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Concetti Chiave

  • Gli abitanti delle campagne cercarono rifugio in città mentre i nemici si avvicinavano minacciosamente.
  • Orazio Coclite si distinse come eroe, proteggendo il ponte Sublicio dall'invasione nemica.
  • Coclite incitò i Romani a distruggere il ponte per impedire ai nemici di raggiungere il Palatino e il Campidoglio.
  • Gli Etruschi, sorpresi dall'audacia di Coclite, esitarono prima di attaccare, ma furono fermati dal crollo del ponte.
  • Coclite si gettò nel Tevere, riuscendo a raggiungere sano e salvo i suoi compagni nonostante le frecce nemiche.

Indice

  1. L'arrivo dei nemici
  2. L'eroismo di Orazio Coclite
  3. Il combattimento e il crollo del ponte

L'arrivo dei nemici

All’avvicinarsi dei nemici gli abitanti delle campagne accorsero disordinatamente in città, in cerca di un rifugio. Sembrava che le mura e il Tevere potessero rappresentare una barriera sicura, ma il ponte Sublicio stava per aprire la via ai nemici, se non fosse stato per un uomo, Orazio Coclite. Egli era posto a guardia del ponte. Vide che il Gianicolo era preso d'assalto e che i nemici correvano giù velocemente, mentre i Romani in preda al panico abbandonavano luogo le armi e il posto di combattimento.

L'eroismo di Orazio Coclite

Allora cominciò a trattenerti uno per uno: se dopo aver passato il ponte lo avessero lasciato intatto alle loro spalle, in pochissimo tempo vi sarebbero stati più nemici sui Palatino e sui Campidoglio che non sul Gianicolo. Li esortava perciò a far crollare il ponte col ferro, col fuoco, con qualsiasi mezzo riuscissero a trovare; egli intanto avrebbe trattenuto i nemici fino a quando sarebbe stato umanamente possibile resistere per un uomo solo. Avanzò quindi sulla testa del ponte e si preparò ad affrontare il combattimento corpo a corpo, lasciando stupiti i nemici per la sua incredibile audacia.

Il combattimento e il crollo del ponte

Gli Etruschi esitarono a lungo, guardandosi l’un l’altro, prima di cominciare il combattimento. La vergogna infine li spinse all’attacco; levato il grido di guerra, cominciarono a scagliar frecce da ogni parte contro quell’unico avversario. Tutte le frecce si piantarono nello scudo di Codite, che con ostinazione continuava a sbarrare il ponte, piantato saldamente sulle gambe. Quando i nemici stavano ormai per buttano di sotto, il fragore del ponte che crollava e le grida di gioia levate dai Romani per la riuscita dell’impresa arrestarono il loro impeto, lasciandoli a un tratto sgomenti. Coclite allora disse:”O venerabile padre Tevere, ti prego, accogli , queste armi e questo soldato con benigna corrente”.

Armato così com’era si gettò nel Tevere; gli piombarono addosso molte frecce, ma nuotando riuscì a raggiungere sano e salvo i suoi compagni.

Domande da interrogazione

  1. Chi era l'eroe che difese il ponte Sublicio dai nemici?
  2. L'eroe era Orazio Coclite, che si pose a guardia del ponte e affrontò i nemici con grande audacia per permettere ai Romani di distruggere il ponte e impedire l'avanzata nemica.

  3. Qual era la strategia di Orazio Coclite per fermare i nemici?
  4. Orazio Coclite esortò i Romani a distruggere il ponte mentre lui tratteneva i nemici, affrontandoli da solo sul ponte per guadagnare tempo e impedire che i nemici avanzassero verso il Palatino e il Campidoglio.

  5. Come si concluse l'azione eroica di Orazio Coclite?
  6. Dopo aver resistito ai nemici e aver permesso la distruzione del ponte, Orazio Coclite si gettò nel Tevere armato, riuscendo a nuotare fino a raggiungere sano e salvo i suoi compagni, nonostante le frecce nemiche.

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