Concetti Chiave
- Il Concilio di Nicea del 325 d.C. fu convocato per affrontare l'arianesimo e risolvere le dispute teologiche sulla divinità di Cristo.
- Costantino, riconoscendo il Cristianesimo come religione di Stato, sostenne il concilio per unificare la comunità cristiana e mitigare conflitti interni.
- Ario sosteneva che la natura divina di Cristo fosse inferiore a quella di Dio, portando a un dibattito che necessitò di una decisione ufficiale della Chiesa.
- Il concilio riaffermò la consustanzialità del Padre e del Figlio, stabilendo la base per il dogma della Santissima Trinità e condannando l'arianesimo.
- Nonostante le resistenze, la maggioranza approvò la formula nicena, e Ario e due vescovi furono esiliati per il loro rifiuto.
Indice
Il concilio di Nicea
Il Concilio di Nicea, tenutosi nel 325 d.C., fu convocato per risolvere i problemi sollevati dall’arianesimo che stavano travagliandola chiesa d’Oriente.
Costantino e il concilio
La nascita dell’istituto del concilio ecumenico fu favorito dal clima che si era venuto a creare all’inizio del IV secolo, dopo l’editto di Costantino del 31,3 con cui l’imperatore aveva ricionosciuto il Cristianesimo come religione di Stato.
Egli mise a disposizione della Chiesa il cursus publicus, cioè il palazzo imperiale e sostenne tutte le spese della riunione. Occorre, però, anche aggiungere che Costantino vedeva in un concilio il mezzo per sopire le lotte interne della comunità cristiana. Tuttavia, l’elemento determinante fu di carattere teologico.La questione ariana
Il prete egiziano Ario aveva sollevato alcune questioni relative alla divinità di Cristo. Egli sosteneva che la natura divina del Figlio fosse sostanzialmente inferiore a quella di Dio e che, pertanto, ci sarebbe stato un periodo in cui il Verbo di Dio non fosse esistito e che dunque esso fosse stato soltanto creato in seguito. Il vescovo da cui dipendeva emise la sentenza di condanna, come previsto dalla procedura che Ario, però ricusò ed anche molti vescovi d’Oriente ed alcuni sinodi si pronunciarono contro la condanna, ratificata addirittura dal sinodo dei vescovi egiziani. Si rendeva quindi necessaria una presa di posizione ufficiale della Chiesa che si poteva soltanto avere con un sinodo di tutti i vescovi ai quali, in qualità di successori degli apostoli, competeva il compito di insegnare la giusta fede. Non conosciamo con esattezza chi ebbe l’idea di una riunione ecumenica (= generale) di tutti i vescovi; qualche storico ha supposto che si trattasse del vescovo Osio di Còrdoba, consigliere di Costantino in materia religiosa. Era la prima volta che veniva riunito un concilio ecumenico per cui era necessario anche stabilire gli aspetti procedurali, che col tempo acquisirono un carattere normativo di diritto canonico.
Aspetti procedurali del concilio
Fra i più importanti aspetti procedurali possiamo ricordare: il ruolo del successore di Pietro (= il vescovo di Roma), il ruolo dell’imperatore, la presidenza del concilio, l’ordine dei lavori, la stesura degli atti e dei verbali, il valore delle decisioni assunte, le modalità dei dibattiti, le modalità delle votazioni. Non conosciamo con esattezza il numero dei partecipanti, comunque la tradizione indica che vi parteciparono 318 padri e di questi soltanto cinque vescovi venivano dall’Occidente.
Esito del concilio
Il concilio fu inaugurato da un discorso di Costantino che poi si ritirò subito per permettere ai vescovi di dibattere liberamente i vari problemi, senza alcun condizionamento. I lavori furono articolati soprattutto sull’eresia di Ario e la relativa condanna, anche se una minoranza, capeggiata da Eusebio di Cesarea, cercò di attenuare la formulazione della dottrina di Ario per poter così aggirare la condanna. Tuttavia, la stragrande maggioranza del concilio approvò la formula che riaffermava la consustanzialità del Padre e del Figlio, come riportato nel credo o simbolo niceno-costantinopolitano “Dio vero da Dio vero; generato non creato; della stessa sostanza del Padre”. Soltanto Ario e due vescovi rifiutarono di accettare e quindi di accettare le decisioni del Concilio che, pertanto, furono esiliati dall’ imperatore. Per quanto l’arianesimo si diffondesse notevolmente, soprattutto fra le popolazioni germaniche, il Concilio di Nicea ebbe comunque il merito di aver fissato le basi del dogma della Santissima Trinità.
Domande da interrogazione
- Qual era lo scopo principale del Concilio di Nicea?
- Quale ruolo ebbe l'imperatore Costantino nel Concilio di Nicea?
- Qual era la questione teologica sollevata da Ario?
- Quali furono le decisioni principali prese dal Concilio di Nicea?
- Quale impatto ebbe il Concilio di Nicea sul dogma cristiano?
Il Concilio di Nicea fu convocato principalmente per risolvere i problemi sollevati dall'arianesimo, che mettevano in difficoltà la chiesa d'Oriente.
Costantino riconobbe il Cristianesimo come religione di Stato e sostenne il concilio mettendo a disposizione il palazzo imperiale e coprendo le spese della riunione.
Ario sosteneva che la natura divina del Figlio fosse inferiore a quella di Dio e che ci fosse stato un tempo in cui il Verbo di Dio non esisteva.
Il concilio riaffermò la consustanzialità del Padre e del Figlio, come espresso nel credo niceno-costantinopolitano, e condannò l'eresia di Ario.
Il Concilio di Nicea fissò le basi del dogma della Santissima Trinità, nonostante la diffusione dell'arianesimo tra le popolazioni germaniche.