Concetti Chiave
- La fine delle guerre puniche segnò l'inizio di un rapido cambiamento per Roma, trasformandola da Stato arcaico a potenza mediterranea.
- Il governo romano era dominato da poche famiglie aristocratiche legate al mos maiorum, con una mentalità conservatrice.
- Catone il Censore rappresentava i conservatori, temendo che la conquista della Grecia avrebbe introdotto valori individualistici e dittatoriali in Roma.
- I politici favorevoli alla conquista erano attratti dalle città greche e vedevano nei loro valori culturali un'opportunità per l'espansione romana.
- La cultura greca era vista come un mezzo per arricchire Roma con medicina e filosofia, facilitando il governo di un vasto impero.
Indice
Trasformazione di Roma post-guerre puniche
Alla fine delle guerre puniche Roma entrò in una fase di rapido e profondo mutamento: cessò di essere uno Stato arcaico e contadino per divenire nel corso di una sola generazione potenza indiscussa del Mediterraneo.
Dominio della nobiltà patrizia
La gestione dello Stato era essenzialmente affidata nelle mani dell'antica nobiltà patrizia dei proprietari terrieri, che si divideva le magistrature e dominava il Senato. Il mondo romano era governato da poche famiglie aristocratiche la cui mentalità era estremamente chiusa e legata al mos maiorum, costume degli antenati.
Conservatori contro espansionisti
Essi non desideravano la conquista dell'Oriente e in particolare della Grecia perché la loro mentalità era diversa da quella romana. La figura più importante tra i conservatori fu senz'altro quella di Catone il Censore. Egli vedeva la conquista della Grecia come un grande pericolo; infatti, mentre a Roma era importante l'uguaglianza tra i cittadini, la repubblica, in Grecia la società era ormai fondata sull'individualismo, sulla dittatura, quindi, conquistandola, si sarebbe finiti per assumerne completamente i valori, la repubblica sarebbe caduta e si sarebbe instaurata nuovamente la dittatura.
Ai politici più conservatori si opponevano quelli aperti alla conquista, all'esplorazione del mondo. Questo, perché erano affascinati dalle ricchissime città greche e perché credevano anche che la medicina, la filosofia e i tanti valori culturali del territorio nemico avrebbero dato a Roma la giusta spinta per governare un territorio sempre più esteso.