Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La maternità surrogata era un dovere civico nell'antica Roma, con le donne viste principalmente come procreatrici.
  • I matrimoni raramente erano per amore, spesso motivati da ragioni economiche o per rafforzare lo Stato e le dinastie.
  • La pratica della maternità surrogata era incoraggiata per garantire la continuazione della stirpe, come sostenuto da Plutarco.
  • La Lex Julia di Ottaviano premiava le famiglie numerose e penalizzava chi non aveva figli o era celibe, per contrastare il crollo demografico.
  • Le donne potevano ottenere gli stessi diritti degli uomini dimostrando di aver partorito almeno tre figli.

Indice

  1. La maternità surrogata nell'antica Roma
  2. Il ruolo della donna e la procreazione
  3. Matrimoni e doveri civici
  4. Plutarco e la maternità surrogata
  5. Catone e l'esempio di Ortensio
  6. La Lex Julia e le sue conseguenze

La maternità surrogata nell'antica Roma

La pratica della maternità surrogata era molto diffusa nell’antica Roma, anzi essa costituiva un vero e proprio dovere civico per la donna.

Il ruolo della donna e la procreazione

Fino al II secolo la donna era molto penalizzata perché non le erano riconosciuti i diritti civili di base. Essa aveva valore solo per il fatto che era destinata alla procreazione e quindi a garantire la continuità della stirpe. Pertanto, una donna in età fertile che non generava figli era vista come una presenza inutile perché non dava alcun contributo al bene della comunità.

Matrimoni e doveri civici

Raramente una coppia si sposava per amore; molto spesso ci si sposava per incrementare le forze dello Stato, per motivi economici o per garantire la continuità di una dinastia. Pertanto, considerate queste premesse, era considerato normale, anzi incoraggiato, che una donna prestasse il proprio utero per dare alla luce dei figli non concepiti con il proprio marito.

Plutarco e la maternità surrogata

Plutarco nella sua opera Vite parallele, sostiene apertamente questa pratica. Egli afferma che una donna nel pieno delle sue capacità riproduttive non può spegnere tale potere; per questo se il nucleo familiare ritiene di avere un sufficiente numero di figli, è bene, secondo le leggi di natura che il marito acconsenta a lasciare per un po’ di tempo la moglie ad un altro uomo affinché siano generati dei figli.

Catone e l'esempio di Ortensio

Sappiamo anche che Catone aveva un amico, Ortensio, che non poteva avere figli in quanto la moglie era sterile. Catone non esitò a rispondere positivamente alla richiesta dell’amico di maternità surrogata (come si direbbe oggi), “prestandogli” la moglie Marta.

La Lex Julia e le sue conseguenze

Nel I° secolo avanti Cristo, Roma conobbe un periodo di crollo demografico e Ottaviano pensò di risolvere il problema promulgando la Lex Julia con la quale concedeva premi alle famiglie numerose e sanzionava sia quelle che non avevano prole che i celibi. Inoltre la legge impose dei termini massimi per la durata dei fidanzamenti e stabilì delle pene severe per coloro che eludevano il fisco rompendo di volta in volta un fidanzamento. Una donna acquisiva gli stessi diritti dell’uomo se dimostrava di avere partorito almeno tre figli.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo della maternità surrogata nell'antica Roma?
  2. La maternità surrogata era considerata un dovere civico per le donne, poiché esse erano viste principalmente come strumenti per garantire la continuità della stirpe e il bene della comunità.

  3. Come venivano trattate le donne che non generavano figli nell'antica Roma?
  4. Le donne in età fertile che non generavano figli erano viste come inutili, poiché non contribuivano al bene della comunità, e spesso i matrimoni erano motivati da ragioni economiche o politiche piuttosto che dall'amore.

  5. Quali misure furono adottate da Ottaviano per affrontare il crollo demografico a Roma?
  6. Ottaviano promulgò la Lex Julia, che premiava le famiglie numerose e sanzionava quelle senza prole e i celibi, imponendo anche termini massimi per i fidanzamenti e pene per chi eludeva il fisco rompendo fidanzamenti.

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