DarioA06
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Concetti Chiave

  • Una parte della nobilitas romana riconosceva la necessità di riforme per migliorare le condizioni di vita della plebe e degli italici.
  • Il problema agrario, con l'impoverimento dei contadini e il danno all'esercito, era il principale nodo da affrontare secondo i Gracchi.
  • Tiberio e Gaio Gracco, eletti al tribunato della plebe, proposero riforme per ridistribuire l'agro pubblico e limitare il potere del senato.
  • Le riforme dei Gracchi puntavano a rinforzare la piccola proprietà contadina e a estendere il diritto di cittadinanza agli italici.
  • La forte opposizione del senato e altre fazioni portò al fallimento delle riforme e all'assassinio dei Gracchi, segnando l'inizio della violenza politica a Roma.

Indice

  1. La questione agraria a Roma
  2. Conflitto tra ottimati e popolari
  3. Il fallimento delle riforme graccane

La questione agraria a Roma

Una parte della nobilitas si rendeva conto della necessità di introdurre riforme finalizzate a migliorare le condizioni di vita della plebe e degli italici. Secondo Gracco, il problema principale di Roma era la questione agraria: l'impoverimento dei contadini e, di conseguenza, un danno per l’esercito che era formato principalmente da contadini-soldati. Dunque bisognava assegnare lotti di terra, posseduti illegalmente da grandi proprietari terrieri, ai piccoli proprietari terrieri.

Conflitto tra ottimati e popolari

La questione generò un conflitto interno alla classe dirigente fra gli "ottimati", gli aristocratici conservatori, e i progressisti, detti "popolari".

Il fallimento delle riforme graccane

Si batterono per un rinnovamento i fratelli, quindi, Tiberio e Gaio Gracco, aristocratici eletti al tribunato della plebe, che presentarono riforme miranti a ricreare una piccola proprietà contadina attraverso distribuzioni dell'agro pubblico, a ridimensionare lo strapotere del senato e a recuperare il consenso degli italici estendendo il diritto di cittadinanza. L’opposizione strenua del senato (nel caso della questione della cittadinanza, anche dei cavalieri e della plebe) determinò il fallimento delle riforme e l'assassinio dei tribuni. Roma perse così un'occasione per rinsaldare le proprie istituzioni, e la violenza politica entrò nella vita della città, da cui non sarebbe più uscita.

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