uccise il fratello Britannico, la madre Agrippina, la moglie Ottavia e allontanò Seneca perché il suo disegno era quello di accentramento personalistico e assolutistico del potere). Ovviamente, per conseguire i suoi fini, cercò di appoggiare i ceti più bassi cui offriva frequenti donazioni in denaro e per i quali fece organizzare numerosi spettacoli teatrali circensi, dei quali egli stesso era appassionato. Queste ingenti spese però, insieme a quelle militari, impoverirono di molto l'economia romana e costrinsero il princeps alla svalutazione della moneta. Cominciò poi a perseguitare molti membri dell'ordine senatorio suoi oppositori: in questa opera di repressione la sua guida fu Tigellino, il nuovo prefetto del pretorio.
Oltre al famoso incendio di Roma(64 d.C.), probabilmente doloso per ragioni di edilizia urbanistica (dato che Nerone fece costruire la Domus Aurea, una reggia fastosa, approfittando della ricostruzione), uno degli eventi più importanti mentre era al potere fu la congiura di Pisone ordita ai suoi stessi danni: purtroppo la congiura fallì e le conseguenze furono devastanti perché molti personaggi autorevoli tra cui Seneca e gli scrittori Petronio e Lucano furono costretti al suicidio.
Il regime di Nerone crollò quando il malcontento portò le regioni a proclamare imperatore Galba, un anziano governatore della Spagna. Alla fine Nerone, abbandonato da tutti, si fece uccidere da un servo il 9 giugno del 68.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine della dinastia Giulio-Claudia?
- Come viene descritto il governo di Tiberio?
- Quali furono le caratteristiche principali del regno di Caligola?
- Quali furono i successi e le critiche durante il regno di Claudio?
- Come si trasformò il governo di Nerone nel tempo?
La dinastia Giulio-Claudia nasce dall'unione delle nobili casate Iulia e Claudia, iniziata con l'adozione di Tiberio da parte di Augusto, che lo designò come suo successore.
Il governo di Tiberio è visto in modo critico, influenzato dal giudizio di Tacito, a causa del suo carattere sospettoso e della repressione politica, nonostante inizialmente avesse mostrato abilità amministrative.
Caligola governò con un metodo dispotico, ispirato ad Alessandro Magno, e si allontanò dall'oligarchia senatoria, introducendo culti orientali e perseguendo una politica estera dispendiosa.
Claudio, nonostante la reputazione di uomo impacciato, riuscì a ripristinare le finanze pubbliche, costruire il porto di Ostia e ampliare l'impero, ma fu criticato per essere succube dei liberti e delle sue mogli.
Il governo di Nerone iniziò con moderazione e clemenza, ma si trasformò in un regime assolutistico e dispotico, caratterizzato da persecuzioni politiche e spese eccessive, portando infine al suo crollo.