Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Dopo la Guerra del Peloponneso, il sistema politico greco entra in crisi, con le poleis incapaci di mantenere l'autonomia e difendere le frontiere.
  • Atene perde prestigio e potere, mentre Sparta, nonostante la vittoria nella guerra, diventa troppo debole per sostituire l'egemonia ateniese.
  • La Persia cerca di espandersi verso le città ioniche, formando alleanze con città greche per contrastare Sparta, alla fine risultando il vero vincitore.
  • Tebe ottiene una breve supremazia dopo aver sconfitto Sparta a Leuttra, ma l'instabilità delle alleanze porta a un nuovo equilibrio di potere.
  • La supremazia di Tebe dura meno di un decennio, culminando nella battaglia di Mantinea, che lascia la Grecia frammentata e incapace di imporre una nuova egemonia.

Indice

  1. La crisi delle poleis greche
  2. Atene e Sparta in declino
  3. Le alleanze mutevoli
  4. La Persia e le città ioniche
  5. Il rovesciamento delle alleanze
  6. L'egemonia tebana e la crisi finale

La crisi delle poleis greche

Dopo la Guerra del Peloponneso, la situazione in Grecia è molto cambiata. Il suo sistema politico, formato da tante piccole isole e grandi città, entra in crisi. Ormai non esisteva più l’equilibrio fra le varie poleis. D’altra parte sappiamo che per i Greci l’autonomia era un valore fondamentale e perfino il tentativo di fare accettare il modello di una confederazione era andato fallito.

Pertanto si può affermare che la divisione era a tal punto fonte di debolezza da creare nei Greci l’incapacità a difendere le frontiere. Invece, i nemici non cessavano di premere alle frontiere: i Persiani ad oriente, lo statyo macedone, da poco formato, a nord, e i Cartaginesi che avevano distrutto alcune città della Magna Grecia.

Atene e Sparta in declino

Atene, che prima aveva l’egemonia su tutte le città, ora si trova in un momento di crisi politica ed economica: la lega delio-attica era stata sciolta e le mura della città demolite. Addirittura si arriva, anche se per poco tempo, a sostituire la democrazia con un governo oligarchico. Comunque, sostanzialmente, Atene non poteva più contare sul prestigio e sul potere di un tempo.

Le alleanze mutevoli

Sparta, aveva vinto la guerra, è vero, ma a causa di questa guerra era diventata debole e non era in grado di sostituire l’egemonia di Atene.

Nelle città conquistate, Sparta sostituiva i regimi democratici con dei regimi oligarchici, sostenuti dalla presenza di militari spartani.

Questo non era visto di buon occhio dalle città greche: infatti Tebe e Corinto, per esempio, da sempre alleate di Sparta, cominciarono a porsi l’obiettivo di diventare più potenti La gloria di Tebe fu brevissima perché durò solo 9 anni e vide allearsi Sparta ed Atene.

La Persia e le città ioniche

La Persia non aveva ancora rinunciato ad espandersi: voleva impadronirsi delle città ioniche dell’Asia e per questo cercava l’alleanza di Sparta

Da parte sua, Sparta cercava di intromettersi in questioni interne della Persia appoggiando uno dei due di Ciro il Grande, ma non ci riescì e anche Sparta avrebbe voluto controllare le città ioniche

Il rovesciamento delle alleanze

Per togliere a Sparta il dominio delle città greche dell’Asia Minore, la Persia formò una coalizione di città da sempre nemiche di Sparta (Atene, Tebe e Corinto) e dichiarò guerra a Sparta. Sparta venne sconfitta a Cnido (304 a.C.) e tutte le città ioniche si allearono di nuovo con Atene, come al tempo della Lega di Delo.

A questo punto si ebbe un rovesciamento delle alleanze: la Persia si alleò con Sparta.

Per questo Tebe e Atene, impaurite da questa alleanza, si arresero e firmarono la pace di Antalcida (386 a.C.): le città greche dell’ Asia Minore passarono allora sotto la Persia. In Grecia, Sparta aveva vinto, ma il vero vincitore era la Persia

L'egemonia tebana e la crisi finale

Nel 378 a.C., Tebe caccia i militari presenti in città e organizza una lega che comprende le principali città della Beozia, la regione di cui Tebe è la città più importante.

L’esercito tebano si scontra con quello spartano a Leuttra, nel 371 a.C. Sparta viene pesantemente sconfitta e Tebe conquista la Tessaglia e parte del Peloponneso. Tuttavia l’egemonia tebana non dura più di 10 anni perché presto abbiamo un’altra volta un rovesciamento delle alleanze. Infatti Atene, per paura di Tebe, si allea con Sparta, suo nemico da sempre e i due eserciti si scontrano a Mantinea, nel 362 a.C.

Tebe vince ancora una volta ma esce molto indebolita da questa guerra.

Ormai nessuna città greca sarà più in grado di imporre la sua egemonia: è la crisi delle poleis.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze della Guerra del Peloponneso per le poleis greche?
  2. Dopo la Guerra del Peloponneso, il sistema politico greco entrò in crisi, con la perdita dell'equilibrio tra le poleis e l'incapacità di difendere le frontiere dai nemici come i Persiani, i Macedoni e i Cartaginesi.

  3. Come cambiò la situazione politica di Atene dopo la guerra?
  4. Atene perse la sua egemonia, affrontò una crisi politica ed economica, e la democrazia fu temporaneamente sostituita da un governo oligarchico. La città non poteva più contare sul prestigio e sul potere di un tempo.

  5. Qual era la posizione di Sparta dopo la vittoria nella guerra?
  6. Nonostante la vittoria, Sparta divenne debole e non riuscì a sostituire l'egemonia di Atene. Impose regimi oligarchici nelle città conquistate, ma questo non fu ben visto, portando a nuove alleanze contro di essa.

  7. Quali furono le dinamiche tra Persia e le città greche dopo la guerra?
  8. La Persia cercò di espandersi e formò una coalizione con Atene, Tebe e Corinto contro Sparta. Dopo la sconfitta di Sparta a Cnido, la Persia si alleò con Sparta, portando alla pace di Antalcida e al controllo persiano delle città greche dell'Asia Minore.

  9. Quanto durò la supremazia di Tebe e quali furono le sue conseguenze?
  10. La supremazia di Tebe durò circa 10 anni. Nonostante le vittorie militari, come quella a Leuttra, Tebe uscì indebolita dalla guerra di Mantinea, e nessuna città greca fu più in grado di imporre la sua egemonia, segnando la crisi delle poleis.

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